"Sponde": Cinque Vescovi battezzano cinque mazaresi
Mazara del Vallo, 18 settembre 2011- Finale a sorpresa gioioso per la chiusura di “Sponde”, l’iniziativa organizzata dal CeMSI e dall’Osservatorio del...
Mazara del Vallo, 18 settembre 2011- Finale a sorpresa gioioso per la chiusura di “Sponde”, l’iniziativa organizzata dal CeMSI e dall’Osservatorio del Mediterraneo che per tre giorni a Mazara del Vallo ha acceso i riflettori per parlare di “Migrazioni nel Mediterraneo: minaccia o opportunità ?”. Stamattina durante la messa dell’accoglienza celebrata nella Cattedrale di Mazara del Vallo i cinque vescovi dell’area mediterranea hanno battezzato cinque bambini mazaresi. I cinque prelati hanno accolto sul portone della Cattedrale i cinque bambini accompagnati dai genitori e dai padrini. Un “fuori programma” per l’iniziativa che si è conclusa con un messaggio di pace e di prospettiva, affidato al vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero: «Le migrazioni? Sono certamente una risorsa ed è del tutto fuori luogo allarmarsi dietro lo spauracchio delle minacce. A conclusione di questa quarta edizione di “Sponde” ci poniamo due obiettivi. Uno quello di creare un sistema a rete tra le realtà che si occupano di dialogo interculturale ed interreligioso e l’altro di individuare e mostrare esempi virtuosi di immigrati che si sono realizzati nel nostro Paese, concretizzando così l’idea di risorsa delle migrazioni». La celebrazione è stata concelebrata da monsignor Francesco Montenegro (arcivescovo di Agrigento), Giancarlo Bregantini (arcivescovo di Campobasso-Bojano), Maroun Elias Lahham (arcivescovo di Tunisi) – che ha presieduto la concelebrazione – Ghaleb Moussa Abdalla Bader (arcivescovo di Algeri) e Domenico Mogavero (vescovo di Mazara del Vallo). A margine della concelebrazione l’arcivescovo di Algeri, Ghaleb Bader, rispondendo ad alcune domande dei giornalisti sulla “primavera tunisina”, ha ribadito: «Il clima che oggi si respira in Tunisia è certamente di libertà e le richieste sono positive, soprattutto se provengono dai giovani. Ma, credo, che loro non sono pronti a governare. Quello che preoccupa è l’incertezza del futuro in questo periodo di grande attesa».
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