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Riforma porti: Orrù soddisfatta, D'Alì contrario

07 Luglio 2016 15:12, di Ornella Fulco
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Prosegue in Parlamento l'iter della riforma dei porti italiani che dovrebbe condurre, tra i suoi effetti, all'accorpamento dello scalo di Trapani all'...

Prosegue in Parlamento l'iter della riforma dei porti italiani che dovrebbe condurre, tra i suoi effetti, all'accorpamento dello scalo di Trapani all'Autorità portuale di Palermo. Nel testo carato dalla commissione Lavori pubblici del Senato è stata accolta la proposta avanzata dalla senatrice trapanese Pamela Orrù nella quale si prevede che Trapani, così come tutti gli altri comuni capoluogo di provincia i cui porti faranno parte delle nuove Autorità portuali di sistema, sarà rappresentata nella governance e potrà fare riferimento anche a propri uffici in città. Secondo quanto inserito nel testo approvato dalla commissione del Senato alla presenza del ministro alle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio - si legge nella nota diffusa dalla parlamentare del PD - alle sedute del Comitato di gestione parteciperanno i rappresentanti dei porti che si trovano in comuni capoluogo di provincia: saranno designati dal sindaco ed avranno diritto di voto limitatamente alle materie di competenza del proprio porto. Durante l’esame dello schema di decreto legislativo sulla riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione della disciplina concernente le Autorità portuali, sempre su proposta della senatrice Orrù, fatta propria dal PD e dal relatore, il senatore Marco Filippi, in sede di trattazione è stata inserita anche la possibilità di istituire un ufficio amministrativo decentrato delle Autorità portuali di sistema nei porti dei comuni capoluogo di provincia che svolgerà le funzioni stabilite dal Comitato di gestione. Orrù parla di "importante risultato ottenuto" e ringrazia "il relatore del testo, il senatore Marco Filippi, ed il ministro Graziano Delrio, che ha accolto le mie richieste comprendendo le esigenze del territorio”. "In questo modo – ha rimarcato la parlamentare trapanese - sarà assicurata la rappresentanza delle realtà portuali nelle città capoluogo di provincia, mantenendo al contempo un organismo snello e non snaturando la ratio della riforma, che punta sul sistema porti”. Per nulla soddisfatto del risultato si dice, invece, il senatore Antonio d'Alì che - in una nota stampa - afferma di aver espresso voto contrario al testo e auspica, come extrema ratio, un intervento della Regione Siciliana. Nel parere votato dalla commissione in Senato, infatti, è sancita la condizione che il Governo nazionale sia obbligato a rispettare le prerogative delle Regioni a statuto speciale. Secondo il parlamentare trapanese "la Regione Siciliana potrebbe chiedere di esprimere l’intesa prima che il Governo vari il decreto definitivo e in quella sede 'difendere' l’autonomia del porto di Trapani e quella del porto di Messina. Ciò, naturalmente, dipenderà dalla volontà del presidente della Regione e dalla capacità della deputazione regionale trapanese di ottenere un suo intervento". D'Alì sottolinea, inoltre, che "nello stesso parere il relatore Filippi ha parzialmente vanificato le richieste della senatrice Orrù e mie di prevedere la partecipazione di un rappresentante della città di Trapani al tavolo dell’autorità di sistema a Palermo". Il riferimento è alla previsione che il rappresentante di Trapani possa intervenire solo per le questioni strettamente legate al porto di Trapani e non per le politiche di sviluppo, strategia e organizzazione dell’intera autorità di sistema. "Per di più - prosegue D'Alì - non è obbligatorio che l’Autorità di sistema apra uno sportello amministrativo decentrato a Trapani, il che comporterà certamente gravi disagi per i nostri operatori marittimi che avranno l’onere di doversi recare in quello palermitano". "Alla luce di tutto ciò, ma anche nei confronti della filosofia complessiva del provvedimento, non potevo non votare contro questo parere - conclude - che ritengo fortemente lesivo delle aspirazioni di autonomo sviluppo e crescita del Porto di Trapani. E ho comunque ottenuto l’apertura di uno spiraglio nella possibilità che la Regione Siciliana si attivi per difendere le sue prerogative e la nostra autonomia. Riusciranno i nostri eroi di Palazzo dei Normanni a battere un colpo?".

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