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Personale comunale: Cgil, Cisl e Uil presentano ricorso alla Corte dei Conti

10 Ottobre 2015 16:40, di Niki Mazzara
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Le organizzazioni sindacali della Funzione Pubblica, FP Cgil, Cisl FP e Uil FPL, si sono rivolte alla Corte dei Conti siciliana chiedendo l’apertura d...

Le organizzazioni sindacali della Funzione Pubblica, FP Cgil, Cisl FP e Uil FPL, si sono rivolte alla Corte dei Conti siciliana chiedendo l’apertura di un'istruttoria su un atto di determinazione e di indirizzo del Comune di Trapani. Il ricorso all’organo regionale di controllo riguarda la delibera, dello scorso 30 settembre, con cui la Giunta comunale di Trapani "ha dato mandato al dirigente del I Settore-Gestione del Personale di procedere all’adozione di tutti gli atti necessari per l’utilizzo in posizione di comando, dal 1° ottobre 2015, di un funzionario amministrativo di categoria D3" e “l’atto di determinazione e di indirizzo (verbalizzato lo stesso giorno della delibera, ndr) con cui la Giunta comunale ha dato mandato di procedere all’adozione di tutti gli atti necessari per l’utilizzo in posizione di comando, per un periodo di un anno a decorrere dal 1° ottobre 2015, di un dipendente di ruolo del Libero Consorzio Comunale di Trapani (ex Provincia regionale) con il profilo professionale di funzionario amministrativo, categoria D3, pos. Ec. D6”. I segretari provinciali delle tre sigle sindacali, Vincenzo Milazzo, Marco Corrao e Innocenzo Di Lorenzo, hanno inviato la nota alla Corte dei Conti, al sindaco di Trapani e, per conoscenza, anche al Ministero per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, all’Assessorato regionale alla Famiglia, al Dipartimento Enti locali di Palermo, al Collegio dei revisori dei conti del Comune di Trapani, al segretario generale e ai dipendenti dello stesso Comune. Nel documento congiunto i sindacalisti si dichiarano “basiti dalla tempistica nell’adozione della delibera ma, soprattutto, dalle blande motivazioni addotte a giustificazione dell’atto: la prolungata assenza di una dipendente della categoria D dell’area amministrativa e la carenza di figure professionali della medesima categoria”. Secondo i sindacati sono altre - per la precisione 175 - le unità professionali mancanti per cui l’Amministrazione è costretta ad interventi con professionalità esterne per far fronte alle ordinarie necessità”. Inoltre, viene evidenziato che l’impegno della somma di 10.664,89 euro, per il trattamento economico del funzionario nel periodo dal 1° ottobre al 31 dicembre 2015, “interrompe il completamento della programmazione triennale del fabbisogno del personale 2014/2016 (approvata con la delibera di Giunta del 17 ottobre 2014), contrastando con il principio di diritto espresso della Corte dei Conti, laddove ha affermato che gli "enti locali possono effettuare assunzioni di personale a tempo indeterminato utilizzando la capacità assunzionale del 2014 derivante dalle cessazioni di personale 2011-2013, sempre nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica", capacità assunzionali acclarate dalle cessazioni dal servizio, nel corso degli anni 2011 e 2012, di 62 unità di personale dal Comune di Trapani". Le organizzazioni sindacali sottolineano, a tal proposito, "che la programmazione del fabbisogno del personale non contempla, nel triennio 2014/2016, nessuna esigenza di assunzione di funzionari amministrativi Cat. D3”. Non solo: “L’impegno di spesa – si legge ancora nel documento – contrasta con la nota del 5 ottobre 2015 del dirigente del II Settore Ufficio di Ragioneria in cui si invitano gli Organi di Governo a contrarre la spesa corrente, anche a costo di revocare prenotazioni/impegni di spesa già assunti, stante che la manovra fiscale approvata dal Consiglio Comunale si stima porterà nelle casse comunali almeno 1.650.000 di euro in meno, rispetto al fabbisogno finanziario previsto per l’esercizio 2015 nel bilancio di previsione 2014/2016”. Secondo i rappresentanti sindacali della Funzione pubblica “tutte le illogicità sopra sollevate avrebbero potuto essere verificate se il sindaco Damiano, con proprio decreto, del 6 marzo di quest’anno, non avesse conferito al segretario generale anche l’incarico di reggenza ad interim del I Settore – Affari Generali. "Di fatto - sottolineano i sindacati - il segretario generale è il cardine del sistema dei controlli interni e del complesso meccanismo previsto dalla legge 190/2012 in materia di contrasto alla corruzione all’interno degli enti locali e non può essere coinvolto nell’attività di gestione, poiché non è sostenibile che una fetta più o meno consistente dell’attività dell’Ente – quella affidata alle competenze gestionali del segretario generale – sia sottratta al controllo, non potendo lo stesso soggetto rivestire, contemporaneamente, la qualità di controllore e controllato”.

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