Mazara del Vallo – I finanzieri del Comando Provinciale di Trapani, al termine di una complessa indagine di polizia giudiziaria coordinata dalla Procura di Marsala, hanno arrestato in flagranza di reato due mazaresi per detenzione illecita e spaccio di sostanze stupefacenti.
Dalle attività investigative condotte dai militari del Gruppo di Trapani è emerso, in particolare, che numerosi consumatori si recavano ripetutamente presso i domicili degli arrestati per acquistare cocaina e, in alcune occasioni, erano gli stessi spacciatori a curarne la consegna presso i luoghi concordati con gli acquirenti.
I militari delle fiamme gialle hanno individuato un’ampia attività di spaccio e di identificato molteplici consumatori trovati in possesso di sostanza stupefacente appena acquistata dagli spacciatori.
Le perquisizioni locali e personali delegate dalla Procura di Marsala, eseguite nei confronti degli indagati anche con l’ausilio di due unità cinofile del Gruppo di Trapani, hanno consentito di sottoporre a sequestro circa 85 grammi di cocaina, un bilancino di precisione, due grammi di marijuana e 62 bustine in plastica utilizzate per il confezionamento della sostanza stupefacente, abilmente occultate dagli indagati nelle rispettive abitazioni e pertinenze (sottoscala condominiale e cella frigorifero in disuso) e 6.285 euro in banconote di vario taglio.
I due sono stati quindi tratti in arresto in flagranza di reato per detenzione illecita e spaccio di sostanze stupefacenti, successivamente convalidati dal Gip del Tribunale di Marsala, che ha disposto nei confronti degli spacciatori gli arresti domiciliari.
Marsala – I Carabinieri della Compagnia hanno arrestato due uomini per furto in abitazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.
Una donna, al suo rientro in casa si è accorta che la porta era stata forzata, ha quindi avvisato un Carabiniere che libero dal servizio interveniva, arrestando in fragranza di reato un 34enne marsalese che dopo aver forzato la porta veniva sorpreso nella camera da letto intento a rubare materiale informatico e abbigliamento.
Gli immediati accertamenti eseguiti dai Carabinieri di Marsala subito dopo l’arresto, hanno consentito di appurare che poco prima di essere scoperto, il ladro aveva già portato via un televisore cedendolo ad un pusher di un’abitazione limitrofa a quella della vittima in cambio di stupefacente.
I militari hanno quindi effettuato una perquisizione presso l’abitazione del secondo uomo uno straniero 36enne, al termine della quale è stato arrestatoper detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, in quanto nella sua abitazione, oltre alla refurtiva che è stata restituita alla legittima proprietaria, sono stati rinvenuti: 2 involucri contenenti 52 grammi di marijuana, 2 piante di canapa indica, 2 involucri contenenti 30 grammi di hashish ed “occultato all’interno del water”, un involucro contenente 14 grammi di cocaina, oltre a bilancini di precisione e materiale per il confezionamento in dosi dello stupefacente.
Dopo la convalida degli arresti, il 34enne è stato sottoposto alla misura cautelate dell’obbligo di dimora nel Comune di Marsala con obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, mentre il 36enne è stato sottoposto agli arresti domiciliari.
Marsala – Un marsalese finisce ai domiciliari dopo una condanna definitiva per il reato di rissa aggravata. Il provvedimento è stato eseguito da agenti del Commissariato di Polizia di Marsala, in seguito all’ordinanza emessa dal Tribunale di Sorveglianza di Palermo su richiesta della Procura della Repubblica di Marsala.
L’uomo, è stato ritenuto responsabile di aver preso parte attiva a una violenta rissa scoppiata in via Giovanni Falcone, a Marsala, tra due gruppi familiari contrapposti. Un litigio nato per futili motivi, ma degenerato in una feroce colluttazione.
Nel corso della lite, uno dei partecipanti ha colpito un rivale con una coltellata alla schiena, provocandogli gravi ferite. La vittima è stata trasportata d’urgenza all’ospedale “Vincenzo Cervello” di Palermo in condizioni critiche.
