Trapani – E’ ritornata al Museo Diocesano di S. Nicola la “Pietà tra sant’Agata e santa Lucia” tavola cinquecentesca che era stata esposta dal 30 novembre 2024 al 2 marzo 2025 presso la Galleria regionale di Palazzo Bellomo di Siracusa nella mostra “Lux divina. Lucia di Siracusa, il trionfo della Santità nell’arte”, in occasione del 1720esimo anniversario del martirio di santa Lucia.
“Grande onore per la nostra Pietà essere stata a palazzo Bellomo, e in una mostra in cui erano esposte opere di artisti quali il Ghirlandaio, il Guercino, Filippo Paladini, Giambattista Tiepolo, Fiume e tanti altri e nella stessa sala dell’Annunciazione di Antonello da Messina, della Santa Lucia del Ghirlandaio e vicino alla Madonna con Bambino di Domenico Gagini” – dice la direttrice del Museo diocesano Lina Novara.
L’opera, una pala centinata dipinta ad olio, che dopo un recente restauro ha ripreso vita e colore, proviene dal vano di ingresso all’Oratorio della Congregazione del S.S. Crocifisso della Mortificazione annesso al convento di San Domenico a Trapani. Quasi certamente era originariamente collocata in altro luogo. Sarà possibile ammirla durante la prossima Settimana Santa, dal 14 al 17 aprile, all’interno della chiesa di S. Nicola, sede del Museo Diocesano di Trapani, durante un significativo percorso artistico-culturale, ispirato a “La PASSIONE oltre ai MISTERI: dall’Ecce Homo alla Deposizione”.
Il percorso si inserisce nel progetto già avviato nel 2024 dalla Diocesi di Trapani e dedicato ai Misteri della Passione di Cristo, anche attraverso mostre ed esposizioni. La chiesa di S. Nicola accoglie infatti significative opere pittoriche e scultoree che rappresentano episodi della Passione e morte di Gesù Cristo: una statua lignea dell’“Ecce Homo”, attribuito a Giacomo Tartaglio; il gruppo scultoreo della “Sollevazione della croce”, di Domenico Li Muli che fece parte della processione dei Misteri, soltanto nel 1951, e poi “rifiutato” perché troppo pesante e non rispondente al precedente gruppo distrutto durante gli eventi bellici del 1943; il “Crocifisso tra i ladroni”, opera attribuita ad Andrea Tipa, unico esempio presente in città che rappresenti l’episodio.
Gli orari della visita guidata sono fissati dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19. L’ingresso è libero.
Si accede alla chiesa di S. Nicola da Via Andrea Carreca n.1.
Trapani – Un percorso artistico-culturale. E’ quanto si potrà vedere da 14 al 17 aprile in occasione della Settimana Santa, nella chiesa di S. Nicola, sede del Museo Diocesano di Trapani, che per l’occasione apre le porte a cittadini e visitatori per proporre un significativo percorso artistico-culturale, ispirato a “La PASSIONE oltre ai MISTERI: dall’Ecce Homo alla Deposizione”.
Il percorso si inserisce nel progetto già avviato nel 2024 dalla Diocesi di Trapani e dedicato ai Misteri della Passione di Cristo, anche attraverso mostre ed esposizioni ( quest’anno ricordiamo che nella sede espositiva di Sant’Agostino, come da nota di sabato scorso, sarà aperta al pubblico una mostra dedicata ai “Misteri” nell’arte contemporanea). La chiesa di S. Nicola accoglie infatti significative opere pittoriche e scultoree che rappresentano episodi della Passione e morte di Gesù Cristo: una statua lignea dell’Ecce Homo, attribuito a Giacomo Tartaglio; il gruppo scultoreo della Sollevazione della croce, di Domenico Li Muli che fece parte della processione dei Misteri, soltanto nel 1951, e poi “rifiutato” perché troppo pesante e non rispondente al precedente gruppo distrutto durante gli eventi bellici del 1943; Il Cristo tra i ladroni, opera attribuita ad Andrea Tipa, unico esempio presente in città che rappresenti l’episodio, il dipinto raffigurante La Pietà tra S. Agata e S. Lucia, una sintesi figurativa tra i temi iconografici della Deposizione dalla croce e del Compianto del Cristo morto, con al centro del campo visivo Maria che sorregge il corpo senza vita del figlio.
