Trapani – I Carabinieri della Compagnia di Trapani hanno arrestato due pregiudicati calabresi di 60 e 56 anni per detenzione illecita di sostanze stupefacenti.
I due sono stati fermati nel corso di un posto di controllo alla circolazione stradale alle porte della città e, alla luce dei loro numerosi precedenti di polizia e del fatto che non veniva fornita una motivazione della loro presenza nella città di Trapani, i militari hanno eseguito una perquisizione personale e veicolare, nel bagagliaio dell’autovettura, sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro circa 3.5 kg. di cocaina.
A seguito dell’udienza di convalida, i due sono stati tradotti presso il carcere di Trapani.
L’odierno arresto e conseguente sequestro di sostanza stupefacente è un ulteriore risultato dell’incremento dei servizi di controllo del territorio finalizzati al contrasto dello spaccio di stupefacenti, svolti sotto la direzione della Procura della Repubblica di Trapani e in piena sinergia con le decisioni assunte in seno al Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica della Prefettura di Trapani.
Partanna – L’hanno battezzata operazione “Alba”. A indicare l’alba di un nuovo giorno, quando finalmente la provincia di Trapani verrà liberata definitivamente dal cancro della mafia ed il lavoro instancabile degli investigatori e dei magistrati è proteso verso questo fine. Nel corso delle perquisizioni trovati armi e soldi in contanti.
In quest’ultima operazione antimafia hanno operato i carabinieri del Comando provinciale di Trapani con il supporto dello Squadrone Eliportato, dei Cacciatori di Sicilia e dei colleghi delle varie stazioni interessate. L’operazione ha colpito la “famiglia mafiosa” di Partanna da sempre vicina ai Messina Denaro.
Cinque le persone raggiunte da ordine di custodia: tre in carcere, per due obbligo di dimora con presentazione all’A.G.
Tutti sono indagati a vario titolo di: associazione mafiosa, porto abusivo di armi, tentata estorsione e favoreggiamento personale. Colpita la famiglia mafiosa di Partanna, da sempre vicina all’ormai ex boss di Castelvetrano Matteo Messina Denaro.
Gli investigatori hanno riscontrato quella che viene definita una “convergenza di illeciti interessi tra esponenti di spicco dalla famiglia mafiosa e imprenditori del settore edile e oleario per il controllo delle attività imprenditoriali”.
A cominciare dalla turbativa procedura concorsuale indetta dal Tribunale di Sciacca per l’acquisizione di capannoni industriali; il condizionamento aggiudicazione appalti pubblici in favore degli stessi indagati o soggetti contigui al sodalizio mafioso; l’assunzione di familiari in imprese olivicole ricorrendo alle forme di intimidazione nei confronti dei legali rappresentanti.
Tra i destinatari della misura cautelare anche Giovanni Luppino, 60 anni, già tratto in arresto il 16 gennaio 2023, pochi minuti dopo Messina Denaro, e già condannato. Luppino secondo gli investigatori, si sarebbe reso responsabile di un tentativo di estorsione ai danni di un imprenditore del settore oleario allo scopo di garantire sostegno economico all’ex latitante. Ai Luppino, nelle scorse settimane sono stati sequestrati i beni.
Trapani – I Carabinieri della Provincia di Trapani – con l’ausilio del Nucleo Carabinieri Cinofili di Palermo – hanno svolto una serie di servizi straordinari lungo le principali vie di comunicazione per incrementare i controlli alla circolazione stradale e alle persone sottoposte a misure limitative della libertà personale, nell’ambito di quanto discusso e delineato in seno al comitato provinciale sull’ordine e sicurezza pubblica tenutosi con il Prefetto di Trapani.
Denunciate complessivamente 18 persone, 8 i giovani segnalati alla prefettura, 41 le contravvenzioni, 4 le autovetture poste sottosequestro.
I militari dell’arma hanno proceduto alla denuncia di:
– 7 persone, per guida senza patente;
– 3 persone, per guida in stato di ebbrezza alcolica;
– 3 persone per evasione poiché, ancorché in regime degli arresti domiciliari, non venivano trovate presso le rispettive abitazioni.
