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Unni in siciliano non significa quello che sembra!
UNNI non è un termine strano in Sicilia?
Redazione15 Febbraio 2025 - Altre Notizie



  • significato unni in dialetto siciliano Altre Notizie

    Ah, la lingua siciliana! Ricca, colorita, poetica… e piena di tranelli linguistici che possono mettere in crisi chi non la conosce bene. Oggi parliamo di una parola apparentemente innocente, ma che può creare non pochi malintesi: UNNI.

    Se sei siciliano, già sorridi. Se non lo sei, lascia che ti spieghi. Unni non è, come potrebbe sembrare a un orecchio inesperto, una persona o una creatura misteriosa, tipo “l’Unni” che suona come un guerriero barbaro pronto all’attacco. No, no, tranquillo! In siciliano, unni significa semplicemente dove.

    Esempio pratico:

    “Unni vai?” (Dove vai?)

    “Unni stai?” (Dove sei?)

    “Unni mi lassi?” (Dove mi lasci?)

    Ora immagina uno che non lo sa. Sente un siciliano urlare: “Unni si?!” e pensa: “Ma chi è ‘stu Unni? Un capomafia? Un boss? Un’entità mistica?”. E già immaginiamo la scena tragicomica con l’ospite che risponde terrorizzato: “Io? Io non so niente! Non conosco nessun Unni!”

    E ancora, se un siciliano entra in un negozio e chiede “Unni su li patati?” e il commesso non capisce il dialetto, potrebbe pure rispondere con un “Signore, qui non vendiamo guerrieri asiatici, solo verdura e ortaggi!”.

    Ma non è finita qui! La parola unni può essere ulteriormente complicata dall’aggiunta di “cca” (qui) o “ddà” (là), dando vita a combinazioni come “Unni cca?” (Dove qui?) e “Unni ddà?” (Dove là?). E se ci metti pure un bel “eh!” alla fine, diventa ancora più teatrale: “Unni eh?!” che suona come una sfida epica alla quale nessuno può sottrarsi!

    E quindi, amici non siciliani, la prossima volta che un siciliano vi chiede “Unni siti?”, non preoccupatevi! Non è un interrogatorio, non è un codice segreto, non vi stanno cercando per qualche oscuro motivo… Vi stanno semplicemente chiedendo dove siete! E magari vi vogliono pure offrire un cannolo.

    Viva il siciliano e viva “Unni”




  • Trapani
    Assostampa: i consiglieri comunali di Trapani, informino invece di attaccare i giornalisti
    La vicenda riguarda l'attacco da parte di un consigliere comunale nei confronti della giornalista Chiara Conticello
    Laura Spanò28 Gennaio 2025 - Attualità



  • rapani consiglio comunale polemica Attualità

    Trapani – Verrebbe da dire “il Potere non si critica” soprattutto quando fai un servizio pubblico, cioè informi i cittadini su cosa accade dentro ai palazzi che contano come può essere un Comune, uno a caso quello di Trapani. Si perchè in quel caso ne può addirittura nascere financo un dibattito all’interno di un consiglio comunale, che di cose da fare ne ha è parecchio per il bene di quei cittadini che lo hanno eletto. E accade così, che una collega, Chiara Conticello, fa un servizio televisivo, fa i conti in tasca ai consiglieri che sono stati eletti dal popolo. Praticamente fa sapere ai cittadini del capoluogo “i consiglieri più assenti e quanto hanno guadagnato”. Nulla di male, sta facendo il suo lavoro di giornalista in una città dove si è abituati a fare come gli “struzzi” a vedere e non parlare.

    Questo tipo di informazione però a qualcuno non è gradito e vivamaria scoppia la polemica in consiglio comunale. Su quanto è accaduto è intervenuta con una nota Assostampa Trapani. Il segretario Vito Orlando con una nota commenta le dichiarazioni di alcuni consiglieri comunali nell’ultima seduta del consiglio comunale di Trapani.

    “Che qualche consigliere comunale si accorga che un articolo o un servizio televisivo non corrisponda a quello che lui vuole comunicare, come ha fatto il consigliere Salvatore Daidone, è nelle cose, ma che poi attacchi la stampa perché informa i cittadini su quello che accade nelle stanze del potere cittadino e sui provvedimenti che si approvano, è assolutamente riprovevole. Se si ritiene che ci sia un’imprecisione, basta chiedere una rettifica, mentre i giornalisti che scrivono del comune, non hanno il professionista dell’informazione con cui interloquire”.

    Il segretario di Assostampa poi continua e chiede lumi su come informa i cittadini l’amministrazione.

    “Ci chiediamo invece: come informa i cittadini l’Amministrazione? Come informa il Consiglio comunale su quello che avviene nel consesso civico e nelle commissioni? Perché l’unico concorso che l’amministrazione Tranchida considera decaduto dopo l’espletazione è soltanto quello per l’addetto stampa? E come mai dai banchi del consiglio non abbiamo udito alcuna voce contraria? Allora facciamo nostre le parole del Papa in occasione del giubileo della comunicazione – conclude il sindacato unitario dei giornalisti -ma ricordiamo al consigliere Baldo Cammareri, che comunicare non solo è ‘una cosa divina’, ma per un ente pubblico è anche un obbligo di legge”.




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