Caltanissetta
Caltanissetta: truffa aggravata e riciclaggio ai danni dell’Unione Europea
Decreto di sequestro per 700 mila euro
Redazione18 Aprile 2025 - Cronaca



  • Cronaca

    Caltanissetta – Emesso dal Gip del Tribunale di Caltanissetta, un decreto di sequestro preventivo anche per equivalente su beni mobili, immobili o societari, nei confronti di 4 indagati, a vario titolo di: frode in danno a fondi dell’U.E., riciclaggio e autoriciclaggio, fino alla concorrenza della somma complessiva di 700mila euro. Le indagini sono scattate dopo una serie accertamenti e di attività info-investigative effettuate dalla DIA e dal Nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza.

    La cronaca e gli indagati

    L’attività di polizia giudiziaria, coordinata dall’EPPO, e condotta attraverso riscontri incrociati confermati da mirate interrogazioni alle varie banche dati, acquisizioni documentali e analisi dei flussi finanziari, ha consentito di ricostruire un articolato reticolo societario adoperato per movimentare i corposi finanziamenti comunitari e, dopo averli illecitamente conseguiti, “ripulirli”.

    Quattro gli indagati. Tra questi 2 coniugi che sebbene formalmente impiegati statali, risultavano di fatto e di diritto gestire alcune attività economiche, tutte legate al settore agricolo ed alcune delle quali percettrici di contributi AG.E.A. (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura).

    La terza persona ha assunto formalmente la carica di titolare di ditta individuale e amministratore di altre due società, operanti nel settore agricolo, senza tuttavia apparente esperienza in materia e peraltro residente in luoghi distanti geograficamente dalle sedi delle attività economiche.

    Il quarto indagato  si è adoperato per effettuare molteplici operazioni di trasferimento di denaro in modo da ostacolare l’individuazione della illecita provenienza del denaro, realizzando quindi la fattispecie illecita del riciclaggio.

    Le conclusioni

    “La commissione di truffe ai danni dell’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA) e della stessa AGEA, si inseriscono nell’ambito di un unico disegno criminoso a partire dal trasferimento, con le agevolazioni per l’insediamento di giovani in agricoltura, di un rilevante fondo con annessi fabbricati rivenduto con relativa plusvalenza all’ISMEA. Detto trasferimento si è rivelato essere fittizio in quanto il bene è rimasto nella disponibilità degli indagati riconducendo il tutto ad una operazione di autofinanziamento attingendo da fondi pubblici. E’ stato riscontrato che i contributi percepiti dall’AGEA sono stati reimpiegati a beneficio personale di uno degli indagati nonché in cespiti aziendali e nell’acquisto di una macchina agricola nonché di un altro fondo. Parallelamente ai reati fraudolenti, sono state individuate anche condotte di autoriciclaggio e riciclaggio mediante articolate e complesse transazioni bancarie con reiterati trasferimenti di risorse finanziarie tra varie attività economiche facenti capo, di fatto e/o di diritto, agli indagati e sempre secondo un unico disegno criminoso, in modo da ostacolare la riconducibilità delle predette risorse finanziare al reato presupposto in frode all’AGEA ed all’ISMEA”.




  • Italia
    Sicilia protagonista al Vinitaly 2025 [Video]
    Promozione agricola e vitivinicola: strategie e futuro al centro del dibattito
    Redazione7 Aprile 2025 - Attualità



  • Attualità
    Verona – La conferenza stampa organizzata nel Padiglione 2 della Regione Siciliana ha riunito rappresentanti istituzionali e operatori del settore per delineare le strategie di sviluppo dell’agricoltura e del comparto vinicolo, settori chiave per l’economia dell’Isola.

    Il valore strategico del settore vitivinicolo siciliano

    Durante l’incontro, l’Assessore regionale Salvatore Barbagallo ha sottolineato l’importanza di rafforzare la competitività delle eccellenze siciliane. “Il nostro impegno – ha dichiarato – è volto ad aprire nuovi mercati, migliorare infrastrutture e servizi e sostenere un comparto vitale per l’economia regionale, anche in un contesto internazionale complesso”.

    Barbagallo ha evidenziato la resilienza delle imprese locali, capaci di adattarsi e prosperare anche in tempi difficili, grazie alla qualità unica dei prodotti made in Sicily.

    Giovani e competenze: il futuro dell’agricoltura

    Un punto centrale del dibattito è stato il ricambio generazionale. L’Onorevole Mirco Carloni, Presidente della Commissione Agricoltura della Camera, ha illustrato una legge da lui promossa a favore dei giovani agricoltori, che include incentivi e formazione su competenze strategiche e di marketing.