– 2 persone per violazione della misura amministrativa del divieto di accesso nel centro cittadino (“daspo urbano”);
– un 18enne, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti (sono stati rinvenuti nell’autovettura in uso e sottoposti a sequestro gr. 25 di marijuana e gr. 56 di
hashish);
– un 37enne, di nazionalità straniera, per ricettazione poiché fermato alla guida di un ciclomotore risultato provento di furto;
– un 30enne, di nazionalità straniera, per violazione dei doveri inerenti alla custodia, poiché fermato alla guida di autovettura già sottoposta in precedenza al fermo amministrativo per pregresse violazioni alla circolazione stradale.
Nel corso dell’attività sono stati:
– segnalati alla Prefettura di Trapani 8 giovani, quali assuntori non terapeutici di sostanze stupefacenti, trovati in possesso di (cocaina, hashish e marijuana) per uso personale,
– elevate 41 contravvenzioni per violazioni al codice della strada;
– sottoposte a fermo amministrativo 4 autovetture non in regola con la prevista documentazione.
Trapani – Due attività di controllo e due zone della provincia di Trapani sotto la lente d’ingrandimento dei militari dell’arma.L’attenzione per l’ambiente è uno degli ambiti su cui le forze dell’ordine e in modo particolare i Carabinieri Forestali del Centro Anticrimine Natura di Palermo sezione di Trapani, si concentrano.
I Carabinieri della Stazione di Favignana hanno denunciato un uomo 60 anni per attività di gestione rifiuti non autorizzata. L’uomo sarebbe stato sorpreso, in località Torretta, a smaltire, da un autocarro, rifiuti edili all’interno di una cava in disuso. I militari, oltre a denunciare il 60enne, hanno anche sequestrato il mezzo.
Analogo intervento è stato effettuato, questa volta dei Carabinieri Forestali del Centro Anticrimine Natura di Palermo – Distaccamento di Trapani, a Calatafimi – Segesta, fove hanno denunciato un 54enne a bordo del proprio autocarro carico di materiale di demolizione, risultato privo delle previste autorizzazioni. Oltre alla denuncia dell’uomo è scattato anche qui il sequestro del mezzo.
Trapani – Prosegue l’attività di contrasto allo spaccio di droga da parte dei carabinieri. L’ultimo arresto riguarda due trapanesi di 65 e 52 anni per detenzione illecita di sostanze stupefacenti.
L’attività è stata eseguita dai Carabinieri della Compagnia di Trapani.
I due sono stati fermati nel corso di un posto di controllo alla circolazione stradale e l’autovettura in uso era risultata priva di assicurazione e revisione. Dopo una perquisizione personale e veicolare i militari rinvenuto e sequestrato 20 grammi di eroina. Tratti in arresto, a seguito dell’udienza di convalida, entrambi sono stati ristretti presso il carcere di Trapani.
Erice – Aveva trasformato la sua abitazione in un fiorente market della droga. In manette è finito un 18enne. L’attività è stata effettuata dai Carabinieri della Compagnia di Trapani e del Nucleo Cinofili di Palermo hanno arrestato.
Il ragazzo è stato sorpreso a spacciare in un appartamento del popolare quartiere di San Giuliano. I militari, con l’ausilio di personale dei Vigili del Fuoco di Trapani, hanno fatto irruzione in
una abitazione, protetta da grate e sorvegliata da telecamere, dove era stato notato un frequente e sospetto accesso di persone. Dopo la perquisizione sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro circa 50 grammi di hashish suddivisi in dosi, materiale per il confezionamento e la somma di 430 euro in contanti. Alla vista del personale il 18enne aveva cercato di disfarsi dello stupefacente che è stata prontamente recuperata nelle condotte fognarie. Al termine dell’udienza di convalida il giovane è stato sottoposto all’obbligo di dimora nel comune di Erice e all’obbligo giornaliero di presentazione alla P.G.
