Salta riforma Province, Crocetta: "No a Regione baluardo della conservazione"
Affossata dalla votazione favorevole di 36 deputati (22 i contrari) all'emendamento presentato dal M5S - che sopprime il primo articolo della legge ch...
Affossata dalla votazione favorevole di 36 deputati (22 i contrari) all'emendamento presentato dal M5S - che sopprime il primo articolo della legge che istituisce i Liberi Consorzi comunali e le città metropolitane - la riforma delle Province regionali. La legge, fortemente voluta dal governo Crocetta, viene rinviata a dopo l’approvazione della Finanziaria, così come aveva richiesto il centrodestra, con i deputati di opposizione che, in Aula, hanno festeggiato con abbracci e applausi l’esito del voto. “Quanto è accaduto riguardo al ddl sulle Province - ha commentato il presidente Crocetta - è semplicemente allucinante. Di fatto si lascia nel limbo la sorte di enti e si incrementano le preoccupazioni dei dipendenti delle Province che non riescono a comprendere quale sarà il loro futuro. La Regione - ha proseguito - non può essere l'ultima trincea della conservazione, le Province sono state abolite in tutta Italia e lo Statuto speciale deve servire ad accelerare le riforme, non a rallentarle. Spero che per qualcuno, anche questa volta, non sia occasione per attribuire al governo della Regione responsabilità che non ha, rispetto al voto parlamentare. E spero che qualche accanito critico prenda atto dello iato profondo che c'è tra la richiesta che viene dalla società , rappresentata dalla proposta fatta dal governo, e una parte del Parlamento che non vuole cambiare nulla, per impedire che ci sia quel processo di sviluppo e crescita che la Sicilia merita". Crocetta definisce quella di oggi "una pagina brutta della storia di un Parlamento che, negli ultimi due anni, ha mostrato coraggio nel cambiamento e che, in questo caso, vuole mantenere enti intrisi di sprechi". Il presidente della Regione si è detto d'accordo con il segretario regionale del PD, Fausto Raciti, sulla necessità di convocare un vertice di maggioranza. Duro, per altri versi, anche il commento del presidente dell'Anci Sicilia, Leoluca Orlando che ha parlato di “stato di calamità istituzionale" a proposito di "quanto, giorno, viene messo in atto nelle vicende che coinvolgono la Regione Siciliana ed è ancora di più confermato dall’assenza di una maggioranza che impone da parte di tutti una straordinaria assunzione di responsabilità ”. “Non è più tempo di indegni e sterili incontri e vertici tra partiti - ha proseguito Orlando - ormai tanto irresponsabili quanto inconsistenti, con annunciati interventi salvifici di "ascari" di un governo e di un sistema politico nazionale che sembra aver decretato la assoluta marginalità della Sicilia, in un quadro di disinteresse per i Comuni e per il Mezzogiorno". Il presidente dell'Anci Sicilia invoca "un intervento urgente da parte del Commissario dello Stato e da parte del Governo nazionale perché finisca questo insopportabile 'annacamento' e questa agonia per ridare ai siciliani il diritto alla democrazia e allo sviluppo”. L’AnciSicilia ha deciso di promuovere un'assemblea, per il prossimo 21 aprile, a Caltanissetta "per far nascere dai Territori una resistenza civica e un’alternativa progettuale”.
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