Castelvetrano
Scappa all’alt dei carabinieri viene bloccato ed arrestato
Addosso portava un coltello con una lama di 12 cm
Redazione4 Marzo 2025 - Cronaca



  • Furti Mazara del Vallo Cronaca

    Castelvetrano – I Carabinieri hanno arrestato e denunciato un 33enne del posto per resistenza a Pubblico Ufficiale e porto di armi od oggetti atti ad offendere.

    L’uomo, irreperibile da inizio febbraio perché colpito da un provvedimento di sospensione dell’affidamento al servizio sociale e conseguente carcerazione, emesso dal Tribunale di Caltanissetta, è stato notato a piedi da due Carabinieri che liberi dal servizio transitavano per la via Campobello.

    Il 33enne, all’ALT intimato dai Carabinieri, si è dato alla fuga ma è stato immediatamente bloccato. Dalla perquisizione effettuata è stato rinvenuto sulla persona un coltello dalla lama di 12 cm di cui lo stesso non riusciva a giustificarne il possesso, per questo è stato denunciato.

    Tratto in arresto in esecuzione dell’ordinanza, l’uomo è stato tradotto presso la casa circondariale di Trapani.




  • Marsala
    Due stranieri finiscono in carcere per estorsione
    I due avevano chiesto dei soldi per la restituzione di un cellulare che avevano sottratto ad un uomo
    Redazione3 Marzo 2025 - Cronaca



  • Cronaca

    Marsala – Due stranieri di 35 e 39 anni sono stati arrestati dai Carabinieri della Stazione di San Filippo di Marsala hanno arrestato per estorsione.

    Gli odierni arrestati, affittuari di un appartamento per il quale da tempo non avrebbero più corrisposto la mensilità come da contratto di locazione, avrebbero prima colpito la vittima (titolare dell’abitazione) che disperato gli intimava di andarsene per poi impedirgli di fuggire via sotto minaccia di una spranga di ferro privandolo del proprio telefono cellulare.

    Fortunatamente l’uomo è riuscito a darsi alla fuga venendo, successivamente contattato dai due stranieri che gli chiedevano circa 200 euro quale prezzo per la riconsegna del cellulare.

    Il titolare dell’appartamento ha denunciato tutto ai carabinieri di Marsala, e si è recato nel luogo concordato per lo scambio dove ad aspettarlo c’erano i due stranieri che sono stati però bloccati dai militari dell’Arma.

    Espletate le formalità di rito, dopo la convalida dell’arresto, i due stranieri sono stati ristretti presso il carcere di Trapani.




  • Castellammare del Golfo
    Love scam, coinvolto l’ex comandante della polizia municipale di Castellammare del Golfo
    Le indagini dei carabinieri proseguono
    Laura Spanò28 Febbraio 2025 - Cronaca



  • Cronaca

    Castellammare del Golfo – E’  l’ex comandante della polizia municipale di Castellammare del Golfo, Giuseppe Giordano di 70 anni, uno dei tre indagati finiti nell’inchiesta dei carabinieri di Trapani su ricatti sessuali, estorsioni e truffe online, è coinvolto anche. Giordano è stato arrestato assieme ad altre due persone, una donna rumena residente a Piombino e un uomo di Cosenza, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del tribunale del capoluogo.

    Giuseppe Giordano (comandante della polizia municipale a Castellammare nel 2018) pur essendo una pedina marginale nella piramide dell’organizzazione era ben inserito nel gruppo criminale.

    Gli indagati, per l’accusa avrebbero agito online dalle province da Castellammare del Golfo, Piombino e Cosenza. Sarebbero state almeno 50 le estorsioni e 60 le truffe perpetrate con le tecniche del sextortion e del love scam. Praticamente vrebbero adescato le vittime instaurando false relazioni sentimentali sui social e poi le avrebbero ricattate, minacciando di diffondere materiale compromettente, come immagini a luci rosse, per costringerle a versare denaro.

    I reati contestati sono estorsione, truffa, diffusione illecita di immagini e video sessualmente espliciti, riciclaggio e impiego di denaro di provenienza illecita. Di fatto i componenti l’organizzazione dopo avere adescato le “prede” on line, vittime donne ma anche uomini, venivano circuite con un corteggiamento assiduo.

    I proventi illeciti, ripuliti attraverso complesse transazioni finanziarie nazionali ed estere – tracciate dai carabinieri –, sarebbero stati poi reinvestiti nell’acquisto di bitcoin e altre criptovalute.

    I Carabinieri di Trapani, coordinati dalla locale Procura e con il supporto dei colleghi della sezione criptovalute del Comando Antifalsificazione Monetaria di Roma, continuano ad indagare.

