Un progetto di rinascita per il Santuario più amato di Marsala
Marsala – C’è fermento a Marsala attorno al Santuario della Madonna della Cava, luogo simbolo di spiritualità e storia per l’intera comunità. Un primo passo concreto è stato compiuto per il restauro degli affreschi della Cappella di Sant’Agostino, situata nell’ipogeo del santuario: l’inizio dei lavori è previsto entro la prima metà di aprile. Un cantiere che è stato definito “della speranza e della luce”, e che coinvolge esperti, istituzioni e cittadini in un’azione condivisa di valorizzazione del patrimonio culturale.
Un team interdisciplinare per la conservazione degli affreschi
Nella mattinata odierna, un gruppo di studiosi dell’Università degli Studi di Palermo, guidato dalla professoressa Maria Luisa Saladino con le dottorande Chiara Tuccio e Federica Palumbo, ha condotto le analisi diagnostiche sugli affreschi. L’obiettivo: valutare materiali e stato di conservazione delle pareti decorate all’interno della cappella.
Accanto a loro, le restauratrici Rosalia Teti e Alessandra Pizzo, e il funzionario della Soprintendenza ai Beni Culturali di Trapani Tommaso Guastalla, completano un gruppo di lavoro altamente qualificato.
Fondazioni, cittadini e artisti uniti per il Santuario
Determinante è stato il ruolo della Fondazione Sicilia, che ha approvato un primo contributo di 10.000 euro a sostegno del progetto. La spinta iniziale è arrivata grazie all’appello lanciato dalla direttrice del Vomere, Rosa Rubino, e raccolto con entusiasmo da tutta la cittadinanza.
Serate benefiche, eventi pubblici e la collaborazione con l’Associazione Strada del Vino Marsala Terre d’Occidente, guidata dal notaio Salvatore Lombardo, hanno reso possibile una raccolta fondi corale. Anche il deputato regionale Stefano Pellegrino ha dato il suo supporto all’iniziativa.
“Tutti insieme possiamo ridare luce e vita agli affreschi del Santuario”, ha ribadito Rubino, evidenziando l’importanza di continuare a lavorare insieme per preservare questo bene comune di inestimabile valore.
La Madonna della Cava, patrona dal cuore antico
Il Santuario della Madonna della Cava è molto più di un edificio sacro: è cuore pulsante della fede marsalese. Secondo la tradizione, nel 1518, dopo un sogno rivelatore, fu ritrovata la piccola statua di Maria in un pozzo sotterraneo, nel luogo in cui oggi sorge la chiesa.
Il 6 maggio 1788, la Madonna della Cava fu proclamata patrona della città, con la celebrazione ufficiale che cade il 19 gennaio. La sua figura, rappresentata nella statua e negli affreschi cinquecenteschi, è da sempre punto di riferimento spirituale per generazioni di fedeli.
Un futuro di luce e bellezza
Padre Giuseppe Inglese, rettore del Santuario, ha espresso profonda gratitudine per la collaborazione nata tra università, istituzioni e comunità locale. “Questo è un cantiere di bellezza che ci guiderà fuori dall’oscurità”, ha detto, concludendo con un messaggio di speranza: “La nostra Patrona vegli su tutta la comunità marsalese”.
Se sei legato a Marsala o semplicemente apprezzi l’arte e la storia, sostieni il restauro del Santuario. Segui gli aggiornamenti su TrapaniOggi.it, condividi l’articolo, commenta la tua esperienza con la Madonna della Cava e partecipa alle iniziative future. La bellezza è un patrimonio da custodire insieme.
Franco Battiato: 80 anni di musica e spiritualità
L’eredità viva di un artista eterno tra arte, silenzio e ricerca interiore
Riposto (Ct) – Il 23 marzo 2025, Franco Battiato avrebbe compiuto 80 anni. A quattro anni dalla sua scomparsa, la sua eredità artistica e spirituale continua a risuonare con forza e lucidità. Più che un semplice musicista, Battiato è stato un ricercatore dell’anima, capace di unire linguaggi diversi – musica, poesia, mistica, pensiero politico – in un messaggio che ancora oggi illumina chi è in cammino verso l’essenza della vita. La sua eredità spirituale, profondamente radicata nella Sicilia e al tempo stesso universale, è una guida per chi cerca silenzio, senso e bellezza nel caos del presente.
