
Trapani – di Rino Giacalone – Giudice, pm e difese hanno rinunciato ieri a sentirli ma due dei 3 mila pazienti rimasti vittime di una grave malattia oncologica e della malasanità, avevano accolto la citazione per essere sentiti come testi nella prima udienza dell’incidente probatorio relativo all’inchiesta sul cosiddetto scandalo sui ritardi nella consegna dei risultati istologici che ha travolto l’Asp di Trapani. Presente in aula era Vito Scurto, collegata da casa in video conferenza la prof. Maria Cristina Gallo. È stata lei con la sua denuncia pubblica ad aprire il vado di Pandora dello scandalo. Tutti e due hanno mostrato i segni della grave malattia e per non sottoporli ad ulteriore stress le parti hanno deciso di acquisire le loro querele e i verbali delle sommarie informazioni rese ai Carabinieri dei Nas. Scelta che ha visto concorde il gip giudice Massimo Corleo, i pm Morri e Trainito e le difese dei 19 indagati e delle parte civili.
Sono 19 gli indagati e tra le parti offese oltre a otto pazienti sono state individuate dal gip Corleo anche l’Asp di Trapani e l’Assessorato Regionale alla Salute.
La prossima udienza è fissata per fine mese quando verranno nominati dal gip i periti medico legali che dovranno accertare se le condizioni cliniche dei pazienti hanno subito un aggravamento a causa degli accertati ritardi nella consegna dei risultati istologici nonché la individuazione dei cosiddetti profili di colpa degli indagati, caso per caso. Sono ben diciassette i capi di imputazione, nella conduzione degli accertamenti. I reati in generale contestati e in concorso tra gli indagati, sono omicidio e lesioni colpose e omissioni atti d’ufficio.
Quello che emerge dagli atti giudiziari è lampante sui ritardi accumulati, ma bisognerà individuare le dirette responsabilità. I periti medico legali che dovranno accertare se le condizioni cliniche dei pazienti hanno subito un aggravamento a causa degli accertati ritardi nella consegna dei risultati istologici. Quello che emerge dagli atti giudiziari è lampante sui ritardi accumulati. Nel caso della professoressa Gallo esame condotto a dicembre 2023, risultato consegnato ad agosto 2024. Per gli altri esami istologici si tratta di interventi compiuti ad aprile, maggio, luglio e settembre 2024, risultati consegnati nei successivi mesi di settembre, novembre e dicembre 2024, qualcuno anche nei mesi di febbraio o marzo 2025. C’è anche il caso di chi ha atteso un anno esatto dal marzo 2024.
La richiesta dei pm Morri e Trainito è dettagliata, ed in particolare la Procura chiede che venga pure accertato se i profili organizzativi delle unità operative complesse di anatomia patologica degli ospedali di Trapani e Castelvetrano, possano essere state concause degli aggravamenti dei pazienti, quelli individuati nella lista di attesa dei 3300 e quelli nell’elenco dei 352 che in ritardo hanno ricevuto i referti. Anche le difese hanno presentato i loro quesiti, formulati attraverso propri consulenti. Quello che si può intuire anche attraverso i quesiti porta a ritenere chei ritardi nella consegna dei referti istologici potrebbero essere stati originati non soltanto da presunte colpe dei “camici bianchi”.
Lo scandalo odierno, in questo scenario, potrebbe quindi non essere attribuibile al solo personale medico ospedaliero.
L’esistenza di carenze di personale e di materiale, reagenti ed altro, nei reparti e laboratori oncologici degli ospedali, l’esistenza dei ritardi, era stato tutto messo nero su bianco, dagli stessi medici, anche da qualcuno degli odierni indagati. E questo ancora tempo prima che fosse nota all’inizio dell’anno, la denuncia della docente mazarese prof. Maria Cristina Gallo. Sui tavoli dirigenziali erano arrivate le relazioni dei medici sulle difficoltà di ogni giorno.
La situazione poteva essere gestita in altro modo e lo dimostra quanto accaduto dopo l’esplodere dello scandalo: i reperti da esaminare distribuiti in diversi laboratori, dell’intera Regione, e il numero degli esami da consegnare, oltre 3 mila referti, ridotto, se non azzerato, nel giro di qualche settimana. L’emergenza dunque poteva essere affrontata, tanti pazienti avrebbero potuto ricevere le cure nei tempi giusti, non aggravandosi o ancora peggio perdere la vita, come purtroppo è accaduto
