Trapani – Due giorni che hanno il profumo dell’olio d’epoca e il suono pieno di motori senza tempo. Due giorni in cui Trapani, la sua costa e i tornanti che salgono verso Erice si sono riempiti di storia, fascino e persone con gli occhi lucidi di entusiasmo. È questo, più di ogni altro dato, il bilancio della 26ª Rievocazione Storica Trapani – Monte Erice, che ha riportato in vita non solo auto leggendarie, ma anche emozioni che non passano mai di moda.
Tutto è cominciato in Piazza Vittorio Emanuele, cuore pulsante di Trapani, dove i partecipanti hanno fatto ruggire i motori e lucidato le carrozzerie sotto il sole del mattino. Poi via, verso Bonagia: lì, nell’antica tonnara, la voce di Arianna Maggio, ideatrice dei murales che raccontano la storia del borgo, ha toccato il cuore dei presenti.
“Valorizzare il presente senza dimenticare il passato, è questa la nostra missione”, ha detto.
Un pensiero che si sposa perfettamente con lo spirito della manifestazione: ogni auto è una capsula del tempo, ogni curva un frammento di memoria.
Sabato sera, la sfilata notturna ha trasformato il centro storico di Trapani in un salone a cielo aperto. Le luci, i riflessi delle carrozzerie e il calore del pubblico hanno creato un’atmosfera quasi magica. Il concorso dinamico, osservato con attenzione dalla giuria ASI e dalla giuria d’onore, ha premiato non solo l’eleganza delle auto, ma anche la passione degli equipaggi.
Alla cena a Villa Margherita, parole di stima e amicizia sono arrivate da Amodeo, Dell’Aversano e Auccello, esperti e amici del Club Sartarelli:
“Qui si respira un’energia speciale. È molto più di un raduno: è cultura, storia viva, bellezza condivisa.”
Domenica mattina è stata la volta della salita: la Trapani – Monte Erice ha regalato ancora una volta uno spettacolo indimenticabile. Le curve si sono fatte lente, rispettose, quasi affettuose verso chi guida per raccontare, non per vincere. E sul volto dei piloti – giovani, meno giovani, famiglie intere – si leggeva la stessa emozione: essere parte di qualcosa che ha radici, identità, senso.
Il presidente del Club Sartarelli, Alberto Santoro, lo ha detto chiaramente:
“Qui non si corre per il tempo. Si cammina nella memoria. È un modo per fare turismo lento, promuovere la nostra terra, farla scoprire e ammirare con lo stesso amore con cui si guida un’auto d’epoca.”
Accanto a lui, il sindaco di Valderice, Francesco Stabile, ha parlato di un’occasione “non solo culturale, ma anche concreta per far crescere il territorio”.
A vincere, come sempre, è stata l’emozione. Ma ci sono stati anche premi, meritatissimi:
E poi ancora Jaguar, Lancia Aurelia, Alfa Romeo, Ferrari F355: vere e proprie opere d’arte a quattro ruote che hanno attraversato le nostre strade come fossero passerelle.
L’appuntamento è già fissato: la 27ª edizione tornerà il prossimo anno, con nuove sorprese e lo stesso spirito che ha reso grande questa manifestazione.
Perché, come ha detto uno degli equipaggi, mentre accarezzava il volante in legno della sua vettura:
“Non è solo una macchina. È una storia che cammina. E oggi, camminiamo insieme.”