Sgominata banda di scafisti tra Tunisia e Sicilia [VIDEO]
Smantellata dalla Guardia di Finanza un?organizzazione di scafisti che facevano la spola tra Tunisi e la Sicilia. La Procura di Palermo ha disposto il...
Smantellata dalla Guardia di Finanza un?organizzazione di scafisti che facevano la spola tra Tunisi e la Sicilia. La Procura di Palermo ha disposto il fermo di 15 persone accusate, a vario titolo, di associazione a delinquere transnazionale finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e contrabbando di tabacchi. L'organizzazione avrebbe trasportato dalla Tunisia alle coste del Trapanese, attraverso gommoni veloci, anche persone ricercate dalle autorità tunisine per sospetti collegamenti con organizzazioni terroristiche. Ad eseguire i provvedimenti, in tutta Italia, sono stati i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Palermo e della Guardia di Finanza di Marsala che hanno raggiunto persone di nazionalità tunisina e italiana. Sequestrate, inoltre, dieci automobili e due imbarcazioni utilizzate per i traffici. I fermati sono: Akremi Toumi, Angelo Allegra, Salvatore Allegra, Anis Beltaief, Nabil Ben Ahmed, Amine Ben Alaya, Fathi Ben Ammar, Helmi Bouzid, Hamadi El Gharib, Michele Graffeo, Chiheb Hamrouni, Mongi Ltaief, Giovanni Manuguerra, Sarra el Sodi. L'operazione, denominata "Scorpion Fish", ha messo in luce una organizzazione capeggiata da pregiudicati tunisini, mentre i componenti italiani erano in posizione subordinata. Oltre alle persone in grado di pagare il prezzo della traversata, sono state introdotte nel nostro Paese sigarette di contrabbando. In prossimità delle spiagge e delle calette di approdo, veniva fornito a chi sbarcava un servizio di trasporto fino alle basi logistiche dell'organizzazione. Secondo i magistrati che hanno coordinato l'inchiesta, l'organizzazione rappresentava una "minaccia alla sicurezza nazionale", in quanto era in grado di "fornire ai suoi utenti un transito marittimo sicuro, occulto e rapido, e dunque particolarmente appetibile". La traversata, infatti, durava circa quattro ore, molto meno di quanto avviene, e in condizioni disumane, ai migranti che partono alla volta delle coste siciliane. Gli scafisti erano pronti a "svolgere la loro illegale attività anche a favore di persone ricercate dalle autorità di polizia tunisine per la commissione di gravi reati o per avere possibili connessioni con formazioni di natura jihadista", confermano le Fiamme Gialle in una nota. La rete di trafficanti, infatti, aveva in programma il trasporto sulle coste trapanesi, tra gli altri, anche di soggetti pericolosi: un progetto che ancora non attuato. Questi soggetti sono in fase di individuazione. Uno di loro temeva, oltre che di essere arrestato dalla polizia tunisina, anche di essere respinto dalle autorità italiane proprio per terrorismo. L'organizzazione chiedeva 2-3mila euro a ogni viaggiatore, con un guadagno fino a 40mila euro per ogni traversata. Lo scafista e il navigatore erano generalmente ricompensati rispettivamente con 5mila e con 3mila euro. Il denaro raccolto in Tunisia "riforniva" di contanti i promotori dell'associazione criminale, attraverso vere e proprie operazioni di riciclaggio. Ogni componente dell'organizzazione rivestiva un ruolo ben preciso occupandosi del reperimento delle "prenotazioni" dei clandestini, della raccolta dei soldi pagati per il viaggio, di movimentazione e custodia del contante, del reperimento e approntamento delle imbarcazioni utilizzate, della guida nelle traversate, del primo collocamento dei clandestini e delle sigarette contrabbandate sulle coste siciliane, in località nella disponibilità dell'organizzazione. Le indagini hanno ricostruito nel dettaglio l'esecuzione di cinque traversate. In un caso, anche grazie alla stretta cooperazione tra investigatori e la componente aeronavale della Guardia di Finanza, è stato monitorato in "diretta" lo sbarco sulle coste trapanesi e sono stati così intercettati 14 clandestini sbarcati. Ammonta invece ad un quintale il quantitativo di sigarette di contrabbando sequestrate che, normalmente, venivano rivendute nei mercati rionali trapanesi e palermitani a non più di 3 euro a pacchetto, con guadagni di oltre 17mila euro per ogni quintale.
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