Trapani
Carcere Trapani: polizia peniteniziaria in stato di agitazione
I sindacati: “Da oggi in stato di agitazione senza soluzioni alzeremo le iniziative di lotta”
Redazione4 Luglio 2025 - Cronaca



  • Carcere di Trapani, rinvenuti dalla polizia due smartphone Cronaca

    Trapani – “lo avevamo dichiarato unitamente ai nostri Segretari Regionali al Provveditore della Sicilia nell’incontro avuto a Palermo il 23 giugno u.s, che avremmo aspettato dieci giorni, ma visto il silenzio stiamo mettendo in campo le azioni di lotta preannunciate”.

    A sottolinearlo sono i segretari provinciali dei sindacati di categoria di Trapani, Gaspare D’Aguanno (Sappe) Rocco Parrinello (Sinappe) Fausto Caruso (Osapp) Vito la Torre (UilPa PolPen) Arcangelo Poma (Uspp) Dario Schifano (Fns Cisl).

    Le problematiche all’interno del Pietro Cerulli

    “Siamo stati chiari, abbiamo descritto una situazione drammatica, tra cui la carenza di oltre 80 unità aggravate dal fatto che sia il Dipartimento di Roma e di riflesso il Provveditorato della Sicilia considerano nella forza operativa ben 26 unità di Polizia Penitenziaria che sono impegnati in servizi non interni, che di fatto hanno penalizzato il carcere di Trapani. Considerare nell’organico 26 unita che non lavorano dentro il carcere significa gonfiare la pianta organica, causando minori assegnazioni di personale di tutti, situazione che da oltre 10 anni penalizza ingiustamente il carcere Pietro Cerulli di Trapani, che sta pagando anche il fatto che l’aumento di 250 detenuti con la costruzione del padiglione “adriatico” non ha ricevuto neppure l’adeguamento dell’organico di Polizia Penitenziaria”.

    Le richieste al Provveditorato

    “Al Provveditore– scrivono D’Aguanno, Parrinello, Caruso, La Torre, Poma, Schifano – abbiamo detto che senza un reparto isolamento il controllo dei detenuti psichiatrici, altri che hanno posto azioni violente contro l’ordine e la sicurezza, e quelli sottoposti al regime di 14/bis espone a rischio la sicurezza del personale operante, che continua giornalmente ad espletare turni di 8/10/12/ ore continuative, denunciando anche la drammatica situazione strutturale del reparto mediterraneo che se fosse una struttura privata già sarebbe stata chiusa con i sigilli”.

    Da qui l’inizio della protesta congiunta.

     




  • Trapani
    Le criticità del Pietro Cerulli al centro dell’incontro con il Provveditore dell’amministrazione penitenziaria
    A Palermo i rappresentati delle sigle sindacali del Corpo della polizia
    Redazione24 Giugno 2025 - Cronaca



  • Cronaca

    Trapani – Finalmente i rappresentanti delle principali sigle sindacali del corpo della polizia penitenziaria ha incontrato il Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria di Palermo.

    Un incontro per denunciare le gravi criticità che affliggono il carcere Pietro Cerulli, al centro di queste ultime settimane di disordini e tafferugli.

    Nel corso della riunione sono emerse le criticità riscontrate all’interno della casa circondariale più volte denunciato a partire dall’organico reale che risulta ben al di sotto delle necessità operative: le sigle hanno chiesto l’immediata rettifica della pianta organica ufficiale, che include attualmente 25 unità non utilizzabili, di cui 22 assegnate al sito riservato e 3 al NIR. Una situazione che falserebbe il quadro complessivo del personale disponibile.

    I rappresentanti delle organizzazioni sindacali hanno denunciato la carenza strutturale di circa 100 unità, con una ulteriore emergenza emersa per le prolungate assenze di una ventina di agenti in convalescenza a seguito di aggressioni subite in servizio.

    Tra le criticità sollevate, anche l’emissione di ordini di servizio ritenuti poco funzionali e fonte di tensioni interne, che minano l’efficienza operativa e rischiano di sfociare in provvedimenti disciplinari contro agenti costretti a operare in condizioni estreme.

    La situazione del reparto isolamento

    Situazione insostenibile nel reparto isolamento. A tal proposito il Provveditore ha annunciato lavori di riqualificazione nel 2026 anche se i sindacati, hanno chiesto soluzioni provvisorie immediate per garantire almeno il minimo di sicurezza e dignità lavorativa.

    Altro punto caldo, la gestione dei detenuti protagonisti di rivolte interne, alcuni dei quali ancora presenti nell’istituto. Mentre sono in corso procedimenti disciplinari complessi legati al regime di sorveglianza particolare i sindacati chiedono interventi urgenti per tutelare il personale, già duramente provato.

    Al termine dell’incontro, le organizzazioni sindacali hanno lanciato un ultimatum: se entro dieci giorni non arriveranno risposte concrete e atti ufficiali, partiranno azioni di protesta, con manifestazioni pubbliche e presidi permanenti, con il coinvolgimento del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e del Ministero della Giustizia. “Il personale non può più aspettare – è stato il messaggio unanime delle sigle – servono soluzioni ora, non promesse per il futuro.”




  • Trapani
    Carcere di Trapani: detenuti barricati, 5 agenti feriti
    Reclusi del reparto Mediterraneo ancora in agitazione
    Redazione17 Giugno 2025 - Cronaca



  • Carcere di Trapani, rinvenuti dalla polizia due smartphone Cronaca

    Trapani – Violenti disordini sono in corso nel carcere Pietro Cerulli di Trapani da stamane, messi in atto da alcuni detenuti.

