Marsala – La polizia di Marsala ha eseguito una ordinanza di applicazione di aggravamento della misura cautelare degli arresti domiciliari, con braccialetto elettronico, emessa dal gip presso il Tribunale, a carico di un cittadino marsalese conosciuto come parcheggiatore abusivo nei pressi del parcheggio comunale di Via Giulio Anca Omodei.
L’uomo era già sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa e dell’allontanamento della casa familiare per il reato di maltrattamenti contro i familiari – commesso ai danni dell’anziana madre.
La richiesta di sostituzione ed aggravamento del regime cautelare disposto dal Tribunale è stata formulata dalla Procura di Marsala dopo un’articolata attività di indagine condotta dagli Agenti del Commissariato della città lilibetana, che lo scorso 5 gennaio erano intervenuti dopo che l’uomo aveva violato le misure a cui era sottoposto a tutela della persona offesa.
Oltre a questo gli agenti erano anche intervenuti successivamente sempre nei confronti del marsalese per una estorsione che lo stesso parcheggiatore aveva perpetrato ai danni di un padre di famiglia che, recatosi quella domenica sera insieme alla propria figlia minore in quel parcheggio per posteggiare l’automobile era stato avvicinato dal parcheggiatore abusivo, che brandendo dei cocci di bottiglia, si era fatto consegnare del denaro.
L’uomo avendo un daspo urbano inflittogli dal questore di Trapani neppure si sarebbe dovuto trovare in quel parcheggio, in quel momento aveva contravvenuto, al divieto di accesso all’area urbana espressamente previsto nel provvedimento di Daspo Urbano e dunque aveva commesso un ulteriore illecito penale.
La questura di Trapani fa sapere che “il pericoloso parcheggiatore abusivo, affetto da acclarata sindrome psichiatrica, è stato associato al regime degli arresti domiciliari presso una Comunità terapeutica per la cura di pazienti psichiatrici sita nella provincia di Trapani, nell’ottica di favorire il suo percorso di riabilitazione terapeutica e di scongiurare la futura commissione di reati altrettanto allarmanti”.
“Gli sforzi profusi dal personale del Commissariato di Marsala durante l’attività di pronto intervento della Volante e della correlata attività di indagine, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Marsala, hanno permesso di assicurare in condizioni di sicurezza l’anziana madre vittima di plurime e gravi condotte vessatorie ed anche di prevenire che il medesimo potesse perseverare nelle sue condotte delittuose, circostanza che appariva assai probabile considerato che il soggetto in questione annovera svariati pregiudizi di polizia e condanne penali per i delitti di violenza sessuale, atti osceni in prossimità di minori, resistenza ed oltraggio a pubblico ufficiale, rapina e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti”.
Agrigento -Blitz antimafia dei carabinieri del reparto Operativo di Agrigento che hanno eseguito e notificato 48 misure cautelari.
Ai 24 fermi delle scorse settimane, sono seguite – fra Agrigento, Favara, Canicattì, Porto Empedocle e Gela – le ordinanze di custodia cautelare a carico di altri 24 indagati che erano rimasti a piede libero lo scorso dicembre.
A firmare i provvedimenti è stato il gip del tribunale di Palermo, Antonella Consiglio su richiesta della Dda di Palermo.
L’inchiesta è quella che ha fatto luce sui presunti appartenenti a Cosa Nostra e un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
Complessivamente 51 gli indagati, di cui 36 ristretti in carcere, mentre per i restanti 15 la misura cautelare degli arresti domiciliari.
Nel corso della notte, i militari dell’Arma hanno notificato un totale di 48 misure cautelari. Per tre non si è potuto procedere perché, al momento, si trovano all’estero.
Catania – Un imprenditore di 43 anni è stato sottoposto agli arresti domiciliari perchè trovato in possesso di un ingente quantitativo di materiale pedopornografico. Il materiale è stato rinvenuto dopo una perquisizione disposta dalla Procura distrettuale della Repubblica di Catania, il centro operativo sicurezza cibernetica (C.O.S.C.) della polizia postale.
L’indagine ha preso avvio da attività investigative condotte dal C.O.S.C. di Catania, con specifici monitoraggi della rete volti al contrasto della pornografia minorile. Nel corso della perquisizione informatica, sono stati rinvenuti centinaia di immagini e video espliciti che ritraevano minori, inclusi bambini in età infantile.Il materiale informatico sequestrato è ora sottoposto a ulteriori e approfondite analisi per accertare eventuali ulteriori responsabilità e connessioni. Il gip del Tribunale di Catania ha convalidato l’arresto, disponendo per l’uomo la misura cautelare degli arresti domiciliari.
