Sampieri, Scicli (RG) – Certe mattine iniziano con una scoperta che ha il sapore della speranza. È successo all’alba del 22 maggio, quando la spiaggia dorata di Sampieri si è svegliata con un piccolo miracolo: il primo nido della stagione 2025 di tartaruga marina, deposto da una Caretta caretta, è stato individuato e subito protetto.
A scorgerle per prima, tra sabbia ancora umida e conchiglie smosse dal vento, è stata Salva Caravello, volontaria del WWF e occhi vigili dei monitoraggi quotidiani. Il tempo di chiamare rinforzi, e sul posto è arrivata anche Oleana Prato, biologa e coordinatrice regionale del Progetto Tartarughe. È lei che, insieme ai volontari, ha provveduto a mettere in sicurezza il sito: un recinto discreto, ma ben visibile, che custodisce ora un carico invisibile ma prezioso.
Solo un giorno prima, a Maganuco, c’erano state false speranze: tracce sì, ma nessuna deposizione. Ecco perché la notizia da Sampieri è diventata subito virale tra gli addetti ai lavori, rimbalzando da un gruppo WhatsApp a un altro. “È cominciata”, si sono detti. Ed è una buona notizia per tutti.
L’anno scorso ne sono stati protetti 250 in tutta Italia, e ben 173 solo in Sicilia. Tradotto: 13.700 tartarughine hanno visto la luce sotto lo sguardo attento del WWF. Quest’anno l’obiettivo è fare ancora meglio, anche grazie al progetto europeo LIFE ADAPTS, che punta a salvaguardare le specie mediterranee minacciate, non solo dalla mano dell’uomo, ma anche dagli effetti – sempre più evidenti – del cambiamento climatico.
Dietro ogni nido, c’è un lavoro silenzioso ma incessante. Biologi, operatori, studenti, famiglie intere che si offrono come sentinelle del mare. Stendono corde, leggono tracce, fanno turni notturni. A volte aspettano invano, a volte gioiscono come bambini. Perché ogni uovo che si schiude è una piccola vittoria.
Il mare si alza, le coste si accorciano, le temperature si alzano. Le spiagge diventano sempre meno ospitali, per noi e per loro. Ecco perché questo primo nido non è solo un evento naturale. È un segnale. Un invito a prenderci cura. Di loro, e di noi.
Segui gli aggiornamenti del WWF Sicilia per conoscere i prossimi nidi e scoprire come diventare volontario. Ogni gesto conta. Anche il tuo.
Petrosino – Hai mai pensato di avvicinarti al mondo delle api e dell’apicoltura? Il corso base di apicoltura organizzato a Petrosino (TP) il 17 e 18 maggio 2025 è l’occasione perfetta per farlo. Con la guida esperta del Dott. Girolamo Barracco, apicoltore e naturalista, potrai scoprire tutti i segreti di una pratica antica, sostenibile e oggi più che mai attuale.
Il corso si terrà nella splendida cornice del Baglio Spanò, tra natura e tradizione. È pensato per fornire una formazione intensiva di primo livello, aperta a tutti, anche ai principianti.
Sabato 17 maggio, dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00, si affronteranno i fondamenti dell’apicoltura:
Le lezioni saranno arricchite da materiale audiovisivo e dimostrazioni pratiche in aula.
Domenica 18 maggio, dalle 9:00 alle 12:00, i partecipanti si sposteranno nell’apiario per un’esperienza diretta e immersiva. Sarà l’occasione per:
Sempre più persone si avvicinano all’apicoltura per passione, hobby o nuova professione. L’attività non solo permette di produrre miele, cera, propoli e pappa reale, ma rappresenta anche un importante contributo alla salvaguardia dell’ambiente.
Questo corso base offre le competenze essenziali per muovere i primi passi e aprirsi a un futuro più verde, responsabile e gratificante.
📍 Dove: Baglio Spanò, Petrosino (TP)
📅 Quando: Sabato 17 e domenica 18 maggio 2025
⏰ Orari:
Sabato: 9:00–13:00 e 15:00–18:00
Domenica: 9:00–12:00
📞 Telefono: 388-6926911
📧 Email: giro.barracco@gmail.com
Roma – In occasione della Giornata Mondiale della Salute del 7 aprile, il WWF lancia la nuova edizione della Primavera delle Oasi, una grande iniziativa nazionale all’insegna del benessere psico-fisico grazie al contatto con la natura. Dal 21 aprile al 5 giugno 2025, in oltre 100 Oasi WWF, si svolgeranno centinaia di eventi aperti a tutti: escursioni, workshop, concerti, bioblitz, forest bathing e molto altro.
