Trapani – Si è aperta con un minuto di silenzio dedicato a Pietro Zito, l’operaio morto sul lavoro a Trapani schiacciato da una porta blindata, la manifestazione a Trapani dedicata ai prossimi cinque referendum per i quali saremo chiamati a votare. Un dovere andare alle urne per il referendum del prossimo 8 e 9 giugno. Un dovere esprimere cinque si rispetto ai quesiti che ci verranno posti, che riguarderanno, lo ricordiamo, lavoro, sicurezza, dignità, cittadinanza e democrazia. In una parola la difesa dei più sani e importanti principi sanciti dalla nostra Costituzione.
Ieri sera a Trapani, presso la Casina delle Palme, si è tenuta una delle dieci manifestazioni organizzate in Sicilia per l’apertura della campagna referendaria. L’impegno è doppio per vincere. Spingere gli elettori ad andare al voto, il referendum per essere valido deve raggiungere il quorum della maggioranza degli aventi diritto, e che vincano i Si. A spingere questa campagna referendaria è la Cgil , a Trapani del comitato referendario fanno parte partiti politici, con il Pd, il Psi, Rifondazione Comunista, Sinistra Italiana, Sinistra Futura e associazioni come l’Anpi, Arcigay, il Comitato per la difesa della Costituzione Italiana, Libera e Articolo 21. Andare a votare intanto, un dovere. Lo ha ricordato Angela Biondi della segreteria regionale Cgil.
Nel nostro paese oggi la generazione maggioritaria è quella che non ha mai conosciuto i divieti ad esprimere una idea, una proposta, i divieti ad andare alle urne. Per ottenere questi diritti tanta gente ha combattuto e perduto la vita, opponendosi alla dittatura fascista. Andare alle urne significa difendere questa conquista, rendere onore a chi ha permesso questa vittoria e impegnarsi a passare il testimone. Il rischio è quello che la storia si ripeta, e torni indietro come una ruota. Ed allora lo slogan di questa campagna “il voto è la nostra rivolta”.
E poi ci sono da votare i referendum con i cinque Si. Anche qui si tratta di difendere i principi fondamentali della Costituzione Italiana: stop ai licenziamenti illegittimi, più tutele alle lavoratrici e ai lavoratori delle piccole imprese, stop al lavoro precario, più sicurezza sul lavoro, più integrazione con la cittadinanza italiana. Tutti temi affrontati ieri sera alla Casina delle Palme.
In particolare toccante è stata la lettura fatta da Tiziana Ciotta della lettera della moglie di un operaio morto di lavoro, era un operaio dell’Ilva, la famosa acciaieria pugliese, e poi la lettura a più voci della storia di un bracciante indiano rimasto ferito nei campi dove lavorava e abbandonato a morire davanti ad un ospedale di Roma. Una forte autocritica è stata espressa dal deputato Pd Dario Safina, “aver sostenuto e introdotto il jobs act è stato un grave errore”, mentre il segretario Psi Salvatore Galluffo ha parlato di diritto a riconoscere la cittadinanza perché in caso contrario al nostro Paese sarà proibito crescere. La campagna per i cinque referendum a Trapani è cominciata in questo modo, Con una buona presenza di persone in piazza, giovani e adulti, e poi il tutto accompagnato dalla musica degli “Evidenz”. Le iniziative non si fermano qui, continueranno in tutta la provincia. A guidare il comitato referendario è l’ex segretario Cgil Saverio Piccione.
Trapani è una città ricca di storia e cultura, e uno dei capitoli più affascinanti del suo patrimonio architettonico è rappresentato dallo stile Liberty. Questo movimento artistico, noto anche come Art Nouveau, ha lasciato un segno indelebile nella città, con edifici che riflettono eleganza, creatività e un gusto raffinato per i dettagli floreali e ornamentali.
Il viaggio virtuale inizia dal Villino Nasi, uno dei simboli del liberty trapanese. Seguiranno altri luoghi del liberty per osservare significativi esempi dello stile floreale affermatosi nei primi decenni del ‘900.
Proseguendo da via Baracche, passando per via Carolina fino a Piazza Generale Scio, si incontra il Palazzo dei Mutilati. Questo edificio eclettico dei primi del Novecento presenta riferimenti al “liberty” e al “déco”.
L’itinerario continua in Corso Vittorio Emanuele alla scoperta delle facciate “liberty” e “déco”.
Nella piazza Carlo Alberto Dalla Chiesa si trova la Casina delle Palme, una delle più significative espressioni del liberty trapanese progettata dall’architetto Francesco La Grassa come “Cafè chantant”. Ora è di proprietà del Comune di Trapani.
L’itinerario prosegue in via XXX Gennaio con la visita a Palazzo Montalto, opera dell’architetto Francesco La Grassa.
In via Ammiraglio Staiti, ci soffermiamo sulla facciata di Palazzo Occhipinti – D’Alì, un esempio interessante di stile floreale.
L’itinerario liberty nel centro urbano di Trapani comprende Casa Agueci in via San Michele, un raffinato esempio di stile floreale con decori a mazzi di fiori e una singolare inferriata all’ingresso.
In via Osorio troviamo Casa La Barbera, un esempio di architettura dei primi del Novecento progettata da Francesco La Grassa.
Il Palazzo delle Poste, progettato da Francesco La Grassa agli inizi degli anni ’20, rappresenta un’importante testimonianza del liberty trapanese.
In via Vespri si possono ammirare due palazzi liberty: la “Casa Verde” e la “Casa Rossa”, edificati dai fratelli Ferrante. La “Casa Verde” è uno dei più vistosi esempi di art nouveau a Trapani, mentre la “Casa Rossa” presenta un’architettura più rigida e volumetrica.
Scopri di più e immergiti nelle bellezze del liberty trapanese con questi itinerari virtuali, un viaggio tra storia, arte e architettura.