Marsala – Torna libero il 57enne marsalese Giovanni Piccione, che era agli arresti domiciliari con l’accusa di concorso in associazione mafiosa. Si tratta di un altro degli arrestati nel blitz antimafia effettuato dalla guardia di finanza di Palermo coordinati dalla Dda, condotta tra Mazara e Marsala.
Accolta dal Tribunale del Riesame di Palermo l’istanza della difesa. Legale di Piccione è l’avvocato Vito Cimiotta. Anche in questo caso l’ordinanza di custodia cautelare è stata annullata per “mancanza dei gravi indizi di colpevolezza”.
Secondo gli inquirenti, Giovanni Piccione, insieme al 46enne Massimo Antonio Sfraga (anche lui ai domiciliari), nel 2021 avrebbe aiutato Pietro e Domenico Centonze, padre e figlio (il primo è ai domiciliari e il secondo in carcere), “ad assicurare il prodotto e il profitto dei delitti di cui agli artt. 353 e 629 (turbata libertà degli incanti ed estorsione, ndr) di cui ai capi 3) e 4)”. E cioè la vicenda della presunta contestata turbativa d’asta al tribunale di Marsala per la vendita giudiziaria di un bene immobile della fallita ditta “Orto Verde di Giuseppe Alberto Argano”. L’immobile è nelle campagne tra Mazara e Petrosino e alcuni offerenti sarebbero stati allontanati con “minaccia, doni, promesse”. Ai capi 3) e 4) sono indagati Pietro e Domenico Centonze, padre e figlio, il 56enne Pietro Centonze, cugino di Domenico, il mazarese Alessandro Messina, i marsalesi Michele Marino, Giovanni Antonino Bilello, Giancarlo Angileri e Gaspare Tumbarello. Tutti accusati di turbata libertà degli incanti, mentre di estorsione devono rispondere Pietro Centonze, classe 1950, con il figlio Domenico e Michele Marino. A tutti, naturalmente, viene contestata l’aggravante di avere commesso i reati avvalendosi della forza intimidatoria della mafia e per agevolare Cosa Nostra.
Sono otto al momento con Giovanni Piccione, le misure cautelari annullate dal Riesame su richiesta delle difese. In libertà erano tornati nel frattempo tre dei sette che erano finiti in carcere e quattro dei dieci posti ai domiciliari. Per un altro indagato, è stato annullato l’obbligo di dimora nel comune di residenza. A lasciare il carcere sono stati i mazaresi Luigi Prenci, di 54 anni, imprenditore, difeso dagli avvocati Giuseppe Pinta e Antonio Maria Quaranta, e Aurelio Anzelmo, di 39, nonché il 56enne marsalese Pietro Centonze, difeso dagli avvocati Massimiliano Pasquale Tranchida e Raffaele Bonsignore. Per Prenci e Centonze accolto il riesame per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso.
I domiciliari sono stati, annullati per il 27enne mazarese Giuseppe Prenci, figlio di Luigi Prenci, difeso da Luisa Calamia e Graziana Fiorino, e per i marsalesi Giancarlo Nicolò Angileri, di 60 anni, difeso da Antonina Bonafede, e Antonino Giovanni Bilello, di 61. E’ stata annullata, inoltre, la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza per il 63enne Lorenzo Buscaino, difeso da Walter Marino.
L’operazione ha smantellato il controllo mafioso delle aree rurali del versante sud del Trapanese, tra Mazara. Nell’indagine anche un episodio di turbativa d’asta ad una vendita giudiziaria al tribunale di Marsala. In precedenza, il Riesame aveva confermato la custodia cautelare in carcere per il mazarese Ignazio Di Vita, di 52 anni. Dietro le sbarre, anche Pietro Burzotta, di 65 anni, Alessandro Messina, di 42, fratello del presunto “reggente” della “famiglia” mazarese Dario Messina, e Domenico Centonze. Agli arresti domiciliari, invece, lo scorso 16 dicembre, sono stati posti, oltre ad Angileri, Prenci jr, Bilello e Piccione, adesso in libertà, anche i mazaresi Paolo Apollo, di 74, e Vito Ferrantello, di 42, e i marsalesi Pietro Centonze, di 74 anni, Michele Marino, di 64, Massimo Antonio Sfraga, di 46, e Gaspare Tumbarello, di 48.