Stare nella natura aiuta davvero: secondo l’OMS, 1 persona su 8 nel mondo soffre di disturbi mentali, e vivere lontano dal verde aumenta il rischio di depressione, ansia e abuso di sostanze. Il contatto con ambienti naturali, invece, riduce lo stress, migliora l’umore e rafforza il sistema immunitario. Come ha ricordato anche Papa Francesco, “non possiamo fingerci sani in un Pianeta malato”.
Con lo slogan “BenEssere in Natura”, la Primavera delle Oasi propone 7 weekend di immersione nella biodiversità, tra visite guidate, esperienze sensoriali, musica e formazione. Tra gli eventi in programma:
Un’occasione unica per scoprire le meraviglie del patrimonio naturale italiano e ritrovare il proprio equilibrio.
Tra le esperienze più apprezzate c’è il Forest Bathing, ispirato alla pratica giapponese dello “Shinrin-Yoku”: camminare lentamente nei boschi, stimolando i sensi attraverso il contatto con la natura. Studi scientifici confermano benefici significativi:
Grazie al supporto di Golia, AIMEF e Forest Therapy Hub, sei Oasi WWF sono già qualificate come “Oasi del Respiro”. Qui si svolgono percorsi guidati da operatori formati, per regalare ai visitatori un’autentica immersione terapeutica tra alberi, suoni e profumi della natura.
Le Oasi WWF sono il cuore pulsante della conservazione ambientale in Italia. Da oltre 50 anni, queste aree protette custodiscono la biodiversità e offrono esperienze educative, scientifiche e ricreative.
Oggi il sistema conta:
Luoghi di aggregazione, ricerca e sperimentazione, le Oasi WWF sono anche spazi di comunità e innovazione sociale, dove giovani e famiglie possono riscoprire il legame con la terra.
Roma – Fulco Pratesi, 90 anni compiuti 5 mesi fa, fondatore del WWF Italia e pioniere del movimento ambientalista in Italia si è spento oggi a Roma. Architetto, giornalista, autore, disegnatore, fondatore del WWF Italia di cui è stato a lungo Presidente oltre che esempio vivente di ecologismo attivo, Fulco Pratesi è stato la guida per un’intera generazione di naturalisti. È stato anche parlamentare dal 1995 al 1997 con i Verdi. Nel 2020 l’Università di Palermo gli ha conferito la Laurea Honoris Causa in Biodiversità e biologia ambientale. Era Presidente onorario del WWF Italia e Direttore Responsabile dello storico magazine Panda sin dalla sua fondazione. Il suo contributo è stato attivo fino all’ultimo. La moglie Fabrizia – il loro un sodalizio lunghissimo iniziato oltre 70 anni fa – si era spenta meno di 5 mesi fa, il 4 ottobre 2024: lascia 4 figli e 6 nipoti. Il suo inseparabile cagnolino, Robin, 14 anni, se ne è andato nei giorni scorsi, pochi giorni dopo il ricovero di Fulco. Il suo ultimo articolo, dedicato a Federico II, è pubblicato in questi giorni su “Panda”.
E si stringe con commozione alla famiglia Pratesi: i figli Isabella, Carlo Alberto, Francesco e Olympia e tutti i suoi nipoti. Fondamentale il suo contributo alla definizione e approvazione di leggi fondamentali per la tutela della natura italiana, dalla legge 157 sulla fauna a quella sui parchi del 1991. Ma il suo orgoglio più grande erano le oltre 100 Oasi del WWF che amava e conosceva una per una. Fulco Pratesi ha reso migliore il nostro Paese per tutti questi motivi e tanti altri, a cominciare dalla grande vocazione alla divulgazione: storico collaboratore del Corriere della Sera, ha pubblicato una dozzina di libri e curato decine di pubblicazioni anche per ragazzi, trasmettendo la sua grande passione per piante e animali a milioni di italiani attraverso testi accattivanti e disegni dal tratto unico. Ha viaggiato in tutto il mondo, dall’India all’America latina, e tutti i suoi incontri con la natura sono documentati nei suoi inseparabili taccuini.