Dal suono all’anima
Per Franco Battiato, la musica non era intrattenimento, ma meditazione in forma sonora. Brani come L’ombra della luce o Le nostre anime nascono da momenti di raccoglimento profondo, spesso al suono di un armonium. Il suo ultimo inedito, Torneremo ancora, è una preghiera laica, una dolce partenza verso l’oltre. Ogni nota vibra come un invito a rallentare e ad ascoltare ciò che è invisibile.
Il silenzio come arte
Il silenzio, per lui, era un ingrediente essenziale della creazione. Battiato sognava una vita da eremita, immerso nella concentrazione e nelle “piccole cose”. Questo bisogno di raccoglimento ha guidato anche le sue scelte artistiche: negli ultimi anni, si è allontanato dalla scena pubblica per ritrovare la propria dimensione interiore. Per lui, il vero suono nasceva nel silenzio.
Una fede che unisce le religioni
«La religione è un atteggiamento di sacralità verso la vita», diceva. Battiato ha cercato Dio nelle più diverse tradizioni spirituali: dalle preghiere cristiane ai canti sufi, dal buddismo alla filosofia induista. Ha cantato in latino liturgico, studiato reincarnazione e meditato sulla Pasqua etiope. Una fede non dogmatica, ma profonda, aperta, sincera. Radici cristiane e ali orientali: così si nutriva la sua spiritualità.
La denuncia sociale di “Povera Patria”
Scritta nel pieno degli anni di piombo, Povera Patria (video qui in basso)resta uno dei manifesti più forti della disillusione italiana. Nata come reazione alle stragi di mafia, questa canzone è diventata un atto d’accusa poetico, struggente, necessario. «Avrei preferito non scriverla», confessò, ricordando quanto il dolore lo avesse spinto a comporre.
Politica? No grazie
Nel 2012 accettò per breve tempo l’incarico di assessore alla Cultura in Sicilia, ma si dimise presto, deluso dalle logiche di potere. La sua conclusione fu chiara: «Servono artisti e filosofi, non politicanti». La sua idea di società era fondata sull’etica, sulla bellezza, sull’educazione spirituale. Valori oggi più che mai urgenti.
L’amore come “cura” dell’anima
La cura (secondo video qui in basso) è il suo capolavoro d’amore, ma non nomina mai la parola “amore”. Parla invece di dedizione, protezione, silenziosa presenza. È il canto di un padre, di un compagno, di un’anima che ama senza possesso. Una canzone che non consola, ma eleva. Come tutta la sua opera.
Un’eredità per chi cerca
Franco Battiato ci ha lasciato un’eredità fatta di suoni, parole e visioni. Ma soprattutto, ci ha lasciato domande. E strumenti per cercare le risposte dentro di noi. A ottant’anni dalla sua nascita, la sua voce non è solo un ricordo: è un invito. A meditare, a comprendere, a tornare all’essenza.
Hai un ricordo legato a Franco Battiato? Quale canzone ti ha cambiato la vita? Raccontacelo nei commenti. Condividi questo tributo e continua a seguirci su TrapaniOggi.it per altri approfondimenti culturali.
Marsala – Un appuntamento da segnare in rosso sul calendario per chi ama il grande cinema e le storie che scavano nel cuore più oscuro della cronaca italiana. Venerdì 21 marzo alle 19.30, nella suggestiva cornice del Centrale Music Hall di Marsala (via Garraffa 54), va in scena una proiezione speciale di “Iddu – L’Ultimo Padrino”, film ispirato ai famigerati pizzini di Matteo Messina Denaro, l’ultimo boss di Cosa Nostra.
