Palermo – La polizia ha eseguito su delega della Procura della Repubblica di Palermo il decreto di fermo di indiziato di delitto emesso a carico di un indagato ritenuto responsabile dei reati di tentato omicidio in concorso, aggravato dalla premeditazione, porto di arma clandestina e ricettazione. Si tratta di Francesco Lupo, 30 anni, figlio di Antonino e fratello di Giacomo Lupo uccisi nel marzo del 2019.
Il provvedimento scaturisce dall’attività investigativa condotta dalla Squadra Mobile di Palermo dopo il ferimento di Antonino Fragale, di 43 anni, ferito a colpi d’arma da fuoco davanti a un fioraio nei pressi del cancello d’ingresso del cimitero dei Rotoli, a Palermo in via Vergine Maria. L’uomo, un dipendente della Reset del settore che si occupa del verde pubblico proprio a Rotoli, stava litigando con una persona quando questa ha estratto una pistola e l’ha ferito gravemente al torace. Le condizioni di Fragale sono critiche: i colpi, oltre ad alcuni che lo hanno centrato al torace, lo hanno raggiunto all’addome. Sono proprio le ferite all’aorta addominale, al fegato e al colon a preoccupare l’equipe multidisciplinare di medici che sta cercando di salvargli la vita.
Secondo una prima ricostruzione, l’indagato avrebbe raggiunto il cimitero a bordo di un’auto assieme a altre due persone. Improvvisamente sarebbe scoppiata una lite: prima l’indagato avrebbe colpito l’operaio con calci e pugni e poi gli avrebbe esploso contro alcuni colpi d’arma da fuoco, ferendolo in diverse parti del corpo. . Davanti al cimitero, in via Vergine Maria, sono stati trovati una decina di bossoli.
L’odierno destinatario del provvedimento restrittivo “risulta, allo stato, indiziato in merito ai reati contestati e la sua posizione sarà definitiva solo dopo l’emissione di una eventuale sentenza passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di innocenza”.