    “La situazione e’ molto critica – spiega Gaspare D’Aguanno segretario provinciale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe) – poiche’ una quindicina di detenuti si e’ barricata della saletta scuola del secondo piano del Reparto Mediterraneo. Si sono attrezzati con armi rudimentali: gia’ cinque poliziotti sono rimasti contusi mentre sono in atto anche devastazioni della Sezione. Mi sembra evidente che c’e’ necessità di interventi immediati da parte degli organi ministeriali e regionali dell’Amministrazione Penitenziaria, che assicurino l’ordine e la sicurezza in carcere a Trapani tutelando gli Agenti ed il personale tutto che vi presta servizio. Ed e’ grave che non siano stati raccolti, nel corso del tempo, i segnali lanciati dal SAPPE sui costanti e continui focolai di tensione nelle carceri siciliane”.

    Il segretario generale del SAPPE Donato Capece giudica la condotta dei detenuti violenti “irresponsabile e gravissima: sono quotidiane le nostre denunce con le quali evidenziamo che le carceri in Sicilia (in sono ristrette in cella oltre 7.000 persone) sono ad alta tensione: chi aggredisce un poliziotto aggredisce lo Stato e la risposta deve allora essere ferma ed immediata, anche riaprendo carceri nelle isole come Pianosa”.

    Rinnova al DAP la richiesta di potenziamento degli organici della Polizia Penitenziaria dei Reparti regionali, rammentando che “la popolazione carceraria nazionale attuale è composta per un 30% di detenuti in attesa di giudizio; 30% di detenuti extracomunitari e un 20% di tossicodipendenti”. Il leader nazionale del SAPPE ricorda infine che “il SAPPE da decenni chiede l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene ma anche la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinari”.

    E torna a chiedere la dotazione, per il personale del Corpo, di strumenti di tutela e garanzia non letali come i flash ball ed i bola wrap: il primo è un fucile che spara proiettili di gomma, già in dotazione alla Polizia Penitenziaria francese, mentre la seconda è un’arma di difesa che spara lacci bloccante le gambe dei riottosi, anch’essa già in uso ad alcune Polizie locali di alcune città italiane. “Qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!” conclude Capece.




  • Trapani
    Agenti aggrediti al Pietro Cerulli, in dieci finiscono al pronto soccorso
    Dura nota del segretario regionale della Uilpa Gioacchino Veneziano
    Redazione31 Maggio 2025 -



  • Trapani – Ormai non si contano più le aggressione ai danni di agenti della polizia penitenziaria in servizio al carcere Pietro Cerulli. L’ultima oggi. Un detenuto ghanese nel momento in cui doveva essere trasferito in una cella singola, si è scagliato con violenza con altri poliziotti, ferendone complessivamente dieci che sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso.

    Sulla vicenda è intervenuto il segretario regionale della Uilpa Gioacchino Veneziano

    L’avevamo detto che l’escalation di violenza al carcere di Trapani stava superando il livello di guardia ma nessuno ascolta le nostre denunce e non vogliamo immaginare che la policica e il Dap aspettano che accada qualcosa di irreparabile”. E poi provocatoriamente continua: “Dopo che il carcere di Trapani è stato pubblicizzato di essere un posto di torturatori, scopriamo che giornalmente i torturati sono i poliziotti penitenziari, feriti, oltraggiati e umiliati da aggressioni che non possono fronteggiare perché privati di qualsiasi strumento legislativo che eviti loro il rischio penale, ovvero per arginarle basterebbe avere il taser in dotazione come tutte le altre forze di polizia”.

    Veneziano ricorda anche la carenza di personale all’interno del Pietro Cerulli

    La carenza di personale rende più vulnerabile la sicurezza del personale, visto che gli oltre 570 detenuti sono controllati nell’arco delle 24 ore al massimo da 90 unità divisi nei tre turni. E questo malgrado il capo del personale aveva promesso una congrua integrazione di personale all’uscita del 184° corso agenti e del IX corso per ispettori ,promessa non rispettata”.




  • Trapani
    Nuova aggressione nei confronti di agenti nel carcere Pietro Cerulli
    La denuncia della segreteria del Sinappe
    Laura Spanò20 Maggio 2025 - Cronaca



  • Cronaca

    Trapani  – Seconda aggressione in due giorni all’interno del carcere Pietro Cerulli di Trapani. Lo denuncia il segretario provinciale del sindacato Sinappe Rocco Parrinello, che sottolinea – come l’aumento degli episodi violenti mette a rischio non solo la sicurezza degli operatori, ma anche l’intero sistema penitenziario.

    Il primo episodio si è verificato solo domenica scorsa. Un detenuto con l’intento di scatenare una rissa ai passeggi ha sottratto le chiavi ad un agente in servizio causandogli un trauma al polso. La situazione si è ulteriormente aggravata in quest’ultima occasione quando presso il reparto Adriatico, un detenuto con problemi psichiatrici, dopo continue minacce all’agente di servizio lo ha aggredito con forza.

    Per entrambi gli episodi è stato necessario il trasporto degli agenti al pronto soccorso.

    “Il sindacato Sinappe si augura che si possano adottare misure concrete e tempestive per tutelare il lavoro della polizia penitenziaria. Il Sinappe ha inoltre sollecitato l’introduzione di strumenti di difesa come il taser, l’adozione di body-cam e maggiori investimenti in tecnologia e sicurezza. Servono interventi concreti, non dichiarazioni di principio. I poliziotti penitenziari operano in condizioni sempre più dure, ma continuano a garantire l’ordine con professionalità e coraggio”.

    Infine il sindacato in ambito provinciale  ha annunciato che valuterà nei prossimi giorni lo stato di agitazione, per chiedere risposte chiare e rapide per tutelare la sicurezza di chi lavora ogni giorno nella prima linea delle carceri italiane.

     





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