Fulco Pratesi, nato a Roma nel 1934 e sfollato nella prima infanzia con la famiglia nella proprietà di campagna nel viterbese, è entrato presto a contatto con la natura. Fin da piccolissimo s’innamorò degli animali e del disegno. Dopo un’infatuazione giovanile per la caccia, convertì il suo interesse per la natura e gli animali nella conservazione. La sua seconda vita iniziò nel 1963, nelle foreste dell’Anatolia, in Turchia, dove si era recato a caccia. Gli si parò di fronte un’orsa con tre piccoli. Fu un incontro “folgorante” come lui stessoò lo ha definito tante volte. Un incontro che gli fece cambiare totalmente prospettiva. Tornato in Italia, vendette il fucile e acquistò una macchina fotografica. Presto, si convertì all’amore incondizionato per tutte le forme viventi e decise di impegnarsi per la conservazione, tanto da abbandonare la professione di architetto. Saputo della nascita del World Wildlife fund in Svizzera, li contattò per far nascere la sezione italiana. “Ma dovrà trovare lei i soldi necessari al progetto” fu la risposta. Con famiglia e già 4 figli, non era facile. Riuniti alcuni amici illuminati nel suo studio di architetto, nacque nel 1966 il WWF Italia, con pochi soldi e tanto entusiasmo. Entusiasmo che è rimasto sempre stato il suo tratto distintivo fino agli ultimi giorni della sua vita. Seppe fare quello che solo i grandi sanno fare: trasformare un sogno per pochi (la protezione della natura in Italia, la tutela di animali allora braccati come lupi e orsi) in una realtà consolidata. Con un vero e proprio atto di coraggio, con pochi soldi in cassa (i primi soci si erano autotassati), la prima azione del neonato WWF Italia fu quella di acquisire i diritti di caccia della laguna di Burano, dando il via alla nascita dell’Oasi di protezione e del “modello Oasi”, che contraddistingue il WWF Italia dagli altri WWF nel mondo. Oggi le aree gestite o di proprietà sono oltre 100 e proteggono circa 27.000 ettari di natura.
E tutto questo attraverso studi, piani e la spinta all’approvazione della legge quadro sulle aree protette del 1991. Sempre, gettando il cuore oltre l’ostacolo: come quando, nel 1985, l’Associazione raccolse oltre 600 milioni di lire – con un vero e proprio crowdfunding ante litteram – per l’acquisto dell’area di Monte Arcosu, con l’obiettivo di salvare il cervo sardo dal bracconaggio e dall’estinzione. La sua vita racconta la storia della nostra Associazione. Proverbiali le sue battaglie contro la caccia (per impedire ai cacciatori di entrare nei fondi privati), che lo portarono a ricevere insulti e minacce. Ma anche per la salvaguardia delle creature marine, dai cetacei alla foca monaca, dalle reti spadare. Aveva una grande passione per i piccoli uccelli e per gli ambienti di palude, considerati malsani dai più e invece visti da Fulco, giustamente, come ecosistemi ricchissimi di biodiversità. Da tutelare. In natura passava ore a osservare gli uccelli e a comporre i primi schizzi per i suoi acquerelli.
“Se considereremo la natura e il nostro Pianeta come un posto da conquistare e dominare, allora sarà la nostra fine” ha ripetuto nell’ultima intervista. Luciano Di Tizio, Presidente WWF Italia: “Ho conosciuto Fulco Pratesi nei primi anni ‘70 del secolo scorso, quando era impegnato nella “Operazione San Francesco” per la salvezza del lupo, allora sull’orlo dell’estinzione. Un incontro dal quale è nata una, direi, “complicità” legata al comune sentire e agli analoghi interessi. Negli anni ci siamo poi sentiti e incontrati decine di volte e in ogni occasione ho avuto qualcosa da imparare da lui, promotore e artefice di una vera e propria rivoluzione culturale. Amava profondamente la sua famiglia e amava d’un amore profondo la natura e il WWF, “il mio quinto figlio”, come lui stesso ci ha definiti. La sua azione, personale e attraverso l’associazione del Panda, è stata fondamentale per la tutela della natura in Italia. Oggi sento, insieme a tutto il popolo del WWF, un vuoto immenso: abbiamo perso un padre e una insostituibile fonte di saggezza. Lo salutiamo commossi e infinitamente tristi, ma anche con una certezza: il WWF continuerà ogni giorno a onorare la sua memoria, perseguendo con convinzione i suoi stessi ideali. Fulco sarà sempre con noi”.