A rendere l’evento ancora più unico, la presenza in sala dei due registi Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, maestri del cinema d’autore con un talento raro per fondere narrazione e denuncia sociale. Con loro anche Alessio Piazza, uno dei volti del film, Alessandro Renda, il giovanissimo attore marsalese di soli dodici anni che interpreta il piccolo “Iddu”, e Giuseppe Prode, direttore artistico del festival culturale “38° Parallelo”.
L’iniziativa si inserisce nel programma di “Glocal Sud”, il festival del giornalismo digitale che punta a raccontare il Mezzogiorno con nuovi linguaggi, contaminando reportage, cinema e narrazione civile.
L’ingresso è gratuito, ma la prenotazione è obbligatoria sul sito ufficiale del festival: glocalsud.it
Una serata che promette emozione, riflessione e memoria. Perché il cinema può ancora raccontare ciò che non deve essere dimenticato.
Roma, Pordenone si aggiudica il titolo di Capitale italiana della Cultura 2027. L’annuncio è stato dato questa mattina dal Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, nel corso della cerimonia ufficiale che si è tenuta nella Sala Spadolini del Ministero.
A decretare la vittoria è stata la giuria presieduta da Davide Maria Desario, che ha valutato le proposte delle dieci città finaliste: Alberobello (Puglia), Aliano (Basilicata), Brindisi (Puglia), Gallipoli (Puglia), La Spezia (Liguria), Pompei (Campania), Reggio Calabria (Calabria), Sant’Andrea di Conza (Campania) e Savona (Liguria).
Un riconoscimento che premia la cultura come motore di sviluppo
Pordenone, città dal forte carattere culturale e con una tradizione artistica che spazia dalla letteratura al cinema, ottiene così un’importante opportunità per consolidare il proprio ruolo nel panorama culturale nazionale.
Come previsto dal bando, alla città vincitrice sarà assegnato un finanziamento di un milione di euro, destinato a sostenere il programma di eventi e iniziative delineato nel dossier di candidatura. L’obiettivo dell’iniziativa, promossa dal Ministero della Cultura, è quello di valorizzare il patrimonio artistico e culturale delle città italiane, stimolando lo sviluppo economico e sociale attraverso la cultura.
Con questo riconoscimento, Pordenone si prepara ad accogliere un palinsesto di eventi, mostre, spettacoli e progetti che contribuiranno a rafforzarne l’identità culturale, trasformandola in un punto di riferimento per il 2027.
Il borgo dalle mille chiese, Sicilia dalle mille anime
Scopri un borgo siciliano ricco di storia, arte e tradizioni che incantano ogni visitatore.
Nel cuore della Sicilia, arroccato sulla cima del Monte Castro, sorge questo incantevole borgo medievale che conserva intatto il fascino di un’epoca lontana. Inserito tra i “Borghi più belli d’Italia”, questo piccolo centro abitato è un autentico scrigno di cultura, arte e spiritualità, con un patrimonio straordinario di chiese, musei e monumenti storici che raccontano secoli di storia.
Un patrimonio unico: 22 chiese e 4 musei
Questo borgo è profondamente legato alla fede e alla tradizione, come dimostra la presenza di ben 22 chiese, ognuna con una storia unica da raccontare. Passeggiando tra le stradine lastricate, i visitatori possono ammirare veri gioielli architettonici:
Chiesa Madre di San Nicola di Bari: caratterizzata da una splendida facciata e interni ricchi di opere d’arte.
Chiesa del Santissimo Salvatore: un capolavoro che mescola elementi bizantini e normanni, testimoniando il susseguirsi delle civiltà nel territorio.
Tempio di Ercole: un’antica testimonianza dell’epoca greca, simbolo della profonda radice storica del borgo.
Oltre ai numerosi edifici sacri, San Marco d’Alunzio vanta anche 4 musei che custodiscono preziosi reperti e raccontano il passato glorioso del borgo:
Museo Bizantino e Normanno, con una collezione di manufatti di epoche diverse.
