Trapani – Di Giovanni Catania – “Oggi vi racconto della tentata riattivazione dell’ex aeroporto di Trapani Milo, fino al 2012 importantissima base di lancio di palloni aerostatici dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), e lo faccio in base alla mia breve ma diretta esperienza del 2018 nell’ufficio di staff del Sottosegretario ai rapporti con il parlamento Santangelo (M5S)”.
Prima di scrivere questo articolo ho riflettuto molto su me stesso e su noi trapanesi e ho deciso di evitare i commenti e lasciare alla vostra valutazione soltanto il “racconto”.
Mi animava lo spirito francescano del Movimento 5 stelle (dormivo dalle suore). Ero in servizio a Roma alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, “in comando” dalla Regione siciliana, il che significava conservare il lavoro e disporre di un’indennità per coprire le spese di trasferta fino alla caduta del governo Conte I, avvenuta nel 2019.
Con il Sottosegretario Santangelo abbiamo fatto sopralluoghi, studiato e progettato, coinvolto il Ministero della Difesa, proprietario dell’area demaniale militare, l’ASI, scienziati, tecnici, professionisti e imprenditori. Mentre il nostro ufficio si adoperava per tutti gli approfondimenti finalizzati alla riattivazione del sito e ai necessari finanziamenti, il Sottosegretario cercava un’intesa con il Ministro della Difesa Elisabetta Trenta (M5S). Il Ministro attivava prontamente le numerose entità militari interessate, oltre a istituti, enti e aziende statali con progetti a livello nazionale ed internazionale. Nacque una programmazione interrotta dalla caduta del primo governo Conte. Il dicastero della Difesa passerà al PD Lorenzo Guerini (governo Conte II). Non ho saputo più nulla di quest’area, fino a quando l’imprenditore Valerio Antonini ha deciso, con il supporto dell’Amministrazione comunale, di annunciare il progetto di “Cittadella dello Sport”.
Ancor oggi considerato a livello internazionale un sito d’elezione, Milo si posiziona tra i siti migliori al mondo per la sua ubicazione sul 38° parallelo e per la presenza di correnti in quota che assicurano ottime condizioni per il lancio di palloni stratosferici. Nella base fino al 2012 erano anche state valorizzate capacità locali, scientifiche e professionali, tra le quali spiccava anche la figura dell’Ingegner Leonardo Carpinteri, nostro illustre concittadino.
Dai confronti serrati nel corso del 2019 con tutti i soggetti potenzialmente interessati a rilanciare la base di Milo, molti dei quali dichiaravano disponibilità e prontezza anche per investimenti produttivi, apprendiamo che nella base si potevano insediare anche attività di prova e validazione di droni di diverse caratteristiche e dimensioni, specialmente per la classe ad ala mobile con decollo verticale (i cosiddetti VTOL, cioè velivoli a decollo e atterraggio verticale) ma anche quelli ad ala fissa della classe medio piccola.
Le caratteristiche e le prospettive della base, più che promettenti, unite alle numerose opzioni tecniche e operative per rigenerarne l’attività, vengono così da noi riassunte in un Piano Operativo del valore di oltre 250 milioni di euro, predisposto con l’aiuto dei nostri riferimenti tecnico-scientifici.
Nel corso di una partecipatissima riunione, alla presenza dei massimi vertici istituzionali – politici e militari – il Ministro Elisabetta Trenta si esprimeva favorevolmente e chiaramente per il rilancio in grande stile della base di Milo, dando indicazioni immediate per la riapertura. Il Sottosegretario Santangelo inviava dunque il Piano operativo al Ministero della Difesa perché fosse finanziato dal CIPE e dunque implementato nel quinquennio 2020-2025 che sarebbe scaduto proprio in questi giorni.
Il Piano prevedeva la creazione di un Parco scientifico e Tecnologico d’avanguardia per testare applicazioni operative su piattaforme stratosferiche sia per telecomunicazioni sia per usi connessi alla cosiddetta Osservazione della Terra, sperimentando tecnologie che nel 2019 rappresentavano una frontiera cruciale per la sicurezza e il controllo dell’ambiente urbano, extraurbano e del mare. Questi ambiti di sperimentazione riguardano il monitoraggio territoriale di edifici, quello ambientale per valutare le conseguenze di eventi sismici, meteorologici, incendiari, per la prevenzione di eventi critici o rischi o legati alla mobilità intelligente, alla logistica e alla sicurezza delle persone, inclusa la sicurezza dei natanti nel canale di Sicilia e il salvataggio in mare. Il Parco scientifico avrebbe utilizzato sistemi elettronici cosiddetti “embedded” che usano reti di sensori intelligenti (”internet of things”) e strumenti per la gestione dei dati di “air traffic management” avanzato.
