Piano strategico sulla portualità, l'allarme degli operatori trapanesi
Sono state rese note - con un documento diffuso in anteprima in vista degli "Stati Generali" convocati a Roma per lunedì prossimo - le linee guida ind...
Sono state rese note - con un documento diffuso in anteprima in vista degli "Stati Generali" convocati a Roma per lunedì prossimo - le linee guida individuate per il nuovo Piano strategico nazionale sulla portualità e la logistica. Nella nota inviata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sono sintetizzate le conclusioni dei "saggi" del Comitato per la portualità e la logistica svolti a partire dallo scorso mese di novembre. Il Piano costituirà il documento operativo attraverso cui saranno indicati una serie di obiettivi strategici ben definiti e le azioni concrete per raggiungerli. "Tre sono gli obiettivi strategici sui quali si impernia il Piano - si legge nella nota diffusa dal Ministero - migliorare la competitività del sistema portuale e logistico nazionale, favorire la crescita dei traffici delle merci e delle persone, agevolare la promozione dell'intermodalità nel traffico merci. Tali obiettivi potranno essere raggiunti anche attraverso la razionalizzazione, il riassetto e l’accorpamento delle Autorità portuali esistenti". Dal lavoro svolto dal Comitato per la portualità e la logistica sono già emerse alcune linee guida che saranno, appunto, discusse, lunedì prossimo a Roma per una prima valutazione in una sede pubblica e rappresentativa. Tra queste vi sono indicate la specializzazione delle realtà portuali, la razionalizzazione del sistema di governance e l'integrazione dei “distretti logistici”. "Il Piano - si legge nella nota del Ministero - terrà conto della specializzazione dei porti e/o delle aree/ambiti logistici retrostanti prevedendo una semplificazione della rete delle Autorità portuali, in parallelo ad azioni adeguate alla vocazione dei principali porti e alle caratteristiche dei grandi flussi di domanda di trasporto e logistica. Tali azioni e regole di sistema - prosegue il documento - dovranno consentire di rispettare gli obiettivi e gli schemi attuativi della programmazione italiana e europea, guidare la selezione e la gestione delle risorse di investimento, indirizzare gli investimenti privati anche attraverso modelli evolutivi di partecipazione orientati allo sviluppo integrato di aree portuali e industriali. In questo contesto evolutivo può collocarsi una razionalizzazione delle autorità portuali non condizionata dai veti reciproci dei sistemi locali". Torna, quindi, alla ribalta, la possibilità di unioni tra porti ma il Ministero, questa volta, nel far circolare le linee guida è stato molto prudente - dopo le polemiche nate dall'annuncio della riforma del settore - sui quali saranno gli scali interessati. Su questo punto, in particolare, si fondano le preoccupazioni, più volte evidenziate anche nelle ultime settimane, degli operatori portuali trapanesi che temono un "asservimento" del porto cittadino a quello di Palermo. "L'allarme che abbiamo lanciato è ancora valido ed attuale -scrive in una nota il presidente del Nuovo Consorzio del Porto - Andrea De Martino - e chiediamo, ancora una volta, ai Parlamentari del territorio di farsi portavoce delle nostre istanze, con un un intervento, forte e determinato, nelle competenti sedi istituzionali".
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