Trapani
Non è malagiustizia, è malgoverno
Lo sciopero dei giudici e dei magistrati contro una riforma che colpisce i cittadini nei loro diritti, dall'altra parte un Governo che vuole scardinare la Costituzione perché nata dall'antifascismo
Rino Giacalone28 Febbraio 2025 - Cronaca



  • crisi della giustizia italiana Cronaca

    Trapani – Sono stato in questi giorni in giro per Tribunali a chiedere notizie su come va l’amministrazione della Giustizia nell’anno domini Meloni e Nordio. E da Milano a Trapani, passando per Marsala e Palermo, ho trovato le stesse risposte: senza risorse non si amministra giustizia. Si, credetemi, il tema centrale è questo. Il capitolo di bilancio della Giustizia è quasi asciutto, e questo pare sin dall’origine anche dell’ultima legge di bilancio, e i capi degli uffici, presidente di Tribunale e Procuratori della Repubblica, ogni mattina debbono essere un po’ leoni e meno gazzelle, debbono mettersi alla caccia di risorse per far funzionare gli uffici.

    Da Milano a Trapani: gravissima la carenza di personale amministrativo

    Uffici che da Milano a Trapani fanno il conto con una gravissima carenza di personale amministrativo, a Trapani tra poco apporranno in Procura una targa a perenne ricordo dell’ultimo dirigente amministrativo visto girare per quegli uffici, cosa che costringe il capo della Procura a fare le veci del dirigente amministrativo. Per non parlare delle novità informatiche appena introdotte. Trovare un sistema che funziona è cosa rara, le nuove applicazioni sembrano essere nate obsolete, e però al Ministero di Grazia e Giustizia hanno dimenticato che come ogni novità informatica la stessa debba essere un qualche modo accompagnata da personale apposta formato, specializzato, così se c’è un intoppo qualcuno possa subito risolverlo. Dicono al ministero che questo aspetto è stato dimenticato.

    E questo è quello che è possibile cogliere al volo, mettendo piede, anche per poco tempo, negli uffici giudiziari. L’ultima è stata appresa ieri: dinanzi ad un grave vuoto di organico dei magistrati nell’ufficio della Procura, in tre mesi a Roma, al Csm, non si è riuscita a sbloccare la procedura per applicare nell’ufficio inquirente trapanese anche un solo pm. Il “volontario” c’è, manca l’assenso.

    E però cari lettori volete mettere la novità che risulterà decisiva per le sorti della Giustizia e nostre? Tra poco le carriere di giudici e pm verranno separate. Evviva gridano dal Governo, dalla maggioranza post fascista e hip hip urrà gridano gli avvocati. Non ci si rende conto che tra poco da separare resterà poco o nulla se via via gli organici di giudici e magistrati sono destinati ad assottigliarsi.

    Adesione allo sciopero totale a Trapani e Marsala

    Ieri le adesioni allo sciopero sono state in media dell’80 per cento, a Trapani adesioni totali, anche a Marsala. “I Magistrati del Tribunale e della Procura della Repubblica di Trapani, all’unanimità, hanno aderito allo sciopero del 27 febbraio – dice il giudice Giancarlo Caruso al vertice della sottosezione dell’Anm di Trapani – E’ stata una giornata storica per la magistratura italiana che mai, nella sua storia, aveva trovato una compattezza e un’armonia di intenti così profonde, segno tangibile della gravità della situazione attuale. E’ in gioco, infatti, – evidenzia il giudice Caruso – l’autonomia e l’indipendenza della magistratura requirente e, con essa, il principio dell’uguaglianza di tutti i cittadini dinanzi alla legge. La giornata di domani è solo l’inizio di una mobilitazione dei magistrati italiani che intendono comunicare e spiegare ai cittadini i danni che queste riforme potrebbero arrecare al funzionamento della giustizia e allo stato di diritto”.

    sciopero magistratiAll’ingresso del Palazzo di Giustizia di Trapani l’Anm ha collocato la sagoma di una persona con addosso una toga e affianco la spiegazione delle ragioni dello sciopero, perché coì chiunque possa documentarsi. Ma non saremo onesti nel tacere su tutto quello che sta accadendo. La Costituzione nata da un larghissimo confronto parlamentare sta per essere smontata da una maggioranza che odia il confronto politico. Una maggioranza che ragiona con la forza dei numeri, e se i numeri non ci sono si fanno le leggi perché ci siano. Post fascismo non è altro. Vogliono incidere col bisturi sulla Costituzione, così come i mafiosi col loro bisturi incidevano sui territori. Magistrati e giudici spossessati di metodi investigativi, reati cancellati, prescrizioni a portata di mano per i colpevoli a danno delle vittime, giornalisti imbavagliati, decreto sicurezza che autorizza a delinquere e che limita gravemente quelle forme di dissenso che costituiscono uno degli architravi della nostra democrazia e poi lesioni gravi del principio di uguaglianza e delle libertà. Per non parlare della caccia al migrante invece che farla ai trafficanti di uomini, ai torturatori, le deportazioni in Albania.