Per raggiungere questi ed altri obiettivi, in base al piano, l’ex base di Milo sarebbe stata dotata di un Supercalcolatore per l’elaborazione dei dati terrestri e provenienti dallo spazio oltre a tecnologie di ricerca e sperimentazione di azioni “duali” cioè utilizzabili sia per scopi civili (ad esempio monitoraggio territoriale, agritech, sanità) sia per scopi militari.
Nel 2019, infatti, nel nostro Paese non era ancora stato attivato alcun Centro di supercalcolo.
L’idea di questo articolo nasce qualche giorno fa (il 27 giugno 2025) quando apprendo che, presso il polo tecnologico dell’Università di Napoli Federico II è stato appunto inaugurato Megaride, sistema di calcolo ad alte prestazioni, soprattutto orientato alla Cybersecurity, promosso da Agenzia Nazionale per la Cybersicurezza, Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), con il supporto di un vasto partenariato scientifico (ICSC – Centro Nazionale di Ricerca in HPC Big, Data and Quantum Computing), dal CNR e da Cineca.
Sono felice che il supercomputer che immaginavamo avrebbe potuto essere ubicato a Trapani sia stato comunque realizzato ma, come spesso è accaduto e accade, tutto questo non è accaduto qui a Trapani.
Insomma, tornando alla base di Milo, Trapani disporrebbe di un sito di notevole interesse nazionale ed internazionale per la Difesa, sia per gli scienziati sia per le aziende impegnate in questo settore, un sito che poteva essere (e potrebbe ancora):
– una miniera di innovazioni, scoperte e applicazioni;
– atto ad ospitare attività aerospaziali ed anche aeronautiche (pista per velivoli medio-piccoli per la sperimentazione in volo di apparati e strumenti di impiego aeronautico e spaziale) sia utilizzando la vecchia pista militare sia realizzandone una nuova posizionata in maniera ortogonale.
– ospitare attività di grande potenzialità per il turismo d’èlite, data la posizione strategica per l’aviazione leggera privata, oggi assolutamente assente, con annessi servizi di rimessaggio: Hangar, Carburante, Officina, Scuola di volo di aviazione generale, Turistica e Sportiva,
– ospitare la sperimentazione e il lancio di droni, inclusa Scuola di pilotaggio, ovviamente non solo a scopo militare, un settore che già nel 2019 si rivelava interessante come il grande pubblico ha poi tristemente scoperto con la guerra Russia-Ucraina.
Tutte queste potenzialità di Milo erano evidenti a me e a tutti quelli che hanno studiato il sito oltre che a coloro che vi hanno operato in passato fino al 2012, una base “colpevolmente” dismessa per decisioni che sfuggono ai trapanesi e che vennero prese nel silenzio generale nel senso dell’ulteriore abbandono dei progetti su questo sito importantissimo. Mi pare ovvio che tutte queste potenzialità siano meno evidenti per l’imprenditore che oggi è interessato a proporre un uso diverso dell’area di Milo.
E’ meno ovvio che l’Amministrazione comunale che, sulle prime, pare averne avallato le scelte, lo abbia fatto acriticamente senza valutare le altre potenzialità del sito. Il Sindaco, la Giunta e il Consiglio comunale, gli Uffici saranno adesso chiamati a ripianificare la città di Trapani per ospitare la Cittadella dello Sport dell’imprenditore Valerio Antonini.
Una prima conclusione, lo scrivo con amarezza, se prescindiamo da idee e progetti seriamente orientati allo sviluppo economico e sociale del nostro territorio e dunque basati sulle vere vocazioni territoriali e su prospettive di crescita solide, è che chiunque può lanciarsi (direi anche legittimamente) in proposte di stampo speculativo, com’è spesso accaduto in passato.
Tali proposte – com’è normale per i privati – mirano ad accaparrarsi un vantaggio futuro, sempre seguendo le procedure di legge, occupando in concessione per decenni ettari ed ettari di aree che al momento “sembrano” dismesse e dunque libere e perciò appetibili per qualche pur lecita operazione speculativa. Addirittura si ipotizza la vendita a privati di queste aree che, come abbiamo detto, sarebbero di interesse pubblico.
Finito il ciclo sportivo, si lascerebbe al privato per qualche decennio la disponibilità di fatto delle rendite su quanto è stato costruito con il permesso degli enti pubblici, anche modificando vincoli di destinazione originaria ottimale, distruggendo le “vocazioni” territoriali in questione e dunque impoverendo sistematicamente la potenzialità del territorio per lo sviluppo.
Il compito della Pubblica amministrazione è quello di stabilire quale sia l’interesse pubblico prevalente, ovvero stabilire quale sia l’interesse più meritevole di tutela riferito ad una determinata comunità.
Su questo concetto invito tutta la comunità locale a riflettere.