Misiliscemi – Un uomo di 52 anni di Erice è stato arrestato dai Carabinieri della Compagnia di Trapani in flagranza per furto.
I militari di Erice e Misiliscemi, impegnati in un servizio perlustrativo, hanno notato un mezzo fermo davanti l’impianto sportivo di Contrada Bonacerami che da anni è in disuso. Approfondito il controllo i militari dell’Arma, hanno notato l’effrazione dello spogliatoio della struttura, ed entrati hanno sorpreso l’arrestato intento ad asportare infissi per un danno di circa 10 mila euro.
Il 52enne è stato arrestato e, a seguito dell’udienza di convalida, sottoposto agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico mentre la refurtiva è stata consegnata al comune di Misiliscemi.
Trapani – Non tutte le ciambelle riescono col buco, e anche questo avevano messo in conto coloro i quali secondo la Procura antimafia di Palermo facevano parte della cosca mafiosa di Custonaci. Qualcosa non riusciva ma tante altre cose finivano sotto il loro controllo. Particolari che sono stati oggetto ancora nell’udienza di oggi scaturita dall’operazione antimafia “Scialandro” e che si sta svolgendo dinanzi al Tribunale, collegio presieduto dal giudice Daniela Troja con a latere i giudici Marroccoli e Cantone.
Per la seconda udienza consecutiva ha deposto come testimone uno degli investigatori che ha firmato l’informativa, il maggiore dei Carabinieri, Vito Cito, appartenente al Roni del comando provinciale di Trapani. Scorrendo alcune delle tantissime intercettazioni, il maggiore Cito si è soffermato su alcune delle conversazione tra gli indagati che hanno avuto come oggetto l’affidamento diretto di appalti pubblici, come i lavori per il lungomare della frazione di Cornino, la fornitura di servizi alla collettività, come quello idrico, l’intestazione fittizia di beni, ma anche i rapporti con la politica e la pubblica amministrazione. Questo resta un aspetto di grande rilevanza, già per la circostanza che nella giunta comunale all’epoca guidata dal sindaco Giuseppe Morfino, sedeva come vice sindaco Carlo Guarano, tra i condannati nell’altro troncone processuale tenutosi col rito abbreviato.
Proprio scorrendo la parte diciamo “politica” il maggiore Cito ha citato alcune intercettazioni dalle quali è emerso con chiarezza di toni, anche aspri, e non certo leggeri nelle espressioni usate, il fastidio per la cronaca giornalistica della testata Alqamah.it e del giornalista Rino Giacalone, allorquando con un articolo venne resa nota la mancata costituzione del Comune di Custonaci, come parte civile, nel processo che vedeva imputato il riconosciuto capo mafia di Custonaci Giuseppe Costa. Una costituzione che era stata annunciata ma che non venne esercitata. Una vicenda che era stata anche oggetto di una interrogazione in Consiglio comunale da parte dell’opposizione all’epoca rappresentata dall’odierno deputato regionale di Fdi Giuseppe Bica. L’articolo e gli interventi consiliari vennero qualificati – nella migliore delle parole usate – come vespaio mediatico, ma le intercettazioni hanno svelato che la mancata costituzione di parte civile non era stata una dimenticanza, o peggio ancora la conseguenza, lamentata dal sindaco Morfino, di una mancata comunicazione da parte dell’autorità giudiziaria che a suo dire avrebbe dovuto notificare la richiesta di rinvio a giudizio. All’epoca Morfino ebbe anche a lamentarsi della stampa “che non aveva dato notizia dell’avvio del processo contro Costa”.
