Trapani
Palazzo Cavarretta, seduta a campo libero
Trapani: per il Pala Shark Consiglio straordinario…Barbara svela segreti, Antonini annuncia che con Tranchida sindaco la squadra va via
Rino Giacalone24 Ottobre 2025 - Politica
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    Trapani – di Rino Giacalone – Atmosfera ordinaria in un’aula consiliare dove la minoranza ha avuto campo libero. Era scontato tutto quello che sarebbe stato detto, almeno sicuramente per gli addetti ai lavori, in un contesto di assoluta assenza di contraddittorio, per l’assenza di amministrazione e consiglieri di maggioranza.

    Per l’opposizione si è trattato di una fuga propria dei migliori conigli che scappano ai fucili dei cacciatori, e al consigliere Salvatore Daidone (ex della maggioranza) non è rimasto altro che imitare il più famoso senatore Maurizio Gasparri che in una commissione parlamentare un giorno tirò fuori una carota (per far dispetto al giornalista Sigfrido Ranucci).

    La Maggioranza

    La maggioranza rimasta lontana dall’aula afferma che non c’è stata fuga ma alla richiesta di posticipare la seduta consiliare straordinaria sulla convenzione per il Pala Daidone, non hanno trovato il consenso della minoranza. Insomma la maggioranza ne vuole parlare …ma ha dovuto prendere atto che i tempi non li ha potuti in alcun modo dettare. Il pallino in questo senso era nelle mani dei proponenti, l’opposizione, e in quelle mani è legittimamente rimasto.

    La seduta straordinaria del Consiglio Comunale


    La seduta straordinaria del Consiglio comunale di Palazzo Cavarretta è andata in scena giovedì pomeriggio. Rispetto al pomeriggio precedente, con la maggioranza sempre assente, è bastata la
    presenza di dieci consiglieri, tanti quanti sono quelli che siedono all’opposizione della Giunta Tranchida. All’opposizione si sono aggiunte alcune presenze rilevanti, certamente quelle del presidente della Sport Invest – Trapani Shark, l’imprenditore Valerio Antonini,
    e dell’ex assessore comunale allo Sport Lele Barbara, ma c’erano anche l’ex deputato regionale Nino Oddo e la consigliera comunale di Erice Simona Mannina. A seguire i lavori anche un numeroso pubblico, non più rumoroso come la sera prima.

    Rispetto a mercoledì pomeriggio si è notata una maggiore presenza di forze dell’ordine, ma non hanno avuto nulla da fare se non vigilare. A presiedere i lavori assenti presidente e vice presidente dell’aula, Mazzeo e Genco, è stato il consigliere Giuseppe Guaiana, leader di Amo Trapani, al quale è spettato quello scranno che è stato suo nel precedente quinquennio, in quanto consigliere maggiormente votato, almeno rispetto ai presenti in aula.

    La questione è nota

    L’amministrazione comunale di Trapani ritiene che ad oggi per l’avvenuta trasformazione societaria degli Shark, da Ssd a Srl, sono cambiate quelle condizioni che hanno sostenuto nel 2023 la sottoscrizione della convenzione che ha permesso alla società cestistica di utilizzare l’impianto sportivo di piazzale Ilio, il Palazzetto dello Sport cittadino. Un tema sul quale la Giunta ha deciso di chiedere un parere legale – non un parere semplice ma nella

    forma di pro veritate , ossia accertamento della verità e non per forza a favore del committente, in questo caso il Comune di Trapani, e quindi i legali chiamati ad esprimersi sono esposti a marcati doveri deontologici – , ai professionisti del foro di Roma sarebbero stati sottoposti una serie di quesiti, quindi non una domanda secca se per la mutazione societaria la convenzione sia valida o meno, in attesa della risposta, non ancora arrivata a Palazzo D’Alì, si è ribadito all’infinito che nessuno ha intenzione di cacciare via dal Pala Ilio, Pala Daidone o Pala Shark che dir si voglia, la squadra che sta affrontando per il secondo anno consecutivo il campionato di serie A del basket italiano e sta giocando anche le partite del campionato europeo.

