Palermo
Palermo. Mandamento Mafioso “Noce”, due arresti della polizia
Sono gravemente indiziati di essere responsabili di tre tentativi di estorsione aggravata dal metodo mafioso
Redazione1 Ottobre 2025 - Cronaca
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    Palermo – Polizia di Stato, Squadra Mobile e personale della S.I.S.C.O. su delega della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo – ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di Giuseppe Frangiamore, 53 anni e Giovanni Montoro, di 35 anni.

    I sono gravemente indiziati di essere responsabili di tre tentativi di estorsione aggravata dal metodo mafioso in danno di altrettante attività imprenditoriali attive nel territorio storicamente controllato dalle famiglie che compongono il mandamento mafioso della “Noce”.

    Il provvedimento restrittivo accoglie gli esiti delle attività investigative scaturite a seguito delle denunce presentate dalle vittime le quali, grazie al loro contributo, unitamente alle attività tecniche e d’indagine conseguenziali ad esse, hanno consentito di compendiare i gravi indizi di colpevolezza ed acquisire solidi elementi probatori dai quali emerge chiaramente la pressione ed il controllo del territorio esercitato – in pieno stile mafioso – dai destinatari della misura cautelare in occasione delle richieste estorsive in danno degli imprenditori della zona. Alcuni dei denuncianti sono assistiti dal Movimento “Addio Pizzo”.

    L’indagine – i cui fatti-reato, scoperti e documentati, si sono susseguiti con diverse condotte tra maggio e giugno 2025 – ha fatto emergere un interesse ancora concreto ed attuale di Cosa nostra verso la pratica del “pizzo”, soprattutto in alcune zone della città, come nel caso di specie la Noce, molto popolate da piccole imprese.

    Nel formulare le richieste estorsive non sono mancati i riferimenti alla destinazione delle somme all’organizzazione criminale Cosa nostra e, in uno dei casi denunciati, al fine di aggravare e rendere ulteriormente concrete le minacce, gli indagati si sarebbero spinti fino a lanciare un bidone contenente materiale infiammabile nei pressi del perimetro esterno di uno degli obiettivi oggetto di richiesta estorsiva.

    Il provvedimento, emesso dal Gip di Palermo sulla base delle risultanze investigative condotte dalla Polizia e coordinate dalla Dda di Palermo, si basano sui gravi indizi di colpevolezza, significando che le piene responsabilità penali per i fatti indicati saranno accertate in sede di giudizio e definite solo dopo l’emissione di eventuali sentenze passate in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di innocenza

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