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Trapani | Cronaca

Siccità? La Sicilia paga anche anni di incuria

02 Luglio 2024 13:15, di Laura Spanò
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Una cartolina deprimente quella di oggi dell'isola

La mancanza della pioggia è solo un lato della medaglia della siccità in Sicilia. L’altro grande problema sono anni di mancati interventi strutturali sugli invasi e sulle reti idriche, fra dighe incomplete e strutture così fatiscenti e indecorose da essere definire reti idriche “colabrodo”.

In questi anni in moltissime città, non fanno eccezione Trapani ed Erice, si è dovuto fare i conti infatti con condotte idriche al limite della decenza. E così i cittadini sono stati costretti a pagare l'acqua due se non tre volte. All'Ente gestore, ai titolari di autobotti privati ed ancora il terzo salasso per l'acqua comprata negli esercizi commerciali che si utilizza per bere, visto che arrivando un autobotte privata non si conosce la provenienza di questa.

Questo evento straordinario che sta investendo tutta la Sicilia quindi altro non è che la chiusura del cerchio, di anni di incuria e abbandono da parte di tutte le amministrazioni che si sono succedete nei diversi comuni dove ora la gente si lamenta giustamente, scende in strada, manifesta.

Il piano per l’emergenza idrica annunciato dalla regione Sicilia prevede al momento 138 interventi per favorire l'approvvigionamento idrico, fra questi la costruzione di nuovi pozzi, il revamping e il ripristino di pozzi già esistenti, la costruzione di bypass e condotte di collegamento, il potenziamento dei sistemi di sollevamento e pompaggio. In questa strategia rientrano anche i 90 milioni di euro che erano stati previsti nell'accordo sul FSC 2021-2027 per la riattivazione di tre dissalatori a Trapani, Gela e Porto Empedocle. Impianti che aspirano l’acqua salata del mare, la filtrano e ne ricavano acqua dolce da immettere nella rete idrica. Una riattivazione tutt’altro che semplice se si pensa che questi impianti risultano abbandonati da almeno una decina di anni, tutti e tre dismessi fra il 2014 e il 2012. Strutture in degrado, con tecnologie per il filtraggio e il pompaggio dell’acqua marina ormai vecchie e vasche corrose, la cui manutenzione richiederà mesi di lavoro. E qualcuno dimentica anche le battaglie fatte che ne hanno determinato la definitiva chiusura.

Intanto l'immagine di questa Sicilia è una immagine davvero deprimente. Animali che bevono nel fango, laghi prosciugati, foraggi e grano azzerati, allevatori e agricoltori in ginocchio, turisti che disdicono o addirittura scappano dai luoghi di villegiatura come nell'agrigentino da mesi senza acqua, strutture mediche a rischio. Gente che scende in strada, amministratori sul piede di guerra per avere l'acqua. E in tutto questo la paura del domani, di cosa potrà ancora accadere se i pozzi si prosciugheranno ancora di più. Questa è la fotografia dell'isola, le maggiori criticità al momento riguardano le province di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Palermo e Trapani. E, in misura minore, quelle di Messina, Catania, Ragusa e Siracusa.

E intanto a Trapani... il comune attraverso la pagina social fa sapere ... che in seguito ad un guasto Enel presso la linea Baglio d'Inferno avvenuto ieri sera alle 23:41, ripristinato stamani, il sistema elettrico che alimenta i pozzi di Bresciana è andato in tilt. L'approvvigionamento idrico previsto domani presso Trapani nuova è pertanto rinviato a giovedì 4 luglio al fine di consentire il riempimento dei serbatoi ed il ripristino degli impianti. Sul posto, si trovano le imprese ed i tecnici comunali.

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