Palermo – Ricordato stamane a Palermo in piazza “Beppe Montana”, a pochi metri dal luogo del vile attentato, alla presenza del Capo della Polizia-Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Prefetto Vittorio Pisani, dalla Polizia di Stato, il 40°Anniversario dell’uccisione del Commissario Beppe Montana, barbaramente assassinato da Cosa Nostra il 28 luglio 1985.
Nel corso della cerimonia commemorativa, il Capo della Polizia ha deposto una corona di alloro sulla stele che ricorda il sacrificio del giovane funzionario, alla presenza delle Autorità Civili e Militari, dei familiari, dei colleghi.
A conclusione della deposizione, il Cappellano della Polizia di Stato di Palermo, Don Massimiliano Purpura, ha ricordato la figura del giovane investigatore e ha impartito una benedizione.
Il Prefetto Pisani, successivamente ha deposto un’altra corona d’alloro presso la lapide commemorativa ubicata nella caserma “Boris Giuliano”, sede della Squadra Mobile di Palermo, dove il Commissario Montana ha lavorato con passione e dedizione.
“Beppe” Montana, allora a capo della “Squadra Catturandi” della Squadra Mobile di Palermo, fu uno dei simboli più limpidi della lotta alla mafia negli anni 80. Tenace ed instancabile, fu protagonista di numerose operazioni decisive per la cattura di pericolosi latitanti.
Il 28 luglio del 1985, proprio nella frazione marinara di Santa Flavia, “Cosa Nostra” decise che era giunto il momento di saldare il conto con quel poliziotto che tanto fastidio dava alla criminalità organizzata. L’investigatore che “catturava” i latitanti fu colto da “Cosa Nostra” in uno dei rari momenti che egli dedicava allo svago ed a sé stesso: una domenica pomeriggio, di ritorno da una gita in barca con amici e parenti. La sua figura è diventata emblematica e insieme ai magistrati del pool antimafia seppe opporsi con determinazione al potere criminale di Cosa Nostra pagando il prezzo più alto.
A 40 anni dalla sua morte, la Polizia di Stato rinnova il proprio impegno nel custodire la memoria di un servitore dello Stato che, con passione e senso del dovere, ha rappresentato un punto di riferimento per intere generazioni di poliziotti.
Lo Stato ha onorato il suo estremo sacrificio conferendogli, il 26 settembre 1986, la Medaglia d’Oro al Merito Civile, con la seguente motivazione: “Sprezzante dei pericoli cui si esponeva nell’operare contro la feroce organizzazione mafiosa, svolgeva in prima persona e con spirito d’iniziativa non comune, un intenso e complesso lavoro investigativo che portava all’identificazione e all’arresto di numerosi fuorilegge. Sorpreso in un agguato, veniva mortalmente colpito da due assassini, decedendo all’istante. Testimonianza di attaccamento al dovere spinto fino all’estremo sacrificio della vita. Palermo, 28 luglio 1985.”