    C’è chi recita la parte del famoso “spaventato del presepio”, facendo finta di essere sorpreso racconta di scioperi incostituzionali. Facendo finta di non vedere che da anni ci sono Governi, ultimo di più di altri, che hanno affondato la Costituzione espropriando il Parlamento del potere legislativo. Ne vogliamo parlare? Vogliamo prendere atto che siamo in presenza di un processo degenerativo che va aumentando con carattere esponenziale. Il tema cari lettori non è la separazione dei poteri tra giudici e pm, che non ha ragione di esistere perché i numeri su procedimenti e sentenze dicono tanto sulla già esistente indipendenza tra i due uffici, inquirente e giudicante, e che in anni di perenne crisi finanziaria, separare significa duplicare i costi della macchina giudiziaria, così per fare due veloci esempi, senza dimenticare che la figura che si vuole tratteggiare è quella di un pm sottoposto al potere esecutivo. No il tema non è la separazione delle carriere ma semmai la pericolosissima concentrazione di poteri che si vuole attuare con la riforma Nordio. La magistratura e non il potere esecutivo è un presidio essenziale per la tutela dei diritti. L’indipendenza e l’autonomia sono gli antidoti contro la concentrazione dei poteri. Il CSM presieduto dal Capo dello Stato rappresenta il connotato essenziale per questo equilibrio. Ma c’è un Governo che vuol agire anche senza attendere le riforme. Impedendo ai giornalisti di scrivere e ordinando all’intelligence attività di intercettazioni illegali, poi quando le cose si scoprono cadono tutti dal pero! Non stanno mettendo in discussione la Giustizia, la libertà d’informazione, stanno mettendo in discussione la Democrazia!




  • Italia
    Filippo Mangiapane nuovo Presidente nazionale del sindacato nazionale di area radiologica
    “Priorità a personale, tutela medici e innovazione”
    Redazione5 Febbraio 2025 - Salute



  • Salute

    Roma – Il presidente di OMCEO Trapani Filippo Mangiapane è il nuovo presidente nazionale del sindacato di area radiologica Snr che vede tra i propri iscritti i medici radiologi, medici nucleari, radioterapisti e fisici sanitari. Giulio Argalia, alla guida del Sindacato dal 19 gennaio 2024, è confermato come Segretario Nazionale, così come Giovanni Mandoliti, Segretario Amministrativo. Vicesegretario Nazionale è Gabriele Gasparini. Le elezioni si sono svolte ieri a Roma presso l’Hotel “The Hive” a Roma.

    Sono onorato di poter rappresentare, in qualità di Presidente, i dirigenti sanitari dell’area radiologica. Voglio ringraziare il Consiglio Nazionale per la fiducia accordatami – ha dichiarato Mangiapane – e sono consapevole delle sfide che ci attendono. I temi su cui ritengo sia necessario concentrare l’attenzione riguardano la carenza di personale nelle strutture sanitarie pubbliche, la depenalizzazione dell’atto medico e l’impiego delle nuove tecnologie”.

    Emergenza personale e burnout nei reparti di radiologia

    La carenza di personale – ha proseguito Mangiapane – rappresenta la nuova emergenza sanitaria dopo il Covid-19. Il Servizio Sanitario Nazionale non è più attrattivo come un tempo: da un lato, i giovani professionisti preferiscono la libera professione, che offre migliori condizioni economiche e un miglior equilibrio tra vita privata e lavorativa; dall’altro, i medici con più esperienza si dimettono dal pubblico dopo anni di sacrifici e turni massacranti. Gli organici ridotti all’osso generano un sovraccarico di lavoro, un aumento del rischio di burnout tra i professionisti e una maggiore esposizione ad aggressioni da parte di pazienti esasperati. Tutto questo porta anche a un incremento esponenziale del contenzioso medico-legale”.

    Depenalizzazione dell’atto medico e medicina difensiva

    In questo clima di pressione e aggressività – ha sottolineato il Presidente del Sindacato – molti medici adottano comportamenti sempre più prudenti, alimentando il fenomeno della medicina difensiva. Questo approccio ha un costo elevatissimo per il sistema sanitario: le commissioni parlamentari stimano un impatto economico di circa 13 miliardi di euro all’anno, risorse che potrebbero essere utilizzate per migliorare le condizioni lavorative e allineare le retribuzioni della dirigenza sanitaria a quelle dei colleghi europei. Depenalizzare l’atto medico significherebbe garantire da un lato il giusto risarcimento al paziente in caso di errore, dall’altro permettere ai medici di lavorare con maggiore serenità e senza il timore costante di conseguenze legali sproporzionate”.

