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Primum vivere, deinde philosophari

09 Luglio 2018 23:49, di
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Il detto latino “prima si pensi a vivere e poi a fare filosofia”, quindi l’invito ad essere concreti, ben si può abbinare alla conferenza stampa indet...

Il detto latino “prima si pensi a vivere e poi a fare filosofia”, quindi l’invito ad essere concreti, ben si può abbinare alla conferenza stampa indetta oggi dalla dottoressa Paola Iracani che, in questo momento, è a capo del Trapani Calcio. La conclusione è semplice: nonostante l’annuncio del gruppo Morace di voler lasciare, le difficoltà a trovare chi subentri e la possibilità di azzerare il tutto ripartendo dall’Eccellenza, la società rimane in mano alla vecchia dirigenza e disputerà la serie C. Una serie C di basso profilo, ma pur sempre serie C. Quindi, vivere. Anche se qualcuno dirà sopravvivere, è meglio di morire. Un impegno preso davanti al sindaco Giacomo Tranchida che ha sottolineato come quello sia il “piano B”, che contempla un impegno del primo cittadino a cercare (sperando di trovare) imprenditori trapanesi, ma anche non, disponibili a sposare il progetto Trapani. Il tutto in attesa che, “vivendo vivendo”, non si sa mai, si possano aprire nuovi scenari. Tra questi anche una revisione della proposta di quel gruppo Todaro che ha avanzato una sua manifestazione di interesse che l’attuale proprietà non ha ritenuta congrua. La dottoressa Iracani ha quantificato il costo dell’’operazione in 30 mila euro, vale a dire le quote sociali del Trapani Calcio. Ma una società è anche personale che ci lavora, dai dipendenti ai calciatori, con i relativi costi di gestione (emolumenti lordi, ritenute previdenziali ed assistenziali, Tfr etc.) una complessa macchina che ha poi nella partita della domenica una sua proiezione ludica. La dottoressa Iracani ha paragonato l’offerta del gruppo Todaro a quella di chi vorrebbe comprare una casa in cui le spese di gestione rimarrebbero a carico di chi vende. Difficile, se non impossibile, che ciò avvenga. Ma, restando all’esempio della casa, questa normalmente si compra “libera da ipoteche e da qualsiasi altro onere”. L'amministratrice della società granata dice, e nessuno può contraddirla se non accedendo ai bilanci, che il Trapani Calcio è economicamente sano, che tra crediti e debiti siamo a zero, ma ha anche detto che lo scorso anno sono stati fatti investimenti da società di serie B, investimenti che una società di serie C non poteva sopportare. Nelle pieghe del bilancio è chiaro che ci sono le risposte per chiunque, avvedutamente, fosse interessato a comprare: possono convincerlo a farlo o meno. Ma tutto questo esula dall’aspetto sportivo. Oggi importante era sapere che il Calcio a Trapani continua ad esserci, ed ad esserci in serie C. Una serie da affrontare senza pretese, con quello che dignitosamente può passare un mercato trasferimenti che ogni anno fa strage di società, con l’ignomina della cancellazione o lo stillicidio dei punti di penalizzazione. Esserci, è importante. Lo debbono capire in primo luogo i tifosi che “ubriachi” di serie B e di serie A sfiorata, hanno dimenticato i tristi tempi, peraltro non molto lontani, dei polverosi campi di periferia. Compito di quanti tra loro sono più saggi, di una dirigenza avveduta e persuasiva e di una stampa che rifugga la tentazione di cavalcare le follie dei social, è di godersi il “vivere” aspettando, e perché no, tempi migliori.

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