Museo della Cultura e delle Arti Religiose, che espone paramenti sacri, reliquiari e opere d’arte a tema religioso.
Museo della Scienza e della Tecnologia, che offre un viaggio tra le invenzioni e le scoperte scientifiche.
Museo Archeologico, dove si possono ammirare reperti di epoca greca, romana e medievale.
Il castello normanno e un panorama infinito….
Uno dei simboli più affascinanti di San Marco d’Alunzio è il castello normanno, le cui origini risalgono all’XI secolo. Costruito in una posizione strategica, il maniero aveva una funzione difensiva e fu un punto chiave durante la dominazione normanna in Sicilia.
Oggi, i resti del castello offrono una delle viste più spettacolari dell’isola: da qui è possibile ammirare la catena montuosa dei Nebrodi, il blu profondo del mar Tirreno e, nelle giornate più limpide, persino le isole Eolie all’orizzonte.
Tradizioni, folklore e feste imperdibili
San Marco d’Alunzio è un borgo che vive intensamente le sue tradizioni e il suo folclore. Durante l’anno, numerosi eventi e celebrazioni animano le sue vie, offrendo ai visitatori un’immersione nelle usanze più antiche della Sicilia. Tra le festività più importanti si ricordano:
Il Palio dell’Assunta(15 agosto): una suggestiva rievocazione medievale con sfilate in costume, giochi storici e spettacoli.
La processione del Crocifisso di Aracoeli: evento religioso che coinvolge l’intera comunità e vede la partecipazione dei “Babbaluti”, fedeli incappucciati che camminano scalzi in segno di devozione.
La Festa di San Marco Evangelista(25 aprile): il patrono del borgo viene celebrato con solenni processioni, musica e spettacoli pirotecnici.
Sagre e mercatini: durante l’anno si svolgono numerosi eventi enogastronomici, in cui si possono degustare prodotti tipici come il pane cunzato, i formaggi locali e i dolci tradizionali.
Come raggiungere San Marco d’Alunzio
San Marco d’Alunzio si trova in provincia di Messina, a 87 km da Messina e 135 km da Palermo. Il borgo è facilmente raggiungibile in auto, treno o aereo.
In auto
L’opzione più comoda è percorrere l’autostrada A20 Messina-Palermo e uscire a Sant’Agata di Militello, da cui il borgo dista circa 20 minuti di guida.
In treno
San Marco d’Alunzio non ha una stazione ferroviaria propria. La stazione più vicina è Sant’Agata di Militello, sulla linea ferroviaria Messina-Palermo.
Da Messina: treno diretto per Sant’Agata di Militello (circa 1h 30 min).
Da Palermo: treno diretto per Sant’Agata di Militello (circa 2h).
Dalla stazione, è possibile prendere un taxi o un autobus locale per raggiungere San Marco d’Alunzio (circa 15 km di distanza).
In aereo
Gli aeroporti più vicini sono:
Aeroporto di Catania Fontanarossa (CTA) – a circa 170 km.
Aeroporto di Palermo Falcone-Borsellino (PMO) – a circa 160 km.
Dagli aeroporti, si può:
Noleggiare un’auto e proseguire via autostrada.
Prendere un treno o un autobus fino a Sant’Agata di Militello e poi un taxi o un autobus locale.
San Marco d’Alunzio è un luogo dove la storia incontra la bellezza paesaggistica e le tradizioni si mescolano con l’arte e la cultura. Che siate amanti della storia, appassionati di arte sacra o semplicemente in cerca di un angolo autentico della Sicilia, questo borgo saprà regalarvi un’esperienza indimenticabile.
Venite a scoprire San Marco d’Alunzio, un tesoro nascosto tra i monti e il mare!
Roma – L’Italia si conferma per il secondo anno consecutivo il Paese con la migliore reputazione turistica in Europa. Lo attesta l’European Tourism Reputation Index, elaborato dall’Istituto Demoskopika, che ha analizzato la popolarità delle destinazioni, la valutazione dell’offerta ricettiva e culturale, la visibilità dei portali istituzionali e l’appeal sui social. Con un punteggio di 115,5, il Belpaese supera Grecia e Spagna, rispettivamente seconda e terza in classifica.