    Le truffe del cuore sono più diffuse di quanto si possa immaginare: nel 2021 le vittime sono state più di 300 con un giro di 4,5 milioni di euro. A cadere nel tranello del finto amore anche personaggi come la showgirl Flavia Vento, sedotta da un finto Tom Cruise, l’imprenditore veneto Claudio Formenton, il pallavolista Roberto Cazzaniga, Pamela Prati con il famoso caso del fantomatico Mark Caltagirone.




  • Trapani
    Dodici anni fa l’omicidio di Padre Michele Di Stefano
    Oggi una messa a Ummari per ricordare il prete e l'uomo
    Laura Spanò26 Febbraio 2025 - Cronaca



  • Cronaca

    Ummari (Trapani) – Dodici anni fa l’omicidio di Padre Michele Di Stefano, sconvolse tutta la comunità diocesana trapanese. Oggi il vescovo Pietro Maria Fragnelli ha officiato la santa messa in ricordo di Padre Di Stefano, alla presenza del parroco di Ummari, Pietro Santoro.

    Erano presenti il Sindaco Tranchida, gli Assessori Pellegrino e Virzi, il comandante della stazione dei carabinieri dí Fulgatore,  i familiari di don Michele e tantissimi parrocchiani dí Ummari, Fulgatore, in quest’ultima frazione padre Michele aveva vissuto la sua vita da sacerdote sempre vicino alla gente. Padre Di Stefano fu parroco della frazione di Fulgatore per 41 anni prima di essere trasferito a Ummari.

    La cronaca

    Padre Michele nato a Calatafimi, fu assassinato la notte tra lunedì 25 e martedì 26 Febbraio, a colpi di bastone nella canonica della chiesetta del borgo vicino Fulgatore. mentre dormiva nell’appartamento attiguo alla chiesa Gesù, Maria e Giuseppe.

    Ad ucciderlo fu Antonio Incandela, 33 anni, fermato il 17 aprile del 2013. Secondo quanto riferito dall’arrestato, sarebbe rimasto irritato da alcune severe omelie del sacerdote. Incandela, dopo l’omicidio aveva simulato una rapina portando via denaro e portafoglio del sacerdote.

    L’uomo confessò l’omicidio al termine di un lungo interrogatorio condotto dai carabinieri, dal procuratore di Trapani Marcello Viola e dal sostituto Massimo Palmeri. Indicando come movente quello di un rancore che ha radici antiche, in quanto il parroco era suo professore di religione ai tempi delle scuole medie. Ha così agito per dare una lezione al parroco che in una omelia aveva fatto riferimento a delle “mele marce” che avevano l’abitudine di appiccare il fuoco. Avendo dei precedenti per incendio, ha creduto si riferisse a lui.

    La scoperta del corpo senza vita

    Il corpo di Padre Michele fu scoperto solo l’indomani nel primo pomeriggio. La sorella Pina lo aspettava a pranzo, a Calatafimi, ma dalla sorella non ci arrivò mai. Il cognato Vito Accardo, preoccupato, rintracciò un agente di commercio che viveva nei pressi della canonica e lo mandò a cercare.

    Il sacerdote fu trovato morto nel suo letto, con sangue dappertutto.

    Le indagini dei carabinieri

    Le indagini dei carabinieri scattarono immediatamente. Davanti a quel corpo inerme martoriato senza pietà investigatori e magistrati promisero che non avrebbero smesso di lavorare fino a quando chi aveva compiuto quello scempio non fosse stato assicurato alle patrie galere e così fu. Indagini certosine e che si protrassero fino al 17 aprile giorno dell’arresto di Incandela.

    L’arresto dell’assassino

    A tradire Incandela furono i prelievi che aveva effettuato con la carta bancomat rubata al sacerdote. L’uomo era stato ripreso dalle telecamere del sistema di videosorveglianza delle banche dove aveva effettuato i prelievi: il primo, di 250 euro, nella notte dell’omicidio a distanza di un paio di ore. Determinante il contributo fornito inconsapevolmente dai genitori del presunto assassino. Una ventina di giorni dopo l’omicidio, la madre aveva denunciato ai carabinieri lo smarrimento della propria postamat e le indagini che ne scaturirono fecero scoprire che a impossessarsene era stato il figlio. Le immagini dei prelievi effettuati da Incandela con la carta magnetica della madre svelarono agli investigatori che si trattava dello stesso soggetto che utilizzava la carta bancomat del parroco assassinato.

