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Scognamiglio va a Pisa. Il Trapani tra sogni e realtà

06 Luglio 2016 09:00, di
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Ad un contratto triennale non si può dire di no, e così Gennaro Scognamiglio, difensore con il "vizietto" del gol (ne ha messi dentro otto questa stag...

Ad un contratto triennale non si può dire di no, e così Gennaro Scognamiglio, difensore con il "vizietto" del gol (ne ha messi dentro otto questa stagione), lascia Trapani e si accasa in Toscana alla corte di Gennaro Gattuso. Nulla da eccepire, il calcio è questo e, sportivamente, si deve ringraziare il giocatore per la serietà e il senso del dovere con cui ha vestito la maglia granata. Siamo certi che il direttore Faggiano saprà trovare un degno sostituto e che mister Cosmi saprà come metterlo in campo. Ma non è l’aspetto tecnico quello di cui vogliamo parlare, piuttosto un diffuso sentire che, a nostro avviso, è pericoloso. Ed è quello dei tifosi che inneggiavano a Scognamiglio come ad una “bandiera” con cui andare in serie A. Ebbene, le “bandiere” non esistono più da tempo. Vedi i casi Del Piero e dello stesso Totti. Una volta, di una squadra si imparava la formazione che restava la stessa spesso per anni. Oggi non è così, ed una squadra cambia pelle nel corso della stessa stagione. Il tifoso se ne faccia una ragione. Poi, a parlare di serie A, se lo si fa sognando va bene. Ma se ci si ferma a riflettere un attimo, allora è bene fare alcune considerazioni. Primo: dalla serie B ogni anno viene promossa almeno una delle squadre retrocesse dalla serie A. Secondo: assieme ad essa negli ultimi anni c’è sempre stata la promozione di una outsider. A questo punto rimane un solo posto libero, e la concorrenza è agguerrita anche se poco vale il tanto spendere per allestire squadre con nomi prestigiosi. In campo la resa non è sempre proporzionale al valore dei nomi e degli ingaggi e, anzi, a volte si finisce in Lega Pro (vedi Livorno). Il campionato di serie B è questo e la sua bellezza sta proprio nel dare la possibilità a squadre che partono a fari spenti, come il Trapani ultima edizione, di poter lottare per qualcosa di importante. Poi, per essere più realisti del re, guardiamo i numeri: Trapani ha registrato in tre, quattro incontri una presenza di oltre seimila spettatori. Settemila nella gara clou dei play off. Con questi numeri, anche se i proventi maggiori vengono dai diritti televisivi ed altro, disputare la massima serie è impensabile. Ebbene, anche se è giusto sognare, e noi siamo tra quanti hanno sognato e sognano che Trapani a breve si giochi gare con tre punti in palio contro Milan, Juventus, Inter e le altre squadre di serie A, è altrettanto giusto, ma direi addirittura essenziale, che si stia con i piedi ben piantati per terra, tenendoci stretta questa Cadetteria che per Trapani ed i suoi tifosi, che non dimenticano - come ricorda il buon Peppe Mazzarella nel suo libro di qualche anno fa - la polvere del Campo Aula e dei campetti di periferia dell’Eccellenza, vale quanto una Europa League. La serie A, la Champions, resta un sogno e chissà che, prima o poi possa avverarsi.

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