“Serraino Vulpitta” chiude? Per il Coordinamento per la Pace ”Non è ancora finita”
L’annunciata chiusura del Centro d'Identificazione ed Espulsione "Serraino Vulpitta" di Trapani, annunciata dal Prefetto Falco, viene salutata con sod...
L’annunciata chiusura del Centro d'Identificazione ed Espulsione "Serraino Vulpitta" di Trapani, annunciata dal Prefetto Falco, viene salutata con soddisfazione dal Coordinamento per la Pace di Trapani che, in una nota, evidenzia come per anni avessero “desiderato che questo accadesse, lottando contro le mistificazioni, contrastando l'indifferenza, contribuendo nel nostro piccolo allo sviluppo di una sensibilità antirazzista (e, quindi, umana) che in questa città , e non solo, potesse dare un senso all'inaudito orrore consumatosi fra le mura di un casa di riposo trasformata dallo stato italiano in un campo di internamento, un posto infame nel quale sei persone sono morte e moltissime altre hanno sofferto violenze e umiliazioni” . Nella nota il Comitato ricorda come dopo sedici anni dalla sua inaugurazione, il "Vulpitta" sia stato purtroppo sede di “ tragiche e impunite vicende che ne accompagneranno per sempre il nome sono legate a una indimenticabile storia collettiva fatta di dolore, di lotte, di sacrifici, di mobilitazioni per la libertà e l'uguaglianza di tutte e tutti, contro ogni frontiera e ogni razzismo. Eppure, non ci sentiamo granché sollevati. Da quando fu istituito il "Serraino Vulpitta", primo Centro di permanenza temporanea per migranti in Italia, - scrive il Coordinamento per la Pace di Trapani - le politiche europee e italiane sull'immigrazione non hanno conosciuto alcuna significativa inversione di tendenza. Si continua a ragionare in termini emergenziali e si continuano a pattugliare le frontiere con mezzi militari forse utili a salvare vite umane ma altrettanto necessari a garantire un approccio poliziesco e repressivo a un fenomeno che, invece, andrebbe compreso e affrontato nella sua complessità , garantendo diritti e libertà di spostamento. Negli ultimi tempi sono aumentati esponenzialmente i conflitti, ed è sempre più drammatico l'impoverimento di ampie fasce della popolazione mondiale. Nel momento in cui scriviamo, le guerre intorno a noi sono tantissime: Palestina, Libia, Siria, Ucraina, Iraq, per citarne alcune. In tutti questi conflitti il ruolo più o meno esplicito delle potenze occidentali continua a essere determinante ma, nonostante questo, l'immigrazione viene ipocritamente considerata come un problema a sé, come se non ci fossero cause e contesti precisi, mandanti e beneficiari chiaramente riconoscibili. E intanto, continuano a esistere i CIE, continuano a esistere le leggi che producono clandestinità e stragi, continua la speculazione affaristica sulla pelle dei migranti, continua lo sfruttamento della manodopera straniera a basso costo, continua la propaganda politica fatta di luoghi comuni e pregiudizi insopportabili. Sì, - conclude la nota del Coordinamento per la Pace- il "Serraino Vulpitta" non c'è più, ed era ora. Ma resta ancora molto da fare”.
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