Se da un lato l’Italia brilla per ricerca e popolarità delle destinazioni, dall’altro emergono margini di miglioramento per la visibilità online e la comunicazione digitale. Grecia, Spagna e Portogallo, ad esempio, sfruttano meglio i canali istituzionali e social per promuovere i propri territori. In questo scenario positivo per il turismo italiano, la Sicilia può giocare un ruolo chiave e capitalizzare il trend favorevole.
La Sicilia e il turismo: un potenziale da valorizzare
La Sicilia, con il suo immenso patrimonio, rappresenta una delle mete più ambite dai turisti italiani e stranieri. Da Palermo a Catania, da Agrigento a Trapani, l’isola offre un mix irresistibile di cultura, mare e tradizioni. Tuttavia, per sfruttare al meglio la crescita della reputazione turistica italiana, è fondamentale investire su alcuni aspetti chiave.
Digitalizzazione e promozione online
Le piattaforme digitali rappresentano oggi il principale mezzo di informazione e ispirazione per i viaggiatori. La Sicilia può migliorare la propria presenza online ottimizzando i siti web turistici, creando campagne di marketing mirate e sfruttando i social media per raccontare le proprie eccellenze.
Destagionalizzazione e turismo esperienziale
Il turismo siciliano è spesso legato alla stagione estiva, ma la regione ha il potenziale per attrarre visitatori tutto l’anno. La promozione di esperienze legate alla natura, all’enogastronomia, ai percorsi storici e culturali può ampliare l’offerta e ridurre la concentrazione dei flussi turistici nei soli mesi estivi.
Miglioramento delle infrastrutture e della mobilità
Seppur ricca di bellezze, la Sicilia soffre ancora di alcune carenze infrastrutturali che possono rendere difficoltoso l’accesso a determinate località. Investire in trasporti, collegamenti ferroviari e servizi di mobilità sostenibile contribuirebbe a rendere più accessibili le mete turistiche meno conosciute.
Valorizzazione dei borghi e delle aree interne
Oltre alle città più famose come Palermo, Siracusa e Taormina, la Sicilia offre una rete di borghi autentici che potrebbero diventare protagonisti di un turismo slow e sostenibile. Località come Erice, Marzamemi, Castelmola e Trapani, solo per citarne alcune, offrono esperienze uniche tra storia, natura e tradizioni locali.
Le località siciliane da non perdere
Palermo: Capitale dell’isola, un crocevia di culture con monumenti arabo-normanni, mercati storici e un’offerta gastronomica straordinaria.
Taormina: Famosa per il suo teatro greco e la vista mozzafiato sull’Etna e il mar Ionio.
Valle dei Templi di Agrigento: Un sito archeologico Patrimonio UNESCO, tra i più affascinanti del Mediterraneo.
Cefalù: Un pittoresco borgo marinaro con una cattedrale normanna e spiagge incantevoli.
Trapani: Conosciuta per le sue saline, il centro storico barocco e la vicinanza alle isole Egadi, è una destinazione perfetta per chi ama la cultura e il mare.
Pantelleria: Un’isola vulcanica unica nel suo genere, famosa per le sue acque termali, il vino Passito e il paesaggio incontaminato.
Etna e Parco dell’Alcantara: Un paradiso per gli amanti del trekking e della natura, con paesaggi lunari e gole spettacolari.
Isole Eolie: Un arcipelago vulcanico che regala scenari mozzafiato e un mare cristallino.
La sfida della Sicilia per il futuro del turismo
Il riconoscimento dell’Italia come prima in Europa per reputazione turistica rappresenta un’opportunità unica per la Sicilia. Per mantenere e migliorare la propria attrattività, la regione deve puntare su innovazione, sostenibilità e una comunicazione più efficace. La capacità di raccontare le proprie meraviglie e di offrire esperienze autentiche sarà decisiva per conquistare nuovi visitatori e fidelizzare chi ha già scoperto il fascino senza tempo di quest’isola straordinaria.
