Trapani – Il Tribunale del Riesame di Palermo ha rigettato l’appello presentato dalla Procura di Trapani contro la revoca delle misure cautelari nei confronti di Giuseppe Colletta, Vito Dolce e Vito Polisano, i tre imprenditori funebri coinvolti nell’inchiesta sul presunto giro di mazzette al cimitero comunale di Trapani e le cui posizioni erano state riviste dal gip che li aveva individuati come parti offese.
I difensori, gli avvocati Umberto Coppola per Colletta; Giuseppe De Luca per Polisano e Salvatore Alagna per Dolce hanno sottolineato: «Questo pronunciamento conferma il provvedimento del gip che, all’esito dell’interrogatorio di garanzia, aveva affermato che i tre imprenditori erano persone offese».
I tre imprenditori, erano finiti tra gli indagati nell’inchiesta effettuata dalla Squadra Mobile di Trapani e coordinata dalla Procura, che aveva portato ai domiciliari l’ex necroforo comunale Mario Pizzurro e un operaio del cimitero, Emanuele Renato Grimaudo, accusati di gravi irregolarità nella gestione delle operazioni cimiteriali. Le ipotesi iniziali di corruzione erano però state riviste dal gip che ha parlato di concussione: i tre imprenditori non avrebbero agito con dolo, ma sarebbero stati vittime di pressioni indebite.
Trapani – Consegnati i lavori del “corpo 7” del cimitero comunale di Trapani. “Questi lavori di fatto consentiranno di azzerare la manutenzione delle strutture per i prossimi 50 anni”. Così sottolinea l’ingegnere Pietro Daidone, direttore dei lavori.
“Purtroppo sono lavori indifferibili, il calcestruzzo e’ molto degradato, la presenza di un alta concentrazione di sali al suo interno, unito alla vicinanza del mare, hanno condotto a pensare e progettare – dice Daidone – ad un risanamento fuori dagli schemi ordinari, considerando la straordinarietà dell’ubicazione”.
Trapani addirittura diventa precursore di questo tipo di applicazione, essendo uno dei primi o forse il primo a mettere in atto questo sistema tecnologicamente avanzato. “Un intervento all’avanguardia che consentirà – ribadisce Daidone -, attraverso un monitoraggio continuo della corrosione delle armature, una taratura del modello che, potrà essere utilizzato per gli altri corpi di fabbrica”. Insomma se quanto verrà realizzato in via sperimentale al cimitero comunale sarà in grado di preservare dalle intemperie la struttura, questo sistema potrà essere utilizzato per tutti i corpi di fabbrica della città che “soffrono” dello stesso atavico problema dovuto soprattutto alla vicinanza con il mare.
“Lungimirante l’amministrazione che con il proprio ufficio tecnico ha avvallato un intervento piu’ costoso, si parla del 20% in più, ma senza dubbio definitivo- dice Daidone – con una tecnologia che adatta l’esperienza del risanamento delle infrastrutture, alle costruzioni civili”. Un intervento che sarà realizzato in vari step successivi, utili a monitorare la correttezza dell’idea progettuale e a definire una volta e per tutti un intervento risolutivo, con un carattere prettamente sperimentale. I lavori finanziati per intero con le casse comunali, ammontano a un milione circa.
Il primo stralcio, 100 i giorni previsti, finanziamento 128 mila euro e riguarderà i pilastri del primo piano del “corpo 7”. Se a lavoro finito il risanamento rispecchia in toto il progetto e la sperimentazione, si proseguirà con il 2° step dove sono previsti 330 mila euro e così fino al completamento del progetto. In caso di problemi in corso d’opera si interverrà di conseguenza. Insomma si parla anche di nano tecnologie.
“Ho incontrato in questo fase progettuale tecnici comunali con un grande spirito collaborativo e con una spiccata professionalità, non era facile convincersi della scelta. Chi mi conosce lo sa quanto sono testardo” – dice Daidone che sicuramente sa di avere sulle spalle una grande responsabilità. I lavori sono stati affidati alla ditta Promedil Di Stefano Giorgio e partiranno a brevissimo con le indagini strumentali e tutti quegli elementi necessari a rendere fruibile il corpo 7 anche durante i lavori”.