    “La Sicilia – ha detto Carloni – è modello di trasformazione agricola in chiave turistica ed esperienziale, con le cantine che diventano mete di degustazione e cultura del territorio”.

    Sostenere le imprese contro i dazi e le sfide globali

    L’europarlamentare Raffaele Stancanelli ha sollevato un tema controverso: l’impatto dei dazi e delle politiche ambientali europee sul comparto agricolo. “Serve una riflessione seria su certe scelte ideologiche che hanno penalizzato le nostre imprese a vantaggio di Paesi extra UE come la Cina”, ha affermato.

    Made in Sicily al centro della scena

    Fulvio Bellomo, Direttore del Dipartimento Agricoltura della Regione Siciliana, ha ribadito l’efficacia delle politiche di promozione adottate negli ultimi due anni. “Il nostro stand al Vinitaly è tra i più visitati, segno di un interesse crescente per la qualità dei nostri prodotti”, ha detto.

    Anche Giusy Mistretta, Commissario Straordinario dell’Istituto Regionale del Vino e dell’Olio (IRVO), ha partecipato all’incontro, rafforzando il messaggio di una Sicilia unita nella promozione del suo patrimonio enogastronomico.

    La partecipazione della Sicilia al Vinitaly 2025 dimostra come l’agricoltura e il settore vitivinicolo rappresentino non solo un’eredità storica, ma anche un volano di crescita sostenibile, innovazione e attrattività turistica. Il futuro si costruisce valorizzando le radici, puntando sui giovani e aprendo la strada all’eccellenza siciliana nei mercati globali.






  • Bere l’aria: la soluzione alla siccità mondiale?
    Un’innovazione tecnologica potrebbe rivoluzionare la gestione delle risorse idriche
    Redazione2 Marzo 2025 - Attualità



  • bere acqua Attualità

    Attualità Mondo – La siccità rappresenta un’emergenza globale che minaccia milioni di persone e l’ecosistema. La ricerca scientifica, però, potrebbe offrire una soluzione innovativa e sostenibile: trasformare l’aria in acqua.

    Una scoperta rivoluzionaria: acqua dall’aria

    Dopo anni di studio, un team di ricercatori di Austin e Singapore ha sviluppato una tecnologia basata su una pellicola super-igroscopica in grado di catturare e trattenere l’umidità presente nell’aria. Pubblicati sulla rivista Nature Communications, i risultati della ricerca dimostrano come questo sistema possa produrre acqua potabile a basso costo, con un impatto positivo sulle regioni più colpite dalla carenza idrica.

    Come funziona la pellicola super-igroscopica?

    Il climatologo Nicola Dovetta ha spiegato che la pellicola è costituita da materiali economici e facilmente reperibili, come polimeri di idrossi-propilcellulosa e gomma konjac. Grazie alla loro composizione molecolare, questi elementi riescono a trattenere l’umidità e a impedire la sua evaporazione. Il costo contenuto, pari a soli due dollari al chilogrammo, rende questa tecnologia accessibile anche ai Paesi in via di sviluppo.

    L’acqua estratta dal suolo: una seconda soluzione

    Oltre alla pellicola, i ricercatori dell’Università di Austin hanno ideato un idrogel da inserire nel terreno per ottimizzare l’uso delle risorse idriche. Questa soluzione permette di assorbire l’umidità presente nel suolo e distribuirla gradualmente alle piante, riducendo gli sprechi d’acqua e migliorando la produttività agricola.

    Un futuro sostenibile grazie alla tecnologia

    Se implementate su larga scala, queste soluzioni potrebbero rivoluzionare il modo in cui affrontiamo la siccità. La combinazione di pellicole super-igroscopiche e idrogel potrebbe garantire l’accesso all’acqua potabile in aree aride e migliorare la gestione idrica nei territori agricoli. L’innovazione tecnologica, dunque, si conferma una risorsa chiave per il futuro del pianeta.

