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Processo Anno Zero: Cassazione conferma alcune condanne d’Appello
Nell'operazione furono allora coinvolti anche due cognati dell'allora primula rossa
Redazione24 Aprile 2025 - Cronaca



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    Roma – Confermate dalla Cassazione le pene d’appello per alcuni degli imputati del processo scaturito dall’operazione antimafia “Anno zero”, che interessò il  territorio della Valle del Belìce nel 2018 e in modo particolare il “triangolo” tra Castelvetrano, Campobello di Mazara e Partanna.

    Le pene confermate

    Pene confermate per: Vittorio Signorello dovrà scontare 18 anni; Giuseppe Accardo 5 anni; Vito Bono 11 anni; Giovanni Mattarella 10 anni; Dario Messina 22 e 6 mesi; Maria Letizia Asaro 4 anni; Carlo Cattaneo 16 anni; Calogero Giambavo 4 anni; Carlo Lanzetta 4 anni; Nicola Scaminaci 4 anni. Per Bruno Giacalone e Gaspare Como, invece, la Corte ha rinviato in Appello per la ridetermina della pena. In
    secondo grado Como venne condannato a 22 anni di reclusione e Giacalone a 18 anni. Quello giunto in Cassazione è il processo per chi ha scelto il rito ordinario. Altri imputati dello stesso processo avevano scelto il rito abbreviato, rinunciando così ai tre gradi di giudizio. La Polizia di Stato di Trapani ha arrestato e condotto in carcere quattro dei condannati, con sentenza passata in giudicato, del processo “Anno zero”.

    Nell’indagine furono coinvolti anche i cognati del boss

    L’indagine fu condotta dai carabinieri e vide coinvolti presunti mafiosi, tra i quali anche due cognati del
    superlatitante Matteo Messina Denaro (Gaspare Como e Rosario Allegra, quest’ultimo deceduto il 13 giugno 2019, a 65 anni, a seguito di un aneurisma cerebrale, nell’ospedale di Terni) e fiancheggiatori di Cosa Nostra nel Belìce.




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