Ma ieri in aula il maggiore Cito ha fatto cenno al contenuto di una intercettazione dove a parlare con i suoi soliti “quattro amici” era il vice sindaco Carlo Guarano che in particolare così parlava con uno degli attuali imputati accusati di mafia, Mario Mazzara, peraltro imparentato con Giuseppe Costa: “che vuoi compare io ero riuscito a metterci una pietra sopra…Costa quale danno d’immagine poi aveva provocato”. Il nome di Costa è “pesante”, si tratta della stessa persona che è stata anche condannata per aver partecipato al sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo, fu uno dei suoi “carcerieri” nel periodo in cui il ragazzino, figlio del pentito Santino Di Matteo, venne nascosto nella frazione di Purgatorio, prima di essere ucciso per ordine di Brusca. Guarano, lo stesso intercettato a sparlare dei giudici Falcone e Borsellino, o a pretendere che i familiari del giudice Capponnetto dovevano pagare una targa posta in Municipio, da una parte dicevano di combattere Cosa nostra mentre ne facevano parte, e si sperticavano di risate, ancora durante una conversazione è stato sentito esprimere propositi rancorosi contro l’attuale sindaco di Custonaci Fabrizio Fonte, all’epoca esponente dell’opposizione politica al sindaco Morfino, e Giuseppe Bica: “Fonte è pericoloso ci sta rompendo la minchia ” e Mazzara di rimando proponeva che “bisognava alzargli contro le mani”.
Il controllo degli appalti è stato un altro aspetto toccato dal maggiore Cito. Oggetto delle intercettazioni le conversazioni tra Baldassare Bica e il sindaco Morfino, e ancora quelle con Carlo Guarano e l’imprenditore Marceca, quest’ultimo sebbene debitore con il Comune di Custonaci doveva risultare affidatario di alcune opere. Una figura emersa quella di un ex dipendente comunale, Baldassare Campo (il figlio componente della Giunta Morfino) che secondo le indagini si muoveva addirittura “quasi sembrando che il sindaco fosse lui”.
Quando i “quattro amici ” si incontravano, in una occasione furono sentiti dire che “possiamo parlare tutti assieme perché tutti una cosa noi siamo”. “Rapporti equivoci” infine sono stati definiti quelli tra un ispettore all’epoca in servizio alla Dia, Nicola Asta, ora in pensione, con gli imprenditori Marceca e Bica, scoperti “a fare viaggi in Marocco dove si occupavano di affari nel mondo della lavorazione marmifera. Infine il capitolo della distribuzione idrica in città. Un affare finito nelle mani di un altro soggetto frattanto condannato per mafia, Paolo Magro: “lui faceva da autista di una ditta e riceveva da Guarano e Morfino le indicazioni di dove portare l’acqua”.
Trapani – Nell’ambito del normale turn-over periodico, regolato dai profili di impiego dell’Arma dei Carabinieri, nelle ultime settimane si sono avvicendati alcuni Comandanti di Stazione della provincia di Trapani, in località dove la presenza delle Forze di Polizia diventa fondamentale quale unico presidio sul territorio.
A Gibellina è giunto il Maresciallo Capo Enzo Lo Sciuto, proveniente dalla Stazione di Salemi dove ha già retto il comando in sostituzione del titolare.
A Salemi è arrivato, dalla Stazione di Ciavolo, il Maresciallo Ordinario Francesco Leggio, con pregressa esperienza di servizio nel complesso territorio nell’area metropolitana di Napoli, che ha lasciato il posto al Maresciallo Ordinario Diego Angileri, proveniente da un’impegnativa e proficua esperienza presso la Sezione Operativa della Compagnia di Mazara del Vallo.
Trapani – Ruba un ciclomotore e fugge, dopo un inseguimento, bloccato da carabinieri e polizia. E’ accaduto a Trapani. I Carabinieri della Sezione Radiomobile e gli Agenti della Squadra Volante di Trapani hanno arrestato un 18enne trapanese per resistenza a Pubblico Ufficiale.
Il trapanese si era sottratto a un controllo degli agenti dandosi alla fuga in sella di un ciclomotore per le vie del quartiere Fontanelle, ma l’immediato ausilio di una pattuglia dei Carabinieri coordinato dalle centrali operative, ha permesso, con un intervento interforze, di bloccare il giovane e constatare che il mezzo su cui viaggiava fosse oggetto di furto.
Tratto in arresto, a seguito dell’udienza di convalida, il 18enne è stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico mentre il ciclomotore è stato riconsegnato al legittimo proprietario.