“Se il WWF tutto è in qualche modo figlio di Fulco, e se oggi abbiamo tutti perso una colonna fondante della nostra famiglia, per alcuni tra cui me Fulco è parte delle memorie dell’infanzia più antica, con la sua firma elegante in calce alle lettere che ci facevano sognare raccontando di animali e luoghi meravigliosi e con il tratto inconfondibile dei suoi disegni. È una di quelle persone per le quali può essere usato senza timore l’aggettivo “irripetibile”. Appassionato, straordinario conoscitore di piante e animali, che osservava e disegnava con attenzione maniacale, è stato un grande trascinatore. Il suo entusiasmo, le sue intuizioni, fin dalla fine degli anni ‘60 hanno portato prima alla nascita del WWF, poi ai risultati tangibili come la protezione di lupo, orso e altre specie ritenute, prima di lui “nocive”, alla limitazione della caccia. È stato il creatore del movimento ecologista italiano per come lo conosciamo e l’inventore della cosiddetta “ecologia domestica”, indispensabile per comprendere come ogni nostro piccolo gesto possa far bene al pianeta. Lo salutiamo con un grandissimo senso di gratitudine, e certi che il mondo migliore per cui ha lavorato tutta la vita sia un passo più vicino grazie a lui e alle persone che ha saputo far innamorare della natura. Noi del WWF siamo in un certo senso tutti figli suoi, e oggi è come se avessimo perso la colonna fondante della nostra famiglia”.
Palermo – Sequestrati nel corso di un blitz condotto dalle Fiamme gialle del gruppo Termini Imerese e della Compagnia di Bagheriaoltre 800 chili di pesce privo di certificazioni di tracciabilità, per un valore commerciale stimato di oltre 60mila euro. I finanzieri hanno fermato un veicolo nei pressi di Cefalù, individuando un ingente carico di pescato non conforme alle normative vigenti.
I militari della Guardia di Finanza hanno rinvenuto a bordo del mezzo 809 chili di pesce, tra cui 499 chili di gambero bianco e cicale di mare, completamente privi di attestazioni sull’origine. Oltre a questi, sono stati sequestrati 310 chili di novellame di sarda “sottomisura”, la cui pesca, trasporto e commercializzazione sono vietati dalla normativa europea per la salvaguardia delle risorse ittiche del Mediterraneo.
La normativa impone che questi esemplari, noti come “bianchetto”, non possano essere pescati se di lunghezza inferiore agli 11 cm, al fine di garantire la riproduzione della specie e preservare la biodiversità marina.
Nel corso dell’attività è stato confiscato l’intero quantitativo di pescato e comminato sanzioni amministrative per un totale di 26mila 500 euro al responsabile della ditta operante a Casteldaccia, proprietaria del carico. Il pescato è stato destinato in beneficenza al banco alimentare della Sicilia occidentale, contribuendo così a un’azione solidale a favore delle fasce più deboli della popolazione.
Nubia (Paceco) -Cinque pescatori denunciati e mezza tonnellata di oloturie sequestrata. É il bilancio di una attività di controllo effettuata dalla Guardia di Costiera di Trapani nel corso di un blitz effettuato nella zona di Nubia nel cuore della Riserva delle Saline di Trapani e Paceco. Per cinque pescatori abusivi è scattata la denuncia, oltre al sequestro del pescato e degli attrezzi utilizzati.
Secondo gli inquirenti, le oloturie sono merce destinata a un mercato clandestino da Trapani verso paesi esteri. È noto, infatti, che, essendo queste specie particolarmente ricercate, il potenziale guadagno a favore dei pescatori di frodo si sarebbe aggirato attorno ai 100 euro al chilo.
Data la complessità e la personalità delle persone fermate, l’operazione ha richiesto la collaborazione del Comando Provinciale dei Carabinieri di Trapani, in supporto per il controllo del territorio, e della Guardia Costiera di Marsala già impegnata in analoghi controlli nella riserva di Mozia.
Gli esemplari catturati, circa 500 chili, sono stati reimmessi nell’ambiente marino durante la mattinata odierna perché ancora in vita.
Si tratta di prodotti di cui è vietata la cattura perché specie preziosa per l’equilibrio dell’ecosistema marino e della sua biodiversità. Sono definiti detritivori, cioè spazzini dei fondali che riciclano la materia organica di cui si cibano per ripulirla; sembra siano anche in grado di espellere le sostanze digerite con pH leggermente basico, tali da tamponare l’effetto di acidificazione degli oceani.