Intanto a Trapani nella parrocchia SS. Salvatore e a Tangi nella parrocchia Maria Santissima Addolorata si terranno due Via Crucis in dialetto siciliano. S’intensificano così in tutte le comunità i momenti di pietà popolare nelle vicinanze della Settimana Santa.
La prima si terrà domani 8 aprile nella parrocchia “Santissimo Salvatore” a Trapani. I testi scritti da Nino Isca sono un racconto in dialetto in 10 stazioni che aiutano a rivivere i passaggi della passione di Cristo fino al racconto pasquale dei discepoli di Emmaus. Alla riflessioni in dialetto si alterneranno momenti musicali a cura dei cori “Tabor InCanto “e “Nada te turbe-Trapani”
Sutta a cruci cu Maria è invece il titolo della via crucis tratta da un lavoro realizzato dal diacono Maurizio Ruffino e don Vincenzo Vivona che sarà realizzata dai giovani nella frazione di Tangi. Guida il percorso il parroco don Giovanni Mucaria. La Via Crucis si realizzerà mercoledì prossimo 16 aprile.
La Separazione è il primo gruppo della Processione dei Misteri di Trapani. Appartenente al Ceto degli Orefici, rappresenta il momento struggente in cui Gesù si congeda da sua Madre e dall’apostolo Giovanni prima di affrontare la Passione.
Questo momento della Passione non è esplicitamente descritto nei Vangeli, ma è stato elaborato dalla tradizione cristiana e dalla meditazione sulla sofferenza di Maria. La scena ci mostra l’umanità di Cristo, che prima del grande sacrificio sente il bisogno di salutare la Madre e affidare il suo discepolo prediletto alla sua protezione.
L’episodio richiama il passo evangelico di Giovanni 19,26-27, in cui, dalla croce, Gesù affida sua Madre a Giovanni:
“Donna, ecco tuo figlio! […] Ecco tua madre!”
La tradizione popolare ha anticipato questa consegna, immaginando un addio carico di dolore e consapevolezza prima dell’inizio della Passione.
Il gruppo de La Separazione è una delle opere più toccanti della Processione. Le espressioni dei personaggi trasmettono un dolore contenuto ma profondo:
Le statue, realizzate con la tecnica tradizionale della tela e colla, possiedono una plasticità e una leggerezza che permettono ai portatori di donare movimento al gruppo attraverso l’annacata, rendendo ancora più coinvolgente la scena per i fedeli e gli spettatori.
Il Ceto degli Orefici, tra i più antichi di Trapani, ha sempre avuto un ruolo di prestigio nella società trapanese. La loro arte, legata alla lavorazione dei metalli preziosi, li ha resi protagonisti non solo del commercio, ma anche della realizzazione di manufatti sacri, come calici, ostensori e croci processionali.
La loro partecipazione ai Misteri si tramanda da secoli, e ancora oggi la gestione del gruppo è affidata ai rappresentanti della categoria, che con devozione e rispetto mantengono viva la tradizione.
✅ Un addio che anticipa il dolore: La scena de La Separazione è unica rispetto agli altri gruppi, poiché rappresenta un momento intimo e familiare, invece di un episodio pubblico della Passione.
✅ Il restauro del gruppo: Nel corso dei secoli, il gruppo ha subito restauri per preservare la bellezza delle statue. Alcune parti sono state ricostruite dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, che danneggiarono diversi Misteri.
✅ Un legame con la devozione mariana: La scena richiama molte rappresentazioni artistiche della Pietà, in cui Maria tiene il corpo del Figlio dopo la Crocifissione, chiudendo idealmente il cerchio della Passione.
✅ L’importanza dell’oro nella tradizione religiosa: Essendo il gruppo appartenente agli Orefici, non è un caso che l’oro sia simbolicamente legato alla regalità di Cristo, come accennato già nei doni dei Magi.
Il gruppo de La Separazione è molto più di una scena della Passione: è il simbolo del dolore umano davanti al sacrificio, un passaggio fondamentale della spiritualità cristiana.
Ogni Venerdì Santo, quando il gruppo esce dalla Chiesa del Purgatorio, il silenzio cala tra i fedeli. È il momento in cui i trapanesi rivivono quell’addio, sentendosi parte di una tradizione che dura da secoli.
E tu, hai mai vissuto l’emozione di vedere La Separazione dal vivo?