Hai mai sognato una vacanza indimenticabile spendendo solo 1 euro? In Sicilia si può! Il pittoresco borgo di Siculiana, situato a pochi chilometri dalla Valle dei Templi di Agrigento, Capitale Italiana della Cultura 2025, offre un’esperienza unica a coppie di viaggiatori desiderosi di scoprire un luogo autentico, tra cultura, tradizione e natura incontaminata.
Siculiana: un viaggio tra storia, arte e natura
Siculiana accoglie i visitatori con un affascinante centro storico, dove le influenze arabe ed ebraiche si fondono in scorci pittoreschi, vicoli suggestivi e antichi cortili. Passeggiando per il borgo, ci si immerge in un’atmosfera senza tempo, arricchita da racconti, rievocazioni e degustazioni di piatti tipici della tradizione siciliana.
Ma Siculiana non è solo cultura: la sua costa regala panorami mozzafiato grazie alla Riserva Naturale di Torre Salsa e alle spiagge incontaminate di Siculiana Marina. Un mix perfetto di storia e benessere per un weekend davvero speciale.
Un’iniziativa imperdibile: come partecipare
Segnate in calendario il weekend del 4 e 5 aprile: due giorni all’insegna della scoperta e dell’esperienza autentica. Per partecipare, seguite questi semplici passaggi:
Realizzate un breve video (massimo 30 secondi) in cui raccontate cosa vi spinge a partecipare all’iniziativa.
Invia il video via WhatsApp al numero 0922 818 438 entro il 15 marzo, indicando:
Nomi e cognomi
Tipo di relazione (amici, amanti, coniugi, fratelli, etc.)
Una commissione selezionerà le coppie vincitrici in base a originalità, creatività e motivazione espressa nel video. I vincitori saranno contattati entro il 20 marzo.
Cosa include il weekend ad 1 euro
Le coppie selezionate vivranno un’esperienza all inclusive, comprendente:
Pernottamento in una struttura convenzionata
Aperitivo di benvenuto
Colazione, pranzo e cena offerti da Siculiana Turistica
Aperitivo conclusivo a Siculiana Marina
Visite guidate nei luoghi storici del borgo
Attività esperienziali per immergersi nelle tradizioni locali
L’unico costo per le coppie selezionate sarà il versamento simbolico di 1 euro come tassa di soggiorno.
Vivi un weekend da sogno a Siculiana!
Non lasciarti sfuggire questa opportunità unica: un weekend tra storia, arte, natura e gastronomia, a un prezzo simbolico. Mettiti in gioco e scopri l’autentica bellezza di Siculiana!
Per maggiori informazioni, visita www.siculianaturistica.it o contatta l’Ufficio Turistico al numero 0922 818 438.
Alla scoperta di uno dei borghi più belli della Sicilia: un gioiello tra i Monti Iblei
Un borgo incantato nel cuore della Sicilia: storia, cultura e tradizione
La Sicilia è una terra ricca di storia, cultura e paesaggi mozzafiato. Tra i suoi numerosi tesori nascosti, c’è un borgo affascinante situato nel cuore dell’isola, immerso nella natura incontaminata dei Monti Iblei. Questo piccolo gioiello, riconosciuto tra i borghi più belli d’Italia, custodisce secoli di storia e offre ai visitatori un’esperienza autentica tra tradizioni, archeologia e panorami spettacolari.
La storia del borgo: dalle origini antiche ai giorni nostri
Questo borgo siciliano sorge sulle pendici del Monte Lauro, a un’altitudine che lo rende il punto più alto della provincia di Siracusa. Le sue origini risalgono all’epoca dei Siculi, con successive influenze greche, romane e bizantine. Testimonianze archeologiche di questi popoli sono ancora visibili, rendendo il borgo una meta imperdibile per gli appassionati di storia.
