Trapani – E’ lo stesso sindaco del capoluogo, Giacomo Tranchida, a intervenire dopo lo scandalo che stamane ha visto coinvolto l’ex necroforo e un operaio in forza al cimitero finiti ai domiciliari, tre titolari di onoranze funebri raggiunti da interdittive all’esercizio di impresa per 12 mesi, e un medico legale dell’Asp indagato, raggiunto da avviso di garanzia.
“L’Amministrazione, nelle sue articolazioni politiche e gestionali di vertice, abbia reiteratamente e nel tempo denunciato e segnalato alle competenti Autorità Giudiziarie anomalie e disfunzioni, affinché fossero accertati eventuali comportamenti illeciti. Nel frattempo – aggiunge Tranchida – sono state adottate scelte gestionali e organizzative mirate a contenere gli effetti di azioni dannose riconducibili a fenomeni criminosi ipotizzati”.
“Finalmente – prosegue il primo cittadino – il cimitero comunale di Trapani, pur in presenza di criticità storiche e infrastrutturali su cui si sta intervenendo, garantisce oggi una gestione più efficiente e trasparente. Lo facciamo nel rispetto della memoria dei defunti e della dignità dei loro familiari, ma anche per rendere merito agli operatori onesti – dipendenti comunali, lavoratori di aziende private e società partecipate – che svolgono il loro servizio con correttezza”.
Poi il ringraziamento ai cittadini e ad alcuni operatori del settore “per aver, nel tempo, segnalato situazioni sospette e contribuito a far emergere criticità significative. Esortiamo tutti i cittadini e gli operatori economici del comparto a continuare a collaborare con le istituzioni. Solo così sarà possibile fare piena luce su un sistema malato, le cui radici affondano probabilmente in pratiche datate e incancrenite nel tempo”.