    L’innovazione tecnologica e il ruolo dell’intelligenza artificiale

    Infine, Mangiapane ha evidenziato il ruolo chiave dell’innovazione tecnologica nel settore radiologico: “Il nostro lavoro è sempre più complesso e in continua evoluzione. L’avanzamento tecnologico e, in particolare, l’intelligenza artificiale ci pongono di fronte a nuove sfide culturali e professionali. Noi radiologi ci siamo già adattati a cambiamenti epocali, come l’introduzione della TAC e della risonanza magnetica, e oggi dobbiamo affrontare l’integrazione dell’IA nella pratica clinica. È fondamentale definire un perimetro normativo chiaro per il corretto utilizzo dell’intelligenza artificiale, che metta al centro il rapporto medico-paziente e salvaguardi la qualità della cura”.

    Un impegno per il futuro della professione e dei pazienti

    Siamo pronti a lavorare per costruire un futuro migliore per la nostra professione e per la salute dei pazienti – ha concluso il Mangiapane -. Affrontare queste sfide con determinazione e visione strategica sarà fondamentale per garantire un sistema sanitario più equo, sicuro e innovativo”.




  • Trapani
    Carcere di Trapani, rinvenuti dalla polizia due smartphone
    Il ritrovamento nel corso di controlli approfonditi nel reparto "Ionio"
    Laura Spanò19 Gennaio 2025 - Cronaca



  • Carcere di Trapani, rinvenuti dalla polizia due smartphone Cronaca

    Trapani – Controlli serrati sono stati effettuati questa settimana all’interno del carcere Pietro Cerulli di Trapani. Nel corso di una perqusizione effettuata dal personale di polizia in servizio presso la casa circondariale, sono stati rinvenuti e sequestrati due apparati smartphone nell’illecita disponibilità di detenuti che si trovano ristretti nella sezione del circuito ad alta sicurezza “Ionio”. A darne notizia è il segretario provinciale del Sinappe Rocco Parrinello. “Il ritrovamento – dice Parrinello – mette in risalto ancora una volta le straordinarie capacità d’intelligence e d’intervento operativo della polizia penitenziaria, che operano quotidianamente in condizioni rese molto difficili, oltre per la carenza di personale rispetto l’organico previsto, anche per il grave sovraffollamento e le anomalie strutturali”.

    Servono 120 nuove unità:

    Per quanto riguarda la carenza di personale sicuramente nulla potrà cambiare l’arrivo previsto di 9 unità a Trapani, 2 a Favignana e 1 a Castelvetrano. In realtà servono oltre 120 unità di cui sicuramente 80 a Trapani; 30 a Favignana, 10 a Castelvetrano.

    Un controllo sempre più accurato:

    “La professionalità e l’arguzia degli agenti in servizio – dice ancora Parrinello – aiuta certamente a mettere una toppa sulle molteplici falle del sistema, ma rimane il fatto che telefonini, smartphone, sostanze stupefacenti, e più in generale, oggetti non consentiti penetrano ancora oggi all’interno delle carcere. Ciò dimostra ancora una volta come sia sempre più urgente schermare gli istituti penitenziari, per evitare traffici illeciti e problemi di sicurezza legati all’utilizzo illegali dei telefoni”.

    I sindacati:

    Da anni i sindacati chiedono agli uffici competenti di schermare le carceri e di dotare tutti i reparti del corpo di polizia penitenziaria di opportuni sistemi per rendere inattivi l’uso illecito di telefoni cellulari in cella e il sorvolo di droni con materiale vietato e pericoloso. Lo stesso sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove nel corso di un convegno a Palazzo San Macuto a Roma aveva anticipato: «Stiamo valutando la possibilità di schermare gli istituti penitenziari d’Italia, creando delle apposite white list riservate ad esempio ai soli cellulari degli agenti della polizia penitenziaria. È inaccettabile che persino in istituti minorili ci siano delinquenti che raccontano la loro vita carceraria sui cellulari come se fossero dei rapper. Inoltre allo studio del governo c’è una proposta per negare benefici a chi aggredisce uomini della penitenziaria in carcere». La dichiarazione è del febbraio 2024, siamo a gennaio 2025 ma ancora non è stato fatto nulla e all’interno delle carcere continuano ad arrivare di tutto in barba al lavoro quotidiano degli agenti di polizia.





  • Altre Notizie
  • Altre Notizie di Cronaca
    Redazione
    Redazione
    Redazione
    Laura Spanò
    Bulgarella contro Tranchida
    Laura Spanò
    Arresto spaccio Palermo Ballarò.
    Redazione
    arresto spaccio Erice 19enne
    Redazione
    Redazione
    Redazione
    Redazione
    incidente strtadale
    Redazione
    Redazione