Un’ipotesi sull’origine del nome del borgo lo collega alla parola araba baqara, che significa “vacca” o “luogo di pascolo per bovini”, a testimonianza dell’importanza che l’allevamento ha sempre avuto nella zona. Oggi, questo borgo continua a preservare la sua autenticità, attirando visitatori con il suo fascino senza tempo.
Cosa vedere nel borgo: tra monumenti e panorami mozzafiato
Chi visita questo borgo siciliano si troverà immerso in un’atmosfera magica, fatta di vicoli lastricati, chiese antiche e scorci incantevoli. Tra le attrazioni da non perdere ci sono:
La Chiesa Madre, un gioiello architettonico che conserva affreschi e opere d’arte di grande valore.
I resti archeologici, che testimoniano il passaggio delle diverse civiltà nel corso dei secoli.
Il belvedere panoramico, da cui si può ammirare un paesaggio che si estende dal Golfo di Catania fino ai monti di Enna e Caltanissetta.
Le antiche vie del borgo, che regalano un viaggio nel tempo tra case in pietra e tradizioni ancora vive.
Enogastronomia: i sapori autentici della Sicilia
Oltre alla bellezza storica e paesaggistica, il borgo offre anche un’esperienza gastronomica unica. Tra le specialità locali da assaporare ci sono:
Formaggi e latticini artigianali, prodotti secondo antiche tradizioni casearie.
Salumi tipici, tra cui il famoso suino nero dei Nebrodi.
Piatti della cucina siciliana, come la pasta con il sugo di maiale e le scacce ragusane.
Dolci tradizionali, come la cassata e i cannoli siciliani.
Come arrivare e quando visitare
Il borgo si trova in una posizione strategica e può essere raggiunto facilmente in auto da Catania, Siracusa e Ragusa. Il periodo migliore per visitarlo è la primavera e l’autunno, quando il clima è mite e ideale per passeggiate tra i vicoli storici e i sentieri naturalistici.
Se siete alla ricerca di una destinazione autentica, lontana dal turismo di massa, questo borgo nel cuore della Sicilia è la scelta perfetta. Un viaggio qui significa scoprire la vera essenza dell’isola, tra storia, cultura e paesaggi indimenticabili.
Parliamo del borgo siciliano di Buccheri, una vera e autentica perla antica della regione e uno scrigno di tesori da scoprire.
Ah, la lingua siciliana! Ricca, colorita, poetica… e piena di tranelli linguistici che possono mettere in crisi chi non la conosce bene. Oggi parliamo di una parola apparentemente innocente, ma che può creare non pochi malintesi: UNNI.
Se sei siciliano, già sorridi. Se non lo sei, lascia che ti spieghi. Unni non è, come potrebbe sembrare a un orecchio inesperto, una persona o una creatura misteriosa, tipo “l’Unni” che suona come un guerriero barbaro pronto all’attacco. No, no, tranquillo! In siciliano, unni significa semplicemente dove.
Esempio pratico:
“Unni vai?” (Dove vai?)
“Unni stai?” (Dove sei?)
“Unni mi lassi?” (Dove mi lasci?)
Ora immagina uno che non lo sa. Sente un siciliano urlare: “Unni si?!” e pensa: “Ma chi è ‘stu Unni? Un capomafia? Un boss? Un’entità mistica?”. E già immaginiamo la scena tragicomica con l’ospite che risponde terrorizzato: “Io? Io non so niente! Non conosco nessun Unni!”
E ancora, se un siciliano entra in un negozio e chiede “Unni su li patati?” e il commesso non capisce il dialetto, potrebbe pure rispondere con un “Signore, qui non vendiamo guerrieri asiatici, solo verdura e ortaggi!”.