     




  • Castelvetrano
    Diga Trinità, arriva un consulente da Roma per evitare la chiusura
    Intanto osservato speciale rimae il Fiume Delia
    Laura Spanò10 Febbraio 2025 - Cronaca



  • Diga_Trinità_Castelvetrano Cronaca

    Castelvetrano – E’ un ingegnere che ha già lavorato in Sicilia, professore dell’università Sapienza e tra i massimi conoscitori della materia il nuovo consulente nominato dalla Protezione civile siciliana per salvare la diga Trinità di Castelvetrano dalla chiusura. Una possibilità questa ventilata lo scorso mese dal ministero delle Infrastrutture a causa delle criticità statiche dell’invaso con un aut aut lanciato al Dipartimento regionale Acqua e rifiuti (Dar), in cui, nell’attesa di una soluzione tra la fine dei problemi di tenuta o il radicale game over dell’impianto, Roma aveva chiesto di sversarne il contenuto a mare al ritmo di oltre 100 mila metri cubi di acqua al giorno.

    La diga Trinità infatti la cui costruzione risale agli anni Cinquanta è tra le dighe siciliane mai collaudate. E, allora, c’è il rischio che una pressione eccessiva dell’acqua possa avere effetti devastanti. Per questa ragione le nuove direttive del ministero delle Infrastrutture. Un grande spreco per l’invaso che potrebbe contenere 16 milioni di metri cubi.

    Intanto rimane osservato speciale il fiume Delia, che scorre in modo violento a causa dell’acqua che arriva dalle sorgenti naturali tra i monti San Giuseppe, Monte Calemici e Pietralunga, ma anche dalle acque che la Diga Trinità dovrebbe trattenere per gli agricoltori del territorio, che invece da settimane assistono impotenti a uno spreco inaccettabile. La grande quantità d’acqua che si riversa fino in mare continua a tenere aperta una ferita per il settore agricolo, che vede sfumare la risorsa primaria per le loro colture.

    A Mazara il sindaco Salvatore Quinci in questi giorni ha attivato il Coc, per assicurare una vigilanza rinforzata in corrispondenza degli argini del fiume Delia a seguito dei rischi a valle legati allo sversamento delle acque per la riduzione dei livelli idrici della diga Trinità ma anche alle precipitazioni di questi giorni. L’abbassamento pilotato per motivi di sicurezza dei livelli della diga Trinità comporta il deflusso delle acque direttamente nel fiume Delia. In particolare con l’ausilio delle associazioni del territorio che in questa fase sono Giva, Guardie ai Fuochi, Guardie Ambientali Trinacria, Cpas e Associazione Vigili del Fuoco in Congedo, gli argini del fiume Delia ed il livello delle acque sono monitorati con passaggi giornalieri e notturni fino a cessata emergenza. Dal monitoraggio effettuato al momento il livello delle acque del fiume risulta entro i limiti.




  • Castelvetrano
    Siccità, l’acqua depurata dall’impianto di Castelvetrano anche per l’orticoltura
    Di Mauro: «Stiamo valutando la fattibilità»
    Redazione3 Febbraio 2025 - Economia



  • Economia

    Castelvetrano – La possibilità di utilizzare le acque reflue depurate dall’impianto di Castelvetrano, nel Trapanese, anche per le coltivazioni orticole è stata al centro di un tavolo tecnico tenuto nella sede del dipartimento regionale Acqua e rifiuti. Alla riunione, coordinata dall’assessore all’Energia, Roberto Di Mauro, hanno partecipato anche l’assessore regionale all’Agricoltura, Salvatore Barbagallo, i rappresentanti dell’Azienda sanitaria provinciale di Trapani, dell’Arpa, del Consorzio di bonifica della Sicilia occidentale, del Commissario unico per la depurazione e del Comune di Castelvetrano.

    «Abbiamo definito – ha detto Di Mauro – un percorso tecnico-amministrativo che dovrebbe completarsi entro un paio di mesi con le conclusioni dell’analisi del rischio svolte dal Commissario per la depurazione. In caso di esito positivo, daremo il via libera all’utilizzo dell’acqua. Abbiamo avuto intanto rassicurazioni sul fatto che quanto prima il depuratore di Castelvetrano sarà rimesso in funzione».

    Attualmente, con un decreto del luglio 2024 il dipartimento Acque e rifiuti ha autorizzato il riuso delle acque depurate per uliveti e vigneti dei territori delle province di Trapani e Agrigento. Secondo una stima, il volume di acqua depurata nell’impianto di via Errante vecchia e riutilizzabile sarebbe di circa 8 milioni di cubi all’anno.

    «Adesso – aggiunge l’assessore all’Energia – vogliamo verificare se esistono le condizioni tecniche per ampliare l’impiego di queste risorse anche per l’orticoltura. È una richiesta che arriva dai territori e sarebbe una soluzione, seppur non definitiva, per fare fronte alle conseguenze del lungo periodo di siccità che ha ridotto i quantitativi di acqua disponibili per l’irrigazione. Abbiamo l’intenzione di estendere questa possibilità anche ad altri impianti, che potrebbero alleviare le difficoltà degli agricoltori di territori in particolare sofferenza come quelli di Sciacca e Agrigento».

