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"Sia pace sulle tue mura", dialoghi sulla pace in diretta con Gerusalemme

08 Dicembre 2017 16:12, di Redazione
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Nella chiesa della Natività, a Betlemme, vi è una lampada ad olio che arde perennemente da moltissimi secoli, alimentata dall'olio donato a turno da t...

Nella chiesa della Natività, a Betlemme, vi è una lampada ad olio che arde perennemente da moltissimi secoli, alimentata dall'olio donato a turno da tutte le nazioni cristiane della Terra. Ogni anno, nel mese di dicembre, da quella fiamma ne vengono accese altre che vengono diffuse su tutto il pianeta come simbolo di pace e fratellanza fra i popoli. L'iniziativa è partita dall'Austria ma, ormai, la luce di Betlemme raggiunge ogni anno molti Paesi europei grazie anche all'impegno dei gruppi scout che si sono fatti promotori di questa iniziativa simbolica a favore della pace. L'arrivo della luce, infatti, è sempre accompagnata da preghiere e canti. Da alcuni anni questa luce arriva anche a Trapani per l'impegno assunto dal MASCI, il Movimento Adulti Scout cattolici italiani. Quest'anno l'appuntamento è per il 17 dicembre nell'ambito di una veglia presieduta dal vescovo Pietro Maria Fragnelli alle ore 19 nella chiesa “Santissimo Salvatore” (Fontanelle sud). La celebrazione sarà animata e si concluderà con i canti della corale di ragazzi "Le sentinelle" di Alcamo. Prima che arrivi la luce da Betlemme - che sarà poi distribuita nelle parrocchie, nei gruppi e anche nelle famiglie che la chiederanno, il gruppo MASCI della Diocesi, in collaborazione con la Fondazione Pasqua2000 e il Museo "San Rocco", proporrà un incontro di riflessione sulla pace, partendo proprio dai luoghi santi e in particolare da Gerusalemme, città della pace per eccellenza ma, per il suo ruolo e la sua posizione, luogo in cui la pace è sempre in pericolo. Domani, 9 dicembre, con inizio alle 18, nella chiesa degli artisti (Sant'Alberto) in via Garibaldi, sarà realizzato un collegamento in diretta via Skype con alcune persone che vivono nella città santa. Chiara Camarda, studiosa trapanese di Lingua e Cultura ebraica, vissuta anche lei per alcuni mesi a Gerusalemme, dialogherà con Benedetto di Bitonto, unico seminarista della comunità cattolica di lingua ebraica che cura la formazione degli immigrati, soprattutto dalle Filippine, e mantiene stretti rapporti con la comunità ebraica locale; con Claudio Maina, responsabile del Movimento dei Focolari che opera da anni a Gerusalemme e conosce bene la situazione generale non solo di Gerusalemme ma anche di altre "zone calde" come la Striscia di Gaza; e con suor Ibtissam Kassis, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, vicaria salesiana per il Medio Oriente. A queste si aggiungeranno anche altre testimonianze di operatori di pace in Terra Santa, in particolare di Desi Durbano, che per diversi anni ha lavorato negli Uffici amministrativi della Custodia di Terra Santa, e quella dei volontari che operano nella Casa delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Cremisan, frazione di Betlemme, la cui missione è quella di costruire pace tra cristiani e musulmani nel territorio palestinese, a partire da bambini e giovani che giocano e pregano nello stesso oratorio. Sarà possibile, da parte del pubblico, porre domande agli intervistati. L'incontro sarà scandito dalle musiche ebraiche eseguite, al violoncello, dal maestro Vincenzo Toscano. Le conclusioni saranno affidate al vescovo Pietro Maria Fragnelli. “E’ notizia di questi giorni la tensione che si è creata per la decisione del presidente americano, Donald Trump, di spostare l'ambasciata degli Stati Uniti dalla capitale politica di Israele, Tel Aviv, alla città santa di Gerusalemme. Ma Gerusalemme è città di tutti e solo la pace può garantire questa convivenza delle diverse religioni e dei diversi popoli – spiega don Liborio Palmeri, direttore del Museo “San Rocco” e assistente spirituale del MASCI - . Lo ha espresso bene papa Francesco, allarmato dalle notizie che arrivano dai luoghi santi, con queste parole: «Gerusalemme è una città unica, sacra per gli ebrei, i cristiani e i musulmani, che in essa venerano i luoghi santi delle rispettive religioni, ed ha una vocazione speciale alla pace. Al suo appello uniamo il nostro, dando voce ad alcuni testimoni di pace che, a Gerusalemme e in quella Terra Santa, vivono ed operano quotidianamente”.

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