Ma non è finita qui! La parola unni può essere ulteriormente complicata dall’aggiunta di “cca” (qui) o “ddà” (là), dando vita a combinazioni come “Unni cca?” (Dove qui?) e “Unni ddà?” (Dove là?). E se ci metti pure un bel “eh!” alla fine, diventa ancora più teatrale: “Unni eh?!” che suona come una sfida epica alla quale nessuno può sottrarsi!
E quindi, amici non siciliani, la prossima volta che un siciliano vi chiede “Unni siti?”, non preoccupatevi! Non è un interrogatorio, non è un codice segreto, non vi stanno cercando per qualche oscuro motivo… Vi stanno semplicemente chiedendo dove siete! E magari vi vogliono pure offrire un cannolo.
La Chiesa di San Nicola a Trapani rappresenta uno dei gioielli architettonici più antichi e affascinanti della città. Avvolta da un’aura di mistero e sacralità, si narra che sia stata edificata su un antico tempio pagano, testimoniando così il passaggio dalla religiosità classica a quella cristiana. Seconda basilica della città per importanza, assieme alla Chiesa di San Pietro, custodisce secoli di storia e cultura trapanese.
Le Origini della Chiesa di San Nicola: Dal Generale Belisario ai Chiaramonte
Le radici della Chiesa di San Nicola affondano nel lontano 536 d.C., quando il Generale Belisario, condottiero bizantino, la fece erigere come luogo di culto di rito greco. Questo collegamento con la cultura bizantina ne fa uno dei più antichi edifici religiosi di Trapani, testimone di un’epoca in cui la città si trovava sotto il dominio dell’Impero Romano d’Oriente.
Nel XIV secolo, la nobile famiglia Chiaramonte, tra le più influenti della Sicilia medievale, prese in custodia la chiesa e la dedicò a San Nicola di Bari, il santo protettore dei marinai e dei viaggiatori. Questa intitolazione non fu casuale: la città di Trapani, fortemente legata al mare, trovava in San Nicola una figura di riferimento per la protezione delle sue genti e delle sue rotte commerciali.
L’Architettura e il Restauro di Giovanni Biagio Amico
Oggi la Chiesa di San Nicola mostra un aspetto tardo cinquecentesco, frutto di rimaneggiamenti successivi che ne hanno arricchito la struttura e il valore artistico. Nel 1749, il celebre architetto trapanese Giovanni Biagio Amico, noto per aver lasciato un’impronta indelebile nell’architettura sacra siciliana, ne rinnovò le tre navate e il transetto, donando all’edificio un aspetto più armonioso e imponente.
All’interno, la chiesa colpisce per la sua sobrietà e maestosità. Le tre navate, scandite da eleganti colonne, conducono lo sguardo verso l’altare maggiore, dove troneggia un’opera d’arte di straordinaria bellezza: un trittico in marmo del 1560 raffigurante il Cristo Risorto, affiancato da San Pietro e San Nicola. Quest’opera, realizzata dallo scultore Antonino Gagini, esponente di spicco della celebre bottega artistica dei Gagini, rappresenta un perfetto esempio della maestria scultorea rinascimentale siciliana.
Un Luogo di Fede e Cultura per i Trapanesi
La Chiesa di San Nicola non è solo un monumento storico, ma un punto di riferimento per la comunità trapanese. Oltre a essere meta di fedeli e studiosi d’arte, essa custodisce secoli di tradizioni, leggende e racconti legati alla città. Il suo legame con il passato bizantino, la nobile famiglia Chiaramonte e l’influenza artistica di Gagini e Amico ne fanno un simbolo di continuità tra passato e presente.
Ogni trapanese dovrebbe visitarla almeno una volta nella vita per immergersi nella sua atmosfera unica, lasciandosi affascinare dalla sua storia millenaria e dai dettagli artistici che raccontano il glorioso passato della città.
La Chiesa di San Nicola è un patrimonio prezioso che merita di essere riscoperto e valorizzato. Che tu sia un appassionato di storia, un amante dell’arte o semplicemente un cittadino curioso, questo luogo saprà regalarti emozioni autentiche e un senso profondo di appartenenza alla tradizione trapanese.
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