     





  • Marsala. Denunciato straniero per tentata estorsione
    Il giovane un parcheggiatore abusivo aveva chiesto ad un carabiniere i soldi ad un carabinieri libero dal servizio
    Redazione26 Febbraio 2025 - Cronaca



  • Cronaca

    Marsala – Nella mattinata di ieri i carabinieri della Compagnia di Marsala hanno denunciato un cittadino straniero 20 anni per tentata estorsione e resistenza a PU.

    Il 20enne esercitando attività illecita di parcheggiatore abusivo presso il parcheggio del salato avrebbe chiesto un obolo per poter parcheggiare la propria autovettura ad un cittadino che per sua sfortuna era un carabiniere libero dal servizio della Compagnia di Marsala.

    Al rifiuto del militare il 20enne impediva il passaggio mettendo una mano sul petto intimando nuovamente di corrispondere del denaro o in alternativa doveva abbandonare il parcheggio, spintonandolo verso l’autovettura.

    Dopo l’ennesimo rifiuto il carabiniere ha chiesto l’intervento di una pattuglia, qualificandosi. Il 20enne allora lo ha spintonato violentemente provando a fuggire ma è stato subito bloccato dal militare e dalla pattuglia giunta sul posto dopo pochi istanti.
    Dai successivi accertamenti risultava inoltre la violazione della misura di prevenzione DACUR.




  • Trapani
    Va in carcere il 18enne evaso dai domiciliari
    Il giovane era fuggito ad un controllo e si era dato alla fuga in sella ad uno scooter rubato
    Redazione25 Febbraio 2025 - Cronaca



  • Cronaca

    Trapani – I Carabinieri della Stazione di Trapani con l’ausilio di personale della Squadra Volanti della
    Polizia di Stato hanno arrestato per evasione il giovane che pochi giorni addietro si era dato alla fuga in sella ad uno scooter rubato.

    Il 18enne si sarebbe allontanato arbitrariamente e senza un giustificato motivo dall’abitazione dove era ristretto in regime di arresti domiciliari venendo rintracciato dopo una serie di ricerche nei pressi del quartiere Fontanelle.

    A seguito dell’udienza di convalida il giovane è stato ristretto presso il carcere di Trapani in virtù dell’aggravamento disposto dal Giudice.




  • Catania
    Il deputato Castiglione si dimette dalla Commissione Antimafia e dal gruppo dei Popolari dopo l’arresto
    Il presidente della commissione, Antonello Cracolici, aveva già proposto la decadenza del parlamentare
    Redazione24 Febbraio 2025 - Cronaca



  • giuseppe_castiglione ars - foto Mike Palazzotto Cronaca

    Palermo – Giuseppe Castiglione, deputato regionale all’Ars arrestato stamane nell’ambito dell’operazione “Mercurio”  eseguita dai carabinieri del Ros di Catania, ha espresso la volontà di dimettersi dal gruppo Popolari e autonomisti e dalle commissioni legislative di cui era componente, Affari istituzionali e Antimafia. È quanto ha appreso il suo legale, l’avvocato Salvo Pace.

    Il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, aveva già proposto al presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, secondo quanto stabilito dal regolamento, la decadenza di Castiglione da componente della stessa commissione.

    “L’ennesimo blitz antimafia operato in Sicilia da magistratura e Carabinieri, cui va il nostro grandissimo plauso, conferma, ove ce ne fosse ancora bisogno, che tanta strada si deve ancora fare lungo il tortuoso cammino della lotta alla mafia. Siamo di fronte a un quadro inquietante e la presenza di politici tra i destinatari dei provvedimenti di custodia cautelare emessi nel Catanese non può che alimentare il nostro disappunto e la sfiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni. Per questo chiediamo al deputato regionale Giuseppe Castiglione di dimettersi quantomeno dalla commissione Antimafia ancora prima di un eventuale provvedimento di decadenza. Siamo consapevoli che nessuno sia colpevole prima del terzo grado di giudizio, ma è anche vero, che dopo un provvedimento del genere, la sua permanenza all’interno di un organismo altamente simbolico come la commissione Antimafia sarebbe un pessimo segnale per la collettività. Schifani, una volta tanto, vada oltre le dichiarazioni di circostanza e chieda, anche lui, un passo indietro al deputato che sostiene la sua maggioranza. La questione morale va messa ai primissimi punti dell’agenda presidenziale”.  Lo affermano per il M5S, il capogruppo all’Ars Antonio De Luca e il coordinatore regionale per la Sicilia Nuccio Di Paola.

    A chiedere le dimissioni di Castiglione era stato anche il deputato regionale Ismaele La Vardera che ha organizzato per domani (25 febbraio) un sit-in di protesta alle 15 davanti la sede dell’Ars.




