Trapani – di Rino Giacalone – A ottobre dell’anno scorso l’esplosione dello scandalo su di un’altra mangiatoia della politica ai danni della formazione professionale finanziata dall’Ue. Soldi per corsi fantasma usati per finanziare il movimento Via costituito dall’ex senatore del Pd Nino Papania, passato frattanto con l’Mpa di Raffaele Lombardo.
La Guardia di Finanza intercettò la malversazione di circa 8 milioni di euro, la Procura europea di Palermo chiese e ottenne ordinanze per l’applicazione di misure cautelari e sequestro di beni. Adesso la Procura di Trapani ha chiesto al gip il processo per 12 persone e tre centri di formazione. L’udienza preliminare è fissata per febbraio dinanzi al gup giudice Samuele Corso.
Nino Papania, alcamese, una lunga carriera politica, da deputato ad assessore regionale, sino ad approdare in Senato, con una ricandidatura bloccata dopo l’esplodere di una prima inchiesta attorno all’affare dello smaltimento dei rifiuti, poi quelle su presunte elezioni amministrative truccate, e da ultimo quella per voto di scambio politico mafioso, è per questo reato sotto processo e sottoposto ai domiciliari. In questa indagine sulla truffa sui fondi del Po Fesr 2014/2020 i magistrati lo hanno indicato come il “dominus”, a capo di una “lobby di potere”.
I reati in generale contestati sono quelli dell’associazione a delinquere finalizzata alla truffa, alla malversazione, riciclaggio, autoriciclaggio, voto di scambio. Il reato di associazione a delinquere è contestato a Nino Papania, Ignazio Chianetta (responsabile Via Marsala, noto allenatore di calcio), Angelo Rocca (dirigente Mpa e Via), Filippo Tilotta, Manfredi Vitello, Mario Castelli e Davide Piccichè (autista dell’ex senatore). Papania, Rocca, Tilotta e Vitello. rispondono anche di truffa e malversazione. Papania, Rocca e Daniele Liotta di voto di scambio. Castelli anche di riciclaggio come Piccichè e Cinzia Filippi. Autoriclaggio per Papania, Rocca, Antonia Pirrone, Anna Maiorana, Alessandro Manuguerra. I centri di formazione citati per le responsabilità amministrative sono il Cesifop, che sarebbe stato usato come vero e proprio bacino di posti di lavoro, una calamita per attrarre nelle fila del movimento Via politici del trapanese in vista di un futuro appoggio nelle consultazioni politiche regionali del settembre 2022, l’Ires e l’associazione Tai.
Soldi della formazione usati per soddisfare desideri privati e ”cortesie”, spesi poi per chiedere voti e controprestazioni varie in occasione di tornate elettorali, per “comprare” consenso politico Pagamenti per prestazioni fittizie, soggetti come l’ex consigliere comunale di Erice, Alessandro Manuguerra, che sarebbe stato ricompensato per prestazioni mai rese e in realtà sovvenzionato per fare campagna elettorale, o l’assunzione nella società Formula Ambiente di Daniele Liotta (l’atto giudiziario cita il sostegno a favore della consigliera di Erice Simona Mannina per le elezioni del 2022), soldi finiti ad associazioni sportive, come il Mazara Calcio Fc e la Mazarese asd, o ancora distribuiti tra diversi soggetti che avevano il compito di nascondere il riciclaggio del denaro. E poi le spese voluttuarie personali o connesse all’illecito finanziamento del movimento VIA di Papania.
A incastrare Papania anche diverse intercettazioni, gli investigatori lo hanno ascoltato a concordare incontri alla Regione sui bandi e sui corsi da scegliere, a individuare le sedi, sulle selezioni dei tutor e docenti, sulla stesura dei curriculum giusti per le assunzioni.
La Procura di Trapani e il gip hanno individuato come parti offese, il segretariato generale dell’Unione europea, e gli assessorati regionali alla Famiglia e Politiche sociali, ed ancora quello dell’Istruzione e della Formazione.