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Favignana | Cronaca

Suicidi nelle carceri. Agente in servizio a Favignana trovato morto

30 Giugno 2024 19:39, di Redazione
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Da stamane si erano perse le tracce, nel pomeriggio la macabra scoperta

Favignana - Per qualche settimana era stato assente dal servizio per malattia, stamane poi di lui si erano perse le tracce nel pomeriggio il macabro rinvenimento è stato trovato impiccato in un bosco sull’isola, non lontano dal carcere è stato trovato impiccato in un bosco sull’isola, non lontano dal carcere. Aveva 55 anni ed era Sovrintendente del Corpo di polizia penitenziaria in servizio presso la Casa di Reclusione di Favignana.

"Non si ferma evidentemente la spirale di suicidi intorno ai penitenziari, la cui tragica conta sale a ben 53 dall’inizio dell’anno, 5 fra gli agenti e 48 fra i detenutiâ€. Lo afferma Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

E poi continua: “Quello dei suicidi nelle forze dell’ordine e, particolarmente, nel Corpo di polizia penitenziaria, la cui incidenza è notevolmente superiore che nella restante popolazione, è un fenomeno che necessita di essere compiutamente investigato e affrontato concretamente. Peraltro, non riteniamo affatto sufficienti le iniziative e i supporti, anche di natura psicologica, finalizzati a intercettare a valle il disagio, ma reputiamo indispensabili e non più rinviabili interventi a monte che lo prevengano. Ciò si può conseguire rendendo dignitose e ‘umane’ le condizioni di lavoro anche attraverso il rispetto dei diritti e delle prerogative contrattuali, che per gli appartenenti alla Polizia penitenziaria rappresentano una vera e propria chimera, e con l’efficientamento del fallimentare sistema d’esecuzione penale, in particolare inframurario, anche per prevenire disorientanti fenomeni di dissonanza cognitiva. Certo, non vogliamo strumentalizzare e sappiamo che a determinare un gesto estremo come il suicidio possono concorrere una serie di concause. Siamo tuttavia convinti che il servizio espletato in prigioni trasformate in discariche sociali e la ‘violenza’ delle esperienze quotidianamente vissute e subite, con anche il frequentissimo ricorso al suicidio, contribuiscano fortemente ad alimentare il fenomeno, tanto che per noi i colleghi che si tolgono la vita sono morti in servizio e per servizio. Vorremmo tanto sapere, peraltro, cosa ne è stato dell’Osservatorio permanente interforze sui suicidi tra gli appartenenti alle forze dell’ordine costituito dall’allora Capo della Polizia Gabrielli nel febbraio 2019, ma di cui non abbiamo avuto alcuna ulteriore notiziaâ€, aggiunge il Segretario della UILPA PP.

“Ci stringiamo costernati attorno al dolore della moglie e degli altri congiunti del Sovrintendente scomparso. Nondimeno, invochiamo nuovamente misure urgenti da parte del Governo che, prendendo atto dell’emergenza complessiva, possano mettere in sicurezza carceri che stipano oltre 14.500 detenuti in più rispetto ai posti disponibili con 18mila agenti di Polizia penitenziaria in meno rispetto al fabbisogno. Ormai quasi ogni giorno contiamo un decesso, davvero non c’è più tempoâ€, conclude De Fazio.

Sulla vicenda inteviene anche Donato Capece leader nazionale del SAPPE

“E’ una notizia che sconvolge tutti noi. L’uomo, un Sovrintendente del Corpo di polizia penitenziaria che lavorava presso la Casa di reclusione di Favignana, è stato trovato senza vita, impiccato in un bosco. Si disconoscono le motivazioni del gesto estremo al momentoâ€, dichiara, scosso e amareggiato, Donato Capece, segretario generale del SAPPE, che ricorda come quello dei poliziotti penitenziari suicidi è un dramma che va avanti da troppo tempo senza segnali concreti di attenzione da parte del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.

 “L’uomo da circa cinque anni prestava servizio presso l’Ufficio matricola e da circa un mese era in malattia. Si trovava presso la casa di villeggiatura di Favignana, nei cui presso c’è un bosco in cui è stato trovato impiccato ad un albero. Una tragediaâ€. Il leader del SAPPE, Donato Capece sottolinea che “i poliziotti penitenziari sono lasciati abbandonati a loro stessi, mentre invece avrebbe bisogno evidentemente di uno strumento di aiuto e di sostegno. Servono soluzioni concrete per il contrasto del disagio lavorativo del Personale di Polizia Penitenziaria. Come anche hanno evidenziato autorevoli esperti del settore, è necessario strutturare quanto prima un’apposita direzione medica della Polizia Penitenziaria, composta da medici e da psicologi impegnati a tutelare e promuovere la salute di tutti i dipendenti dell’Amministrazione Penitenziariaâ€, conclude Capece. "Qui servono azioni concrete sui temi dello stress psico-fisico degli appartenenti al Corpo, che non possono ridursi a mere linee guida diramate con lettere ministeriali!â€.

Marsala

Giusto venerdì a Marsala c'era stata ’iniziativa in piazza dell’Addolorata inserita nell’ambito di una programmazione nazionale indetta dall'Unione camere penali italiane per sensibilizzare l’opinione pubblica sul grave fenomeno dei suicidi in carcere che da gennaio 2024 ad oggi ha raggiunto il numero di 49 vite perduteâ€. E chissà cosa accade proprio adesso che scriviamo. Il 2022 è stato l’anno record, con 85 suicidi accertati nelle carceri. Ma il 2023 e il 2024 continuano a registrare numeri impressionanti.

“Essere qui oggi è importante perchè dobbiamo arrivare alla pancia delle persone e sensibilizzare l’opinione pubblica sul fenomeno sia dei suicidi in carcere che del sovraffollamento – aveva detto la Presidente della Camera Penale locale, Francesca Frusteri -. Da Cagliari a Roma, passando per Marsala e in altre città italiane, per dire anche alla politica sorda rispetto a quelle che sono le richieste continue di un urgente intervento su queste problematiche dilaganti. L’ultimo caso di suicidio in carcere è avvenuto a Caltanissetta. Quindi è il momento di intervenire. Noi penalisti possiamo sollecitare la politica a prendere iniziative e provvedimenti di clemenza, gli unici al momento sono amnistia e indulto, tali da arginare e tamponare questi i fenomeniâ€. “C’è una proposta per ora dell’onorevole Roberto Giachetti che prevede l’innalzamento dei giorni di liberazione anticipata per ogni semestre, da 45 a 60. Di certo non è risolutiva ma potrebbe dar fiato a coloro che hanno delle pene brevi da scontare. Ci battiamo da anni per incentivare la concessione delle misure alternative da parte dei magistrati di sorveglianzaâ€.

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