Le indagini condotte dagli agenti del Commissariato di Marsala hanno consentito di ricostruire l’intera dinamica e individuare le responsabilità dell’uomo che è stato condannato con sentenza passata in giudicato e ora dovrà scontare la pena agli arresti domiciliari.
Resuttano (Caltanissetta) – Con l’accusa di turbata libertà degli incanti e falso ideologico in alcuni appalti i carabinieri hanno arrestato il sindaco di Resuttano (Caltanissetta) Rosario Carapezza. Coinvolti nell’inchiesta anche il capo dell’ufficio tecnico del Comune e altri due impiegati dello stesso ufficio. Al momento per loro non sono scattate misure di restrizione personale. Ci sarebbero coinvolti anche alcuni imprenditori e liberi professionisti. Carapezza, che è agli arresti domiciliari, era stato assolto nel 2023 dall’accusa di corruzione elettorale. (Adnkronos)
Erice – I Carabinieri hanno arrestato un ericino di 19 anni per detenzione illecita di sostanze stupefacenti e resistenza a Pubblico Ufficiale, sorpreso a spacciare nello stesso posto e nelle stesse modalità del coetaneo arrestato qualche giorno prima.
I Carabinieri, impegnati in un servizio perlustrativo nel quartiere San Giuliano, hanno notato il 19enne nella stessa via (via Urbino) e nello stesso posto in cui, qualche giorno prima veniva arrestato un 22enne.
I Carabinieri procedevano così all’identificazione e alla successiva perquisizione rinvenendo nella sua disponibilità 22 dosi di hashish per un peso complessivo di circa 18 gr. e la somma contante di 80 euro suddivise in banconote di piccolo taglio. Durante le operazioni il giovane tentava la fuga a piedi per sottrarsi all’arresto venendo fermato prontamente dai Carabinieri. A seguito dell’udienza di convalida il 19enne è stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari.
Palermo – Va ai domiciliari Floriana Calcagno l’insegnante di matematica legata sentimentalmente al boss Mattero Messina Denaro. Lo ha disposto il tribunale del Riesame di Palermo.
Il 21 gennaio 2023, cinque giorni dopo la cattura di Messina Denaro, la donna si presentò in Procura spontaneamente e raccontò al procuratore aggiunto Paolo Guido di aver scoperto solo allora chi fosse l’uomo che per mesi aveva frequentato e con cui aveva avuto una relazione, sostenendo che a lei si era presentato col nome di Francesco Salsi, medico in pensione.
La donna ha anche sottolineato che si sarebbero conosciuti nel 2022 in un supermercato a Campobello di Mazara. Calcagno, allora ancora non indagata, raccontò che, dopo averlo rivisto in un paio di occasioni, sempre al supermercato e vicino alla scuola in cui lavorava, aveva iniziato una relazione con Messina Denaro che le aveva rivelato di essere malato di tumore e di stare affrontando la chemioterapia.
Un racconto che non ha mai convinto gli investigatori i quali hanno accertato che il ruolo della professoressa negli ultimi due anni di latitanza del boss sarebbe stato ben altro: lei e il ricercato si sarebbero frequentati a lungo e la Calcagno avrebbe ospitato Matteo Messina Denaro nella sua casa al mare. Ci sono diverse immagini della vdeosorveglianza visionate dopo la cattura del boss in cui i due sono insieme in auto, lei lo “scorta” precedendolo con la sua macchina per accertarsi che non ci siano posti di blocco o gli porta pacchi nella casa di Vicolo San Nicola a Campobello di Mazara.
E poi ci sono quelle parentele, a cominciare dal marito della Calcagno.
Termini Imerese (Palermo) – Scoperta dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica Sicilia Occidentale della Polizia una truffa perpetrata ai danni di Poste Italiane, da una organizzazione del palermitano per finanziamenti illeciti con false buste paga, 5 le misure cautelari.
