Trapani
Processo omicidio Titone. L’accusa chiede l’ergastolo per Parrinello e 25 anni per Scandaliato
Il prossimo 16 dicembre la sentenza
Laura Spanò3 Dicembre 2024 - Cronaca
  • Cronaca

    Trapani – Ormai è alle battute finali il processo per l’omicidio di Antonino Titone, che si celebra in Corte d’Assise, presidente, giudice Daniela Troja. Sul banco degli imputati Giovanni Parrinello e la compagna, Lara Scandaliato. Ieri la requisitoria del Pm Giuseppe Lisella, che ha chiesto per Giovanni Parrinello la pena dell’ergastolo e per la Scandaliato 25 anni di carcere. Pene pesanti. Antonino Titone, marsalese fu trovato senza vita il 26 settembre 2022 nella sua abitazione, in zona Porticella, a Marsala. Fu ucciso a colpi di “piede di porco”. Ieri ci sono state le conclusioni delle parti civili. L’avvocato Vito Daniele Cimiotta legale di parte civile di una sorella della vittima, nel corso del suo intervento ha ribadito come “Il delitto è aggravato dalla crudeltà, l’imputato ha arrecato con la propria condotta estreme sofferenze alla vittima”. Poi la discussione della sola difesa di Giovanni Parrinello. La discussione della difesa di Lara Scandaliato e la sentenza sono previste per il 16 dicembre prossimo.

    Gli imputati sono difesi dagli avvocati Nicola Gaudino e Salvatore Fratelli. Un omicidio questo che destò grande scalpore a Marsala proprio per l’efferratezza con il quale fu compiuto. Secondo gli investigatori, alla base del fatto di sangue ci sarebbe stato, molto probabilmente, un vecchio debito non saldato della vittima per una fornitura di stupefacenti. Pare, sia stata questa la causa scatenante del delitto. Fu la Scandaliato, lo stesso giorno dell’omicidio, interrogata dai carabinieri, ad accusare il compagno Parrinello e a far ritrovare l’arma: un piccolo piede di porco con il quale furono inferti 27 colpi al cranio al Titone. Poi, però, anche la donna è finita in carcere. Gli investigatori, infatti, hanno scoperto che la Scandaliato non era fuori dall’abitazione di Titone, ma sarebbe stata dentro con Parrinello e avrebbe partecipato al delitto. Dopo l’omicidio, i due imputati si sarebbero impossessati del portafoglio della vittima, che Parrinello riteneva gli dovesse del denaro. Nel corso dell’ultima udienza Parrinello dopo avere reso dichiarazioni spontanee alla Corte contrastando la versione che aveva fornito la Scandaliato aveva anche chiesto scusa ai familiari della vittima. Successivamente il suo difensore aveva chiesto una perizia psichiatrica e la possibilità di risentire due testi per riferire sul dna presente su un coltello che era all’interno dell’abitazione, ma entrambe le richieste erano state rigettate.




  • Altre Notizie
  • Altre Notizie di Cronaca