    Per utilizzare l’acqua depurata dall’impianto di Castelvetrano, devono essere preventivamente effettuate accurate valutazioni qualitative e quantitative così da garantire il rispetto dei limiti fissati dalla legge e la riduzione al minimo dei rischi per il consumo umano dei prodotti agricoli irrigati, anche in funzione delle diverse tipologie di colture per le quali impiegare le risorse idriche.




  • Castelvetrano
    Flai, Fai e Uila Trapani contro la chiusura della Diga Trinità di Castelvetrano
    Sulla vicenda era intervenuto anche il deputato regionale Cristina Ciminnisi
    Redazione20 Gennaio 2025 - Attualità



  • chiusura della Diga Trinità di Castelvetrano Attualità

    Castelvetrano – Fa discutere la disposizione di messa fuori servizio da parte del Ministero delle Infrastrutture della diga trapanese Trinità.

    Così i segretari generali di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil Giovanni Di Dia, Franco Nuccio e Leonardo Falco,
    “L’inconcludenza della politica, accompagnata dall’inerzia della macchina burocratica della Regione Siciliana, ha prodotto l’ennesimo risultato osceno a discapito dell’agricoltura e del territorio Trapanese. Siamo pronti a intraprendere ogni azione necessaria affinché venga fatta giustizia nei confronti di una provincia e di un settore lungamente martoriati dall’incapacità di chi è preposto ad amministrare strumenti, come quello di un bacino idrico, il cui corretto utilizzo dovrebbero produrre sviluppo e benessere”. “Da anni – affermano – chiedevamo incessantemente, il collaudo della Diga di Castelvetrano. Da anni chiedevamo di salvaguardare le acque piovane lì accumulate per essere utilizzate per l’irrigazione dei campi. Da anni chiedevamo l’ammodernamento e la valorizzazione della struttura che potenzialmente poteva contenere fino a 18 milioni di metri cubi di acqua. In questi lunghi anni abbiamo ricevuto come risposta da parte della politica in generale solo un silenzio assordante, che adesso consegna alla storia una diga chiusa e una prospettiva futura pari allo zero per l’agricoltura trapanese. Le conseguenze di un nuovo colpo inferto al settore agricolo sono facili da intuire, perdita di reddito per le aziende e perdita di posti di lavoro per gli addetti del comparto”.
    Anche il deputatore regionale del M5S Cristina Ciminnisi era intervenuta sulla vicenda

    «Il Ministero per le infrastrutture avrebbe disposto la chiusura o, per dirla con termini tecnici e burocratici, la “messa fuori esercizio”, della diga Trinità. Ho depositato una richiesta di audizione urgente in Commissione perché migliaia di ettari di vigne e olivi ed altre pregiate colture nel Belìce rischiano di rimanere a secco. La Diga Trinità senza acqua vuol dire il tracollo di un pezzo importante della economia dell’intera provincia di Trapani».

    I timori sulla “messa fuori esercizio” della diga Trinità espressi dal deputato regionale del M5S, Cristina Ciminnisi, e soprattutto il futuro della infrastruttura e dell’economia agricola belicina, sono oggetto anche di un’interrogazione urgente al Presidente della Regione e agli Assessori per i Servizi di pubblica utilità e all’Agricoltura.

    «Le paratie della diga – dice Ciminnisi – sono aperte da giorni e l’acqua delle ultime piogge, attese per placare la siccità, sembra siano state scaricate in mare. Il livello dell’acqua nell’invaso si sta abbassando ben al disotto dei limiti di sicurezza già imposti dall’Ufficio dighe del Ministero per le Infrastrutture. Tutto sembra convergere sulla ipotesi di “messa fuori esercizio” del bacino, e la crisi idrica ed economica dell’agricoltura del comprensorio rischia di tramutarsi in una bomba sociale».

    «Il Governo Schifani sia chiaro con gli agricoltori – continua Ciminnisi -: l’ipotesi di definitiva chiusura è vera? in caso di messa fuori esercizio della diga, i nostri agricoltori dove prenderanno l’acqua per irrigare i campi?». «Domande legittime e risposte doverose che comunque – conclude Ciminnisi – non cancelleranno le fallimentari politiche di gestione dell’acqua del passato e, da ultimo, dalla inconsistente cabina di regia avviata dal presidente Renato Schifani».




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