  • Trapani
    Tornano in carcere Raffaele Urso e Nicola Accardo
    Entrambi erano rimasti coinvolti nell'operazione antimafia Anno Zero
    Redazione24 Febbraio 2025 - Cronaca



  • carabinieri trapani Cronaca

    Trapani – I carabinieri di Trapani, coadiuvati dai militari di Torino e La Spezia, hanno dato esecuzione all’ordine di carcerazione nei confronti di Raffaele Urso, 66 anni, e Nicola Accardo, di 6O, presunti favoreggiatori del boss mafioso (oggi defunto) Matteo Messina Denaro.

    Il Pg della corte di appello aveva fatto ricorso dopo la scarcerazione dei due, lo scorso ottobre, per la decorrenza dei termini massimi di custodia cautelare. Urso e Accardo erano stati arrestati nell’ambito
    dell’operazione antimafia Anno Zero per smantellare la rete di fiancheggiatori dell’allora latitante Matteo Messina Denaro. Dopo la scarcerazione i due erano sottoposti, a Torino e La Spezia, alle misure cautelari dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, divieto di espatrio e divieto di dimora in Sicilia.

    La nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata disposta anche a seguito di una specifica pronuncia della Suprema Corte di Cassazione, che ha ritenuto fondati i motivi dell’appello avanzato dalla Procura Generale. I due arrestati sono stati tradotti presso le Case Circondariali del Nord Italia, dove resteranno a disposizione dell’autorità giudiziaria.

     




  • Ragusa
    Bimbo di 4 anni picchiato brutalmente dal padre
    L'uomo arrestato dai carabinieri è accusato di avergli provocato la frattura di un braccio e di una gamba
    Redazione24 Febbraio 2025 - Cronaca



  • Padre arrestato a Scicli Cronaca

    Scicli (Ragusa ) – Arrestato con l’accusa di aver brutalmente picchiato il proprio figlioletto di appena quattro anni, procurandogli la frattura di un braccio e di una gamba. E’ accaduto a Scicli nel ragusano.

    Il piccolo è giunto nell’ospedale di Modica grazie all’intervento dei sanitari del 118, che hanno subito compreso la gravità della situazione e hanno allertato le forze dell’ordine.

    I sanitari, constatando le lesioni compatibili con i maltrattamenti, hanno segnalato il caso ai Carabinieri che hanno immediatamente avviato le indagini per chiarire l’origine delle fratture.
    L’episodio, che risale al 4 febbraio scorso, è stato reso noto solo oggi.




  • Alcamo
    Alcamo: Operazione antidroga “Take Away” della polizia
    La Polizia di Stato arresta tre persone per traffico di sostanze stupefacenti
    Redazione23 Febbraio 2025 - Cronaca



  • Cronaca

    Alcamo – Agenti del Commissariato di Alcamo hanno arrestato tre uomini, due noti pregiudicati alcamesi ed uno trapanese, accusati di far parte di una organizzazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti, con particolare riferimento a cocaina, crack e hashish.

    Le indagini, iniziate a marzo 2023 e concluse a luglio delo stesso anni, coordinate dalla Procura della Repubblica di Trapani, hanno permesso di ricostruire l’attività criminale del gruppo che agiva secondo una rigida suddivisione di ruoli, garantendo un costante rifornimento di droga sul territorio alcamese.

    Gli appartenenti al gruppo utilizzavano frasi con linguaggio criptico e gestivano una piccola rete di pusher sotto il controllo, per l’appunto, da una nota famiglia di pregiudicati la quale veniva sistematicamente chiamata in causa per soddisfare l’esigenza di una vasta platea di giovani consumatori.

    Proprio il legame familiare, risultava essere un punto di forza che ne assicuravano la segretezza e la continuità operativa. Uno dei principali fornitori di stupefacente era uno storico pregiudicato trapanese il quale, per soddisfare le esigenze del mercato locale, veniva raggiunto dai pusher alcamesi.

    Le risultanze investigative, peraltro supportate da diversi sequestri di stupefacente, hanno consentito di contestare numerosi episodi di trasporto, detenzione e cessione disostanze stupefacenti; la sintesi dell’attività investigativa confermava il datoallarmante della larga platea di consumatori di sostanze stupefacenti ed il coinvolgimento nelle condotte delittuose di giovanissimi appartenenti a fasce sociali
    non agiate.

    Gli arrestati sono stati trasferiti presso il carcere di Trapani per essere messi a disposizioni della medesima A.G. per le successive determinazioni. L’operazione rappresenta un duro colpo alla criminalità locale e rientra in una più ampia strategia di contrasto al traffico di droga, a tutela della sicurezza della
    comunità alcamese.





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