Passaporto Digitale dal 2026: prodotti più trasparenti
Dal 2026 ogni prodotto avrà un passaporto digitale: durata, riparabilità e impatto ambientale a portata di QR code. Una svolta per i consumatori.
Redazione24 Luglio 2025 - Economia



  • Infografica dei 17 Obiettivi ONU per lo Sviluppo Sostenibile (SDGs) in italiano, disposti in griglia colorata con icone identificativeEconomia

    Dal 2026 ogni prodotto avrà la sua “carta d’identità”. E ci aiuterà a non farci fregare.

    Si chiama Passaporto Digitale del Prodotto. E potrebbe finalmente cambiare le regole del gioco.

    Bruxelles – Ti è mai capitato di comprare qualcosa – un telefono, una lavatrice, un frullatore – e dopo due anni precisi (magari subito dopo la garanzia) si rompe? E scopri che non conviene aggiustarlo, o che non ci sono i pezzi, o peggio ancora: nessuno sa come aprirlo.

    Non è sfortuna.
    È progettazione. Spesso programmata.
    Ma da qualche parte, qualcosa sta finalmente cambiando.

    Sta arrivando una legge che potrebbe davvero fare la differenza

    Si chiama Passaporto Digitale del Prodotto, e sarà obbligatorio in tutta Europa a partire dal 2026.
    Un nome un po’ tecnico, ma il concetto è semplice: ogni oggetto che compreremo avrà una scheda digitale con tutte le informazioni che oggi ci nascondono.

    Una carta d’identità vera e propria, accessibile con un QR code, dallo smartphone, prima ancora di aprire il portafoglio.

    Cosa ci troveremo dentro?

    Le cose che oggi non sappiamo mai. Quelle che nessuno scrive sulle scatole.

    • Quanto dura davvero il prodotto.
    • Se è facile da riparare, o se è incollato e chiuso come un bunker.
    • Quali materiali sono stati usati, e da dove arrivano.
    • Se la batteria si può cambiare, oppure no.
    • Se riceverà aggiornamenti (per i dispositivi elettronici).
    • Se ci sono pezzi di ricambio, e per quanti anni.
    • Quanto inquina produrlo e smaltirlo.

    In pratica: tutto quello che serve per fare una scelta vera, non solo di prezzo o di moda.

    Facciamo un esempio: comprare un telefono

    Oggi ci raccontano di “fotocamere incredibili”, “display fluidi” e “design mozzafiato”.

    Ma con il passaporto digitale potrai sapere, davvero, se:

    • la batteria è rimovibile o incollata con l’attak
    • ci saranno aggiornamenti per due anni o cinque
    • si può aprire senza attrezzi spaziali
    • esistono pezzi di ricambio o no
    • quanto consuma l’ambiente produrlo

    Insomma: non sarà più solo una questione di megapixel, ma di rispetto. Per te, per i tuoi soldi, per il pianeta.

    Perché è importante?

    Perché ci hanno abituati al “compra e butta”, facendolo passare per modernità.
    Perché ci fanno pagare caro oggetti progettati per rompersi presto.
    Perché in questo gioco, chi perde siamo noi. Sempre.

    Con questo passaporto digitale, finalmente, potremo vedere oltre la vetrina.
    Capire cosa c’è dentro un prodotto, e scegliere in modo consapevole.

    Cosa cambierà davvero?

    Per noi consumatori:

    • Sapremo cosa stiamo comprando, prima di pentircene

    • Potremo premiare chi fa prodotti onesti e durevoli

    • Avremo più diritto alla riparazione e meno sprechi

    Per l’ambiente:

    • Meno rifiuti
    • Meno oggetti inutili
    • Più attenzione alla filiera, ai materiali, al riciclo

    Per le imprese:

    • Più trasparenza = più fiducia
    • Meno scorciatoie
    • Incentivo a produrre meglio, non solo vendere di più

    Quando entrerà in vigore?

    Nel 2026.
    Si comincia da:

    • elettronica
    • batterie
    • abbigliamento
    • mobili
    • materiali da costruzione

    Poi, pian piano, toccherà a tutti.
    La legge è europea, si chiama Regolamento Ecodesign per Prodotti Sostenibili (ESPR) ed è già stata approvata.
    I singoli dettagli stanno uscendo con decreti dedicati a ciascun settore.

    Non è un pezzo di burocrazia. È un diritto.

    In un mondo pieno di pubblicità, influencer e recensioni a pagamento, il Passaporto Digitale è una piccola rivoluzione silenziosa.
    Perché mette nelle mani dei cittadini il potere dell’informazione.
    E ci ricorda che scegliere bene è un atto di libertà.

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