San Vito Lo Capo – L’ipotesi di una strada che colleghi Palermo a San Vito Lo Capo attraversando la Riserva Naturale dello Zingaro ha scatenato un’ondata di indignazione. A sollevare la questione è stata la deputata trapanese del M5S, Cristina Ciminnisi, che ha definito «folli» le parole del presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, pronunciate alla BIT di Milano.
«Parlare di un’infrastruttura simile significa calpestare la storia e l’identità della Riserva dello Zingaro – afferma Ciminnisi – un’area protetta nata grazie alla determinazione di chi, nel 1980, con la storica “Marcia per lo Zingaro” impedì la costruzione di una strada che avrebbe distrutto uno dei gioielli naturalistici più preziosi della Sicilia».
La Riserva, con i suoi sentieri incontaminati che si snodano tra montagne a picco sul mare, calette cristalline e una biodiversità straordinaria, è da oltre quarant’anni un simbolo di tutela ambientale e di turismo sostenibile.
«Immaginare oggi di alterare questo equilibrio per una strada significa tradire lo spirito di chi ha lottato per proteggere lo Zingaro – continua la deputata – e soprattutto significa non capire il valore che quest’area ha per il turismo di San Vito Lo Capo e di tutta la Sicilia. I visitatori arrivano qui proprio per l’esperienza unica che offre la Riserva, per il contatto autentico con la natura, per la bellezza selvaggia che ancora resiste».
L’appello è chiaro: «Il presidente Schifani si ravveda e abbandoni questa visione retrograda e distruttiva. Se necessario, siamo pronti a rimetterci in marcia, come nel 1980. Lo Zingaro è e resterà un santuario naturale, e non un tracciato per il cemento»
Pantelleria – Dopo i capperi e lo zibbibbo, a Pantelleria pensano alla possibile coltivazione del tartufo: ovvero il Cibo degli Dei.
Prenderà il via nelle prossime settimane un’attività di ricerca scientifica che prevede la realizzazione di prove sperimentali di coltivazione del tartufo, attraverso la micorizzazione di piante ottenute da materiale di propagazione autoctono.
L’obiettivo dell’iniziativa, suggerita dal Commissario del Parco Italo Cucci, è di esplorare nuove opportunità per lo sviluppo dell’economia pantesca, diversificando le produzioni agricole e valorizzando in modo sostenibile le risorse del territorio. La sperimentazione riguarderà esclusivamente i terreni agricoli privati, escludendo a priori qualsiasi utilizzazione futura nelle aree demaniali boscate per la ricerca e la raccolta di funghi ipogei.
Al momento è nota a Pantelleria la sola presenza di Tuber panniferum, specie non commestibile di cui è vietato il commercio ai sensi dell’art. 2 della L. 752/1985 “Normativa quadro in materia di raccolta e commercio dei tartufi freschi o conservati destinati al consumo”, recepita dalla Regione Siciliana con L.R. n. 35/2020.
Il primo step della ricerca sarà un’attenta valutazione dell’incidenza ambientale, per individuare possibili interferenze sugli ecosistemi dell’isola dovute all’introduzione di funghi ipogei alloctoni.
Il progetto è realizzato dall’Ente Parco Nazionale Isola di Pantelleria, in collaborazione con il Comune di Pantelleria, il Coordinamento Regionale Tartufi Sicilia (Co.Re.Ta.S) dell’Assessorato Regionale dell’Agricoltura e l’Università di Palermo.
Trapani – Le saline di Trapani, situate nella splendida Sicilia occidentale, rappresentano un ecosistema unico dove storia, natura e cultura si intrecciano armoniosamente. Questo paesaggio suggestivo, caratterizzato da vasche di evaporazione del sale e antichi mulini a vento, è da secoli un elemento distintivo del territorio trapanese.
Verso il Riconoscimento UNESCO: Un’Opportunità per il Turismo Sostenibile
Grazie a un’iniziativa promossa dal Comitato spontaneo con il supporto di Unioncamere Sicilia e delle istituzioni locali, è stato avviato un importante progetto di valorizzazione per ottenere il riconoscimento delle “Saline di Sicilia” come Riserva della Biosfera UNESCO, nell’ambito del programma MAB (“Man And the Biosphere”).
Questo riconoscimento prestigioso rappresenta un’opportunità straordinaria per promuovere il turismo sostenibile e destagionalizzare le presenze turistiche, rendendo Trapani una meta turistica per tutto l’anno. Il progetto mira a rafforzare la visibilità di questo sistema naturalistico unico, che comprende le Riserve regionali delle Saline di Trapani e Paceco e delle Isole dello Stagnone di Marsala.