    Cosa ha chiesto l’opposizione

    L’opposizione ha chiesto la seduta per un confronto, per conoscere la vicenda nel dettaglio. Ma anche per spiegare perché a suo avviso quello che si sta facendo da parte della Giunta è cosa inutile e dannosa.
    L’ex Mpa ora consigliere del movimento Futuro (fondato dal patron Antonini all’esplodere della contrapposizione con sindaco e amministrazione), Tore Fileccia non ha perso tanto tempo, e impiegando trenta minuti per il suo intervento, citando quello che “in modo identico” è accaduto a Trieste, ha detto che bastava scrivere due minuti e quattro righe per aggiustare la convenzione: riconoscendo con un addendum che dinanzi alla sola modifica della ragione sociale (da Ssd a Srl), imposta da norme federali (gli Shark al momento della promozione in serie A non potevano restare una Ssd) e dinanzi al mantenimento di medesimi assetti societari, la convenzione tra ente proprietario e società affidataria resta la stessa.

    Consigliere Tore Fileccia

    “Presenterò la proposta – ha detto Fileccia – alla prima seduta utile del Consiglio comunale”. La maggioranza quindi avrà l’occasione per dire come la pensa. Intanto però Fileccia non è stato tenero con gli avversari, assenti: “Oggi – ha affermato – siamo partecipi ad una seduta straordinaria ma che è anche eccezionale e aberrante. Una questione di evidenza pubblica trattata come rivalsa privata, mandare via da Trapani l’imprenditore Antonini come vendetta di un sindaco, Tranchida, che intanto lui fugge via da quest’aula”. A dargli manforte Maurizio Miceli (Fratelli d’Italia) che non manca mai di ricorrere alle citazioni, e stavolta per attaccare il sindaco ha fatto ricorso al poeta Ezra Pound: “Se un uomo non è disposto a lottare per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale nulla lui”.

    Giovedì pomeriggio Miceli, Fileccia e tutti gli altri hanno avuto il campo libero, niente avversari , hanno vinto a tavolino questa partita ma hanno un campionato da affrontare. Scadenza naturale 2028
    Bisogna riconoscere che tutti i partecipanti al dibattito hanno giocato tenendo scarpe scomode ai piedi. Piene di sassolini, che ad uno ad uno sono stati tolti.

    L’ex assessore Lele Barbara

    L’ex assessore Emanuele Barbara più che sassolini si è tolti dei macigni. Lui, che fu il delfino di Tranchida, ha detto che il castello del “monarca”. Così ha definito, e non da ora, il primo cittadino, è pieno di crepe. Come era pieno di crepe il Pala Daidone quando venne dato in gestione alla società di Antonini. “I soldi lì sono stati spesi e lo ha fatto Antonini, ancora prima che ci fosse una convenzione, e poi nel periodo successivo, oltre 2 milioni di euro spesi e ci sono le fatture, che non sono carta straccia per assenza in alcune di quietanza, Tranchida non è un giudice che può decidere se sono buone o meno. Io difendo la città, Trapani, non sono qui a difendere Antonini o ad attaccare Tranchida, difendo la città dal pericolo che possa perdere la sua squadra di basket”.
    Le sue dimissioni? “Quando mi resi conto che per pretesto Tranchida voleva revocare la convenzione”. Barbara, venuto in aula con un malloppo di carte ha tirato fuori una delibera, rimasta però in bozza, “dissi al sindaco che se l’avesse portata in Giunta mi sarei dimesso”. Eravamo al 13 agosto, poi però a settembre sono arrivate lo stesso le dimissioni. “Dinanzi alla caparbietà del sindaco non ho potuto far altro”. Barbara ha poi gettato due bombe. La prima quella che a luglio 2024 “dissi al dirigente dell’Utc, Amenta, che bisognava mettere mano alla convenzione perché il gestore era diventato una Srl”.

