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Reparto pediatrico vietato ai padri di notte, sul caso interviene il senatore Santangelo

28 Gennaio 2017 19:14, di Ornella Fulco
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"All’ospedale di Trapani vengono violati i diritti dei papà". Lo afferma il senatore Maurizio Santangelo a proposito della segnalazione di un padre ch...

"All’ospedale di Trapani vengono violati i diritti dei papà". Lo afferma il senatore Maurizio Santangelo a proposito della segnalazione di un padre che non ha potuto restare, nelle ore notturne, accanto al figlio minorenne ricoverato per un trauma cranico, come, di solito, viene consentito alle madri. "Una vicenda - prosegue l'esponente del Movimento Cinque Stelle - che lascia sbalorditi, il caso è legato al mancato diritto di assistenza durante le ore notturne al figlio ricoverato nel reparto di Chirurgia pediatrica del Sant'Antonio Abate di Trapani". Il signor Gaspare Occhipinti, oltre che raccontare l'accaduto sulla sua pagina Facebook, ha riferito i particolari della vicenda a Santangelo dopo essere stato contattato dalla sua Segreteria. "Una cosa è certa - prosegue il senatore trapanese - l'ospedale non è adeguato per garantire ad un padre di poter restare al capezzale del proprio figlio e tutto questo non rispetta il Codice del diritto alla salute del minore dove, in modo esplicito, dice che i bambini hanno diritto di avere affianco a sé in ogni momento una figura adulta di riferimento (un genitore o chi ne fa le veci o altra persona da questi delegata)". Santangelo ha annunciato che presenterà al Ministro della Salute un atto parlamentare per informare dell'accaduto ma, soprattutto per cercare di superare gli eventuali limiti strutturali che impediscono la permanenza dei padri nei reparti dell'ospedale trapanese. Dopo la segnalazione sul social anche altri padri hanno scritto ad Occhipinti riferendo analoghe difficoltà. L'uomo ha affermato di non avere avuto, in passato, problemi del genere in altre strutture ospedaliere italiane in cui si è trovato ad assistere familiari. Al "Sant'Antonio Abate" hanno motivato il diniego con l'opportunità di non creare "imbarazzo" alle madri che assistevano i propri figli in mancanza di stanze singole dove poter accogliere i piccoli degenti assistiti dai padri. Da qui la disposizione che consente la presenza in reparto, dalle 22 alle 7, solo delle madri o di altre parenti di sesso femminile.

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