Porto: tra scioglimento del Consorzio e possibile accorpamento a Palermo
Il Nuovo Consorzio del Porto trapanese si avvia allo scioglimento. Dopo che i soci hanno sfiduciato il presidente Andrea De Martino, che aveva anche p...
Il Nuovo Consorzio del Porto trapanese si avvia allo scioglimento. Dopo che i soci hanno sfiduciato il presidente Andrea De Martino, che aveva anche presentato le dimissioni salvo poi ritirarle, un commissario che si sta occupando delle procedure per liquidarlo. Un nuovo organismo sarà presto creato tra gli stessi soci. ”Un anno fa – ha dichiarato il parlamentare regionale trapanese Nino Oddo, dandone notizia – in tanti non capirono il senso di una mia dichiarazione, in cui definivo ottima l'iniziativa ma reputavo sbagliata la scelta di De Martino a presidente. A distanza di un anno i fatti mi hanno dato ragione. Mi auguro che la prossima volta la scelta sia più oculata e aderente agli interessi reali degli operatori portuali del porto in una fase di grandi cambiamenti decisi a livello nazionale”. E, proprio sulla sorte dello scalo trapanese si registra la nota dell'associazione "Trapani Cambia", che interviene sul suo possibile accorpamento con quello di Palermo, indirizzata ai rappresentanti politici nazionali della città : i senatori Maurizio Santangelo, Antonio D'ali e Pamela Orrù, e i rappresentanti regionali Girolamo Fazio, Nino Oddo, Paolo Ruggìrello, Baldo Gucciardi e Mimmo Turano. Nel documento si chiede di sapere se "è vero che Trapani, che non è più sede di autorità portuale da oltre 5 anni, si trova ricompresa nella bozza di decreto, nonostante il fatto che il piano nazionale della logistica preveda l'accorpamento di autorità portuali “esistenti”, a differenza, ad esempio, di Porto Empedocle, altro porto siciliano di interesse nazionale privo di autorità portuale, che però non viene, appunto, citato nel testo dello stesso decreto". "Dato che un eventuale accorpamento con Palermo - si legge ancora nella nota - non pare giustificato da motivi di economia, di bilancio né da motivi legati alla logistica dei trasporti portuali, quali sono i reali motivi politici che spingono a questo accorpamento? Èstato correttamente valutato che, in caso di accorpamento, il porto e la città di Trapani, sarebbero subordinati agli interessi del porto e della città di Palermo che, difficilmente, lascerebbero spazio ad una crescita del nostro territorio?" Secondo "Trapani cambia" "l’ipotesi, prospettata dal presidente dell’autorità portuale di Palermo, di inglobare il porto di Trapani nella sfera amministrativa dell’autorità di Palermo, facendolo diventare approdo “strategico” può considerarsi per Trapani favorevole, ricordandoci che ogni iniziativa dovrà subordinarsi alla crescita, alle decisioni ed alle volontà di Palermo? A noi - conclude l'associazione - pare che con questo provvedimento si stia svendendo a Palermo uno degli strumenti più preziosi per lo sviluppo del nostro territorio: il porto. E questo dopo aver messo l'ipoteca anche sull'aeroporto. I cittadini di questo territorio hanno il diritto di pretendere delle risposte". Sull'argomento l'onorevole Oddo - che, proprio stamane, ha accompagnato a Roma una delegazione di operatori portuali all'incontro con il vice ministro alle Infrastrutture Riccardo Nencini - ha riferito che "il vice ministro ha ribadito l'impegno, già preso in occasione di una sua visita a Trapani alcuni mesi fa, a difesa dell'autonomia dell’infrastruttura trapanese. Nencini - ha continuato l’esponente del Psi - ha spiegato agli operatori portuali trapanesi che la situazione è in divenire e che al vaglio ci sono ancora diverse ipotesi di lavoro per ridimensionare il numero delle autorità portuali. Tra queste non è escluso il depennamento, dalla bozza di riforma, dell’ipotesi di accorpamento tra i porti di Trapani e Palermo. Si potrebbe, infatti, trovare una soluzione ulteriore per Trapani che, come Castellammare di Stabia, non ha da tempo un’autorità portuale”.
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