Marsala – Si è insediato il nuovo presidente del Tribunale di Marsala. E’ Alfonso Malato, magistrato, 66 anni, originario di Trapani, che torna a Marsala a distanza di quasi trent’anni. Malato prende il posto di Alessandra Camassa, che dal settembre 2024 è presidente del tribunale di Trapani.
Nella città dei Templi ha lavorato per tanti anni prima come giudice della sezione penale e poi come gip. Quando ministro della Giustizia era l’agrigentino Angelino Alfano, è stato direttore generale dei Beni e dei servizi del ministero della Giustizia.
Desidero esprimere le mie più sentite congratulazioni al Presidente Alfonso Malato per il suo insediamento alla guida del Tribunale di Marsala. Il suo ritorno in questa importante sede giudiziaria, con il bagaglio di esperienza e competenza maturato nel corso della sua brillante carriera, rappresenta un motivo di orgoglio per tutto il territorio trapanese.
Sono certo che saprà interpretare con autorevolezza e senso delle istituzioni il delicato ruolo che gli è stato affidato, contribuendo al rafforzamento della fiducia dei cittadini nella giustizia e al buon funzionamento del sistema giudiziario locale.
Al nuovo Presidente, i migliori auguri di buon lavoro da parte mia e dell’intero Libero Consorzio Comunale di Trapani.
Palermo – “Alla presidente del Consiglio, al ministro e poi a tutti i gruppi parlamentari, compresi quelli della maggioranza, sono state ulteriormente rappresentate le motivazioni del nostro assoluto dissenso verso questa riforma che, come abbiamo detto più volte, non giova assolutamente all’efficienza della giustizia”.
Lo ha detto il presidente dell’Anm, Cesare Parodi, incontrando i giornalisti a Palermo, a margine del comitato direttivo centrale dell’Associazione nazionale magistrati che si tiene nell’aula magna della corte di appello del tribunale di Palermo.
“A proposito delle modifiche dell’ordinamento giudiziario che prevede come illecito disciplinare anche quello di parlare di tematiche legate alla giustizia, come possono essere i temi referendari, io spero di no ma ma se dovesse accadere qualcosa che viene a limitare la nostra possibilità come cittadini di manifestare la nostra opinione io quel giorno stesso chiederò di fare un’intervista e rilascerò una dichiarazione sui temi che vengono vietati legati al referendum e il giorno stesso mi autodenuncerò al Csm, se questa è la strada” detto Parodi.
“Io ho sempre detto che – ha proseguito – la magistratura associata in questo momento non fa una opposizione politica ideologica, ma difende dei principi. Se anche difendere questi principi, in termini assolutamente neutri e solamente legati a una difesa di valori, verrà indicato con un comportamento disciplinarmente rilevante, benissimo io sono il primo a porre in essere un un illecito disciplinare non c’è dubbio”.