Dal 1° dicembre 2024 sono cambiate le regole per la sosta sulle strisce blu anche nelle principali città siciliane. La riforma del Codice della Strada ha introdotto multe più salate e ha eliminato le vecchie tolleranze sui ticket scaduti.
A Palermo, Catania, Messina, Trapani e Agrigento, le nuove sanzioni sono già operative: chi parcheggia senza biglietto o sfora l’orario può trovarsi a pagare fino a 66 euro, a seconda della zona. Le nuove multe strisce blu Sicilia mirano a migliorare la gestione urbana e a promuovere la mobilità sostenibile.
In base alla riforma, il mancato pagamento del parcheggio comporta:
Esempio concreto in Sicilia: a Catania, dove la tariffa è di circa 1,50 €/h, chi occupa uno stallo per 8 ore senza pagare può ricevere una multa di 54 euro (42 + 12 euro di tariffa evasa).
Tolleranza eliminata: niente più 15 minuti extra oltre l’orario.
Nuove soglie di sforamento:
Confermata la riduzione del 30% se si paga la sanzione entro 5 giorni.
Buone notizie per chi guida un’auto elettrica o ibrida: in molti Comuni siciliani queste vetture possono parcheggiare gratuitamente sulle strisce blu o godere di tariffe agevolate.
Alcune città dove è prevista la sosta gratuita o scontata:
È importante consultare il sito web del proprio Comune per verificare l’elenco aggiornato dei veicoli ammessi e le modalità per usufruire delle agevolazioni.
Controllando i siti istituzionali e le ordinanze locali:
Le sanzioni sono gestite da Polizia Municipale o società partecipate locali. La riforma ha valenza nazionale, ma ogni Comune può integrare ulteriori disposizioni, quindi è utile consultare il proprio regolamento urbano.
Con le nuove multe strisce blu in Sicilia, conviene davvero non rischiare. E per chi sceglie l’elettrico, ci sono vantaggi concreti.
Hai già ricevuto una sanzione o ottenuto l’agevolazione nella tua città? Commenta qui sotto la tua esperienza e continua a seguirci su TrapaniOggi.it per aggiornamenti locali.
Milano – L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha aperto quattro istruttorie nei confronti delle filiali italiane di Tesla, Stellantis, Volkswagen e BYD. L’indagine mira a verificare la trasparenza delle informazioni fornite ai consumatori riguardo l’autonomia delle auto elettriche, il degrado delle batterie e le limitazioni delle garanzie. Scopriamo insieme cosa potrebbe cambiare per gli automobilisti.
Uno dei punti chiave dell’istruttoria riguarda la comunicazione dell’autonomia delle auto elettriche. Secondo l’Antitrust, le case automobilistiche avrebbero fornito informazioni generiche e talvolta contraddittorie sul chilometraggio massimo dichiarato. Questo dato, fondamentale per chi acquista un’auto elettrica, potrebbe risultare fuorviante se non vengono chiariti i fattori che incidono sulla reale autonomia, come le condizioni climatiche, lo stile di guida e l’usura della batteria.
Le batterie delle auto elettriche subiscono una naturale perdita di capacità nel tempo, ma le informazioni su questo fenomeno non sarebbero sempre chiare nei siti web delle case automobilistiche. L’Antitrust contesta la mancata trasparenza su come l’uso quotidiano incida sulla durata della batteria e sulla conseguente riduzione dell’autonomia del veicolo. Un dettaglio essenziale per chi investe in un’auto elettrica con la prospettiva di un lungo utilizzo.
Altro nodo cruciale dell’indagine riguarda la garanzia sulle batterie. L’Autorità segnala che le condizioni e le limitazioni applicate alla copertura convenzionale non sarebbero state esposte in modo chiaro e completo. Ciò potrebbe tradursi in spiacevoli sorprese per i consumatori in caso di problemi con la batteria, specialmente quando le clausole di esclusione non sono esplicitate in maniera trasparente.
Nella giornata di ieri, funzionari dell’Antitrust, con il supporto del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, hanno eseguito ispezioni presso le sedi italiane di Tesla, Stellantis, Volkswagen e BYD. L’obiettivo è raccogliere documentazione utile a verificare se vi siano pratiche commerciali scorrette che violano il Codice del Consumo.
Se l’istruttoria dovesse confermare le irregolarità, le case automobilistiche potrebbero essere sanzionate e obbligate a fornire informazioni più trasparenti ai consumatori. Questo potrebbe tradursi in una maggiore tutela per chi sceglie un’auto elettrica, garantendo dati più affidabili su autonomia, durata della batteria e garanzie.
L’azione dell’Antitrust rappresenta un passo importante per garantire chiarezza e correttezza nelle informazioni fornite ai consumatori. Gli automobilisti, specialmente quelli interessati alla mobilità elettrica, meritano dati precisi per prendere decisioni consapevoli. Restiamo in attesa degli sviluppi dell’indagine per capire quali saranno le conseguenze per le case automobilistiche coinvolte e per il mercato delle auto elettriche in generale.