    Ha avuto risposta, gli abbiamo chiesto a fine intervento. “Nessuna”. E col sindaco ne ha parlato? “No, il sindaco non si interessava di sport”.

    Insomma completamente incolpevole non sembra, come gli ha riconosciuto il patron Antonini ha recuperato con le dimissioni, “un tardivo risveglio”, le proprie manchevolezze, ma sempre irrisorie, a sentirlo, rispetto a quelle del sindaco, che intanto Antonini ha detto di avere denunciato per concussione, tentata estorsione e minacce.

    Ma tornando a Barbara. Questione utenze elettriche. “Tutto sbagliato e tutto sbagliato apposta. Il Comune ha chiesto per un periodo di 12 mesi 122 mila euro. Alla società che in precedenza gestiva il Palazzetto le utenze nel periodo tra luglio 2017 e febbraio 2023 sono risultate pari a 26 mila euro. Il consumo contestato agli Shark all’87 per cento risulta registrato in periodi e orari nei quali è impossibile che la squadra fosse dentro l’impianto, a meno che segretamente non lo usavano come discoteca. Il Comune non ha mai scritto alla società gestore di aver sbagliato”.

    In coda a Barbara è toccato al patron Valerio Antonini prendere la parola.

    Anche lui in un’aula rimasta silenziosa e attenta. Ha fatto la contabilità, li che fuori dall’aula è fatto oggetto di quelle che definisce dicerie sulle sue pendenze economiche, tra dare e avere. Ha intanto definito oltraggiosa, per la sua persona, l’assenza di amministrazione e maggioranza. Si saranno dimenticati della cittadinanza onoraria che gli hanno consegnato. Ha dato del patetico e del vendicativo a Tranchida, ha definito i contorni del “sabotaggio” del quale si ritiene vittima, “la revoca della convenzione è frutto di vendette personali del segretario generale Panepinto e del dirigente Amenta”.

    “Io – ha detto – ho mantenuto tutte le promesse, oggi grazie a loro ho speso 125 mila euro per gli allenamenti in questa stagione, causa assenza dell’aria condizionata nel Palazzetto la squadra si è preparata lontano da Trapani, causa incertezze sulla convenzione ho perduto 1 milione e 400 mila euro di sponsorizzazioni”.

    Il patron si è mostrato pronto a percorrere la via dell’abbandono. E’ già sulla strada che lo conduce via dalla città. Il cammino non l’ha avviato ma ha annunciato che il primo passo, stando così le cose e con una decisione di revoca della convenzione secondo lui già scontata, lo farà il 15 dicembre, facendo giocare la relativa partita casalinga non a Trapani ma in un altro impianto. Non torneremo a Trapani se Tranchida resterà sindaco!”.
    Antonini ha preannunciato contenziosi “a Trapani, al Tar a Roma, in Lussemburgo”, dove la Sport Invest pare avere il suo riferimento finanziario di maggiore rilevanza. Di fatto la seduta straordinaria è finita qui. Tutti hanno sentito quello che volevano sentire dire dentro un’aula istituzionale, perché venisse registrato sui verbali di Palazzo Cavarretta.

    Una nota finale.

    Se qualcuno dei nostri attenti lettori oggi aspettava di leggere qualcosa di diverso, torniamo a scrivere che hanno sbagliato pensieri, supposizioni, valutazioni. Di questa testata, dell’intera redazione, hanno idea completamente sbagliata.
    Le nostre penne le usiamo per raccontare quello che accade nel quotidiano, in tutti i campi, dalla politica alla cronaca, dalla giudiziaria al sociale, dall’economia allo sport. Con la piena legittimità che ci viene dall’articolo 21 della Costituzione.

    Non usiamo le penne per raccontare bugie o per consumare vendette.

    La nostra stoffa non è questa. Riconosciamo che qualcuno può sostenere l’opposto ma forse solo perché applica la cosiddetta “legge dello specchio”, il riflesso si sé negli altri.
    Certamente con l’ex assessore Emanuele Barbara siamo d’accordo su una cosa, sull’esistenza del “karma”, legge universale su causa ed effetto.

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