Un Evento Importante per il Futuro delle Saline
L’iter della candidatura ha preso ufficialmente il via con la trasmissione del progetto al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Mercoledì 12 febbraio, presso la Camera di Commercio di Trapani, si terrà la presentazione ufficiale del progetto, un evento a cui parteciperanno rappresentanti di enti promotori, esperti di rilievo e autorità locali.
Un Modello Turistico Innovativo per la Sicilia
Questo progetto rappresenta una grande opportunità per rilanciare il turismo eco-friendly e sostenibile in Sicilia. Il sale di Trapani, già noto per la sua eccellenza e tradizione, potrebbe diventare il simbolo di un modello turistico innovativo replicabile in tutta la regione.
Unisciti a per Sostenere la Candidatura UNESCO
Istituzioni, imprese, associazioni e cittadini sono invitati a sostenere la candidatura delle Saline di Trapani come patrimonio UNESCO, per preservare e promuovere un’identità culturale e naturale senza eguali.
Si chiama Med Wind ed è il più grande progetto di parco eolico offshore flottante nel Mediterraneo. Sorgerà a oltre 80 chilometri dalla costa siciliana, a largo di Trapani, con un investimento complessivo di circa 9,3 miliardi di euro. Il progetto prevede la creazione di migliaia di nuovi posti di lavoro, molti dei quali ad alta specializzazione, rafforzando la filiera nazionale delle energie rinnovabili.
Riccardo Toto, direttore generale di Renexia, azienda promotrice del progetto, ha spiegato che l’obiettivo è collegare l’impianto entro il 2027. Med Wind genererà 1.300 posti di lavoro diretti e altri 2.000 indiretti, contribuendo alla nascita di un’industria locale della turbina. Il 70% sarà italiano, mentre il restante 30% sarà sviluppato con capitale cinese. Attualmente, in Europa non esiste una produzione di queste turbine, e l’azienda punta anche all’export negli Stati Uniti.
Secondo Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione Univerde, il valore aggiunto del progetto risiede non solo nella produzione di energia pulita, ma anche nell’attenzione al territorio, alla tutela del paesaggio e alla salvaguardia della biodiversità.
Grazie a indagini preliminari ambientali, geofisiche, geotecniche e archeologiche, è stata individuata l’area più idonea per l’installazione dell’impianto. Silvio Greco, vicepresidente della stazione zoologica Anton Dohrn, ha spiegato che la mappa tridimensionale ha permesso di pianificare con cura il posizionamento delle turbine, minimizzando l’impatto sull’ecosistema.
La tecnologia floating di Med Wind non prevede trivellazioni dei fondali marini, ma utilizza un innovativo sistema di ormeggi. La campagna di ricerca, durata 18 mesi nello Stretto di Sicilia, ha evidenziato la presenza di ambienti unici, ricchi di coralli, spugne e pesci, difficilmente osservabili in altri tratti del Mediterraneo.
Il parco eolico avrà una capacità di 3 GW e coprirà il 3% del fabbisogno energetico nazionale. Secondo Toto, la produzione annua di Med Wind sarà di circa 8-9 TWh, sufficiente per soddisfare il fabbisogno di 3,4 milioni di famiglie. Inoltre, il progetto contribuirà a ridurre le emissioni di CO₂ di circa 2,7 milioni di tonnellate all’anno.
Le turbine verranno posizionate in mare aperto, evitando impatti paesaggistici e rispettando le rotte migratorie degli uccelli marini e gli habitat naturali.
Roberto Danovaro, professore all’Università Politecnica delle Marche e presidente del Comitato scientifico della Fondazione UniVerde, ha sottolineato che l’eolico offshore galleggiante rappresenta un’opportunità strategica per la sicurezza energetica del Paese.
Seas Geosciences partecipa al progetto con un team di esperti in geoscienze e ingegneria sottomarina. Paolo Casciotti, presidente di Seas Geosciences e general manager di Marine Services Sealaska, ha dichiarato che le loro tecnologie di campionamento, capaci di operare in acque profonde fino a 900 metri, aiuteranno Renexia a definire i migliori sistemi di ancoraggio per le turbine, garantendo la protezione dell’ecosistema marino.
Attraverso accordi con autorità locali e organizzazioni sindacali, Med Wind favorirà la crescita economica e la creazione di filiere produttive regionali. Oltre alla costruzione dell’impianto, il progetto garantirà posti di lavoro per la manutenzione delle turbine nei 25 anni previsti dalla concessione.