L’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Termini Imerese, ha portato alla scoperta di un’organizzazione che gestiva la concessione di finanziamenti illeciti da parte di Poste Italiane Spa ed offriva anche la possibilità di aggirare il blocco dei clienti in “black list” dovuta all’iscrizione presso la Centrale Rischi. La Polizia ha eseguito un’ordinanza del Gip di Termini Imerese di applicazione di misure cautelare personali nei confronti di cinque persone, tra cui un dipendente di Poste Italiane, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe in danno di banche e società finanziarie.
Grazie a documentazione bancaria e buste paga false, ai richiedenti – si trattava di persone in situazioni di difficoltà economica – veniva falsamente attestata l’esistenza di un rapporto di lavoro, così da poter avviare pratiche di finanziamento presso Poste Italiane Spa. Le indagini erano state avviate dopo un esposto presentato dai responsabili dell’Ufficio siciliano Fraud Management di Poste Italiane nel quale venivano riportate una serie di anomalie nelle pratiche di finanziamenti presso gli uffici postali di Casteldaccia, Bagheria e Palermo. Sulla base dei primi accertamenti della Polizia Postale, effettuati sulle richieste di finanziamento “sospette”, la Procura di Termini Imerese ha disposto intercettazioni e perquisizioni che hanno consentito di ottenere importanti riscontri, tra cui il rinvenimento, all’interno del computer di documenti contraffatti riguardanti le buste paga falsificate e copia delle pratiche illecite.
Sono stati accertati più di quaranta episodi relativi a richieste di finanziamento illegittime. Tre degli indagati sono stati sottoposti alla misura cautelare dell’obbligo di firma presso la Polizia Giudiziaria, mentre per il presunto capo dell’organizzazione sono stati disposti gli arresti domiciliari ed il divieto temporaneo di esercitare l’attività professionale ed imprenditoriale nel settore creditizio e finanziario per un anno, essendo un promotore finanziario. Tra gli indagati un dipendente di Poste Italiane per il quale il Gip ha disposto il divieto temporaneo di esercitare l’attività professionale alle dipendenze di Poste Italiane per 12 mesi.
Palermo – Morto in ospedale a Palermo Francesco Picone, boss della Noce. Geraci era stato arrestato nell’operazione Gotha del 2006
E’ morto per arresto cardiocircolatorio nel reparto di rianimazione dell’ospedale Civico a Palermo Francesco Picone, 84 anni, ritenuto il capo della Noce. Picone aveva finito di scontare per mafia gli arresti domiciliari concessi per gravi motivi di salute.
Il presunto capomafia era stato arrestato nel blitz Gotha del 2006. Indicato dagli inquirenti come il reggente della famiglia del rione della Noce, condannato a più di 20 anni di carcere, era ritenuto uomo di fiducia di Bernardo Provenzano.
Marsala – I Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Marsala hanno arrestato in flagranza un 40enne marsalese per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
I militari, durante un servizio perlustrativo, avrebbero notato l’uomo che con fare particolarmente guardingo: dapprima occultava un involucro di plastica nel giardino della propria abitazione; poi se ne allontanava rapidamente a piedi.
I sospetti dei militari sono risultati fondati, infatti, l’immediata perquisizione del nascondiglio dell’abitazione del 40enne ha consentito il sequestro di marijuana e hashish per un peso oltre un chilo, bilancini di precisione e contanti.
Tratto in arresto, dopo il sequestro dello stupefacente e l’udienza di convalida l’uomo è stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.
Trapani – I poliziotti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico hanno arrestato un uomo per furto aggravato in flagranza a seguito di una segnalazione di intrusione all’interno dell’area del Polo universitario.
Giunti sul posto, dopo aver perlustrato il perimetro, gli agenti notavano due individui armeggiare con strumenti di effrazione, staccando alcuni pezzi metallici, su un impianto di refrigerazione dismesso.
Gli operatori, senza farsi notare, si sono avvicinati ai malviventi intimando loro l’alt polizia ma, uno dei due, è riuscito a fuggire facendo perdere le proprie tracce mentre l’altro è stato prontamente bloccato.
La refurtiva, circa 300 grammi di rame, unitamente ai vari strumenti di effrazione, sono stati posti a sequestro penale.
Il fermato dopo l’arresto, è stato sottoposto agli arresti domiciliari a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.