Precari, stabilizzazione più difficile
A poco più di due mesi dalla fine dell'anno, i lavoratori precari della Pubblica amministrazione siciliana vedono ripresentarsi prepotente lo spauracc...
A poco più di due mesi dalla fine dell'anno, i lavoratori precari della Pubblica amministrazione siciliana vedono ripresentarsi prepotente lo spauracchio della disoccupazione. La Camera dei Deputati ha modificato il testo, già approvato dal Senato, della norma, contenuta nel decreto legge sulla Pubblica amministrazione, che doveva autorizzare una deroga al Patto di stabilità e permettere i nuovi contratti già dal primo gennaio. La prima versione della legge prevedeva che i Comuni avrebbero potuto rinnovare i contratti a termine e superare i limiti di spesa non considerando i contributi della Regione destinati ai precari all’interno del vincolo. Poichè la Regione copre, con 300 milioni di euro, l’80 per cento della spesa, la questione sembrava risolta. Anche i margini di tempo per la stabilizzazione erano più larghi. La modifica introdotta in commissione Bilancio della Camera prevede che, per eventuali proroghe dei contratti, non solo dovrebbe essere garantita la copertura finanziaria degli enti senza sforare i limiti del Patto di stabilità ma le stesse vengono subordinate anche alle disponibilità previste negli organici che, nella maggior parte dei casi, sono pari a zero. A proporre l’emendamento che peggiora il quadro è stato il Pd con qualche firma di rappresentanti di Scelta civica. In Sicilia è scattato l'allarme. La Cgil-Funzione Pubblica ha lanciato un invito a Cisl e Uil per intraprendere “un percorso unitario di mobilitazione per affrontare problematiche che non trovano risposta nel Governo”. Il termine per la trasformazione in legge del decreto sul riordino del precariato nella Pubblica amministrazione scadrà il prossimo 30 ottobre ma il decreto è ancora lontano dal completamento del percorso. L'iter per proroghe e stabilizzazioni è complicato anche dal punto di vista amministrativo: i sindaci dovranno dichiarare subito che intendono procedere alle stabilizzazioni entro un triennio rispettando le regole generali che prevedono di coprire solo i posti della pianta organica e di varare concorsi aperti anche a personale esterno alle amministrazioni. Le amministrazioni che non hanno la pianta organica aggiornata si troveranno, quindi, in difficoltà . Inoltre solo la metà della spesa stanziata per i concorsi potrà essere utilizzata per stabilizzare i precari esistenti. Le proroghe degli attuali contratti saranno possibili solo nei Comuni che avranno attivato questo percorso di stabilizzazione. Solo se si rispetta questo percorso, inoltre, si potranno prorogare tutti gli attuali contratti derogando al limite del 50 per cento della spesa sostenuta nell’anno precedente. Non sono stati accolti anche alcuni emendamenti che avrebbero allargato le maglie del turn over: si potrà sostituire solo un dipendente ogni cinque mandati in pensione. Sono, invece, passate le norme che obbligano gli enti a dare priorità nelle future assunzioni ai vincitori di vecchi concorsi che non sono stati assunti. Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, intanto, ha fatto sapere che "sui precari, insieme all'assessore Valenti, stiamo attivando ogni possibile azione necessaria a ripristinare il testo originario, come emendato dalla Commissione Bilancio del Senato". Per mercoledì prossimo, inoltre, è stato convocato un incontro con le parti sociali a Palermo, per predisporre un'azione comune tra governo regionale e sindacati.
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