Omicidio Lombardo, arrestati presunti killer e mandante
Si chiude con tre arresti l'indagine sull'omicidio di Salvatore Lombardo ucciso nel 2009 a Salemi. Polizia e Carabinieri, stamane, hanno eseguito un'o...
Si chiude con tre arresti l'indagine sull'omicidio di Salvatore Lombardo ucciso nel 2009 a Salemi. Polizia e Carabinieri, stamane, hanno eseguito un'ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti del partannese Giovanni Domenico Scimonelli, il calatafimese Nicolò Nicolosi e il salemitano Attilio Fogazza. Gli ultimi due erano già stati sottoposti, nell'ambito della stessa indagine, a fermo di indiziato di delitto lo scorso 30 novembre. Per tutti l'accusa è di omicidio premeditato e aggravato dal metodo mafioso. Il giudice per le indagini preliminari, accogliendo le richieste formulate dal procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Teresa Principato e dei sostituti procuratori Marzella e Grassi, ha riconosciuto in Domenico Scimonelli, ritenuto importante esponente di Cosa nostra trapanese, il mandante e l’ideatore del delitto dopo che Lombardo aveva rubato un furgone e merce di sua proprietà . Le indagini hanno dimostrato come Scimonelli, abbia voluto punire con la morte Lombardo per il gravissimo “sgarbo” nei suoi confronti coordinando tutte le fasi del delitto e affidandone l’esecuzione ai suoi fidati Nicolosi e Fogazza. L’uomo venne raggiunto da alcuni colpi di fucile calibro l2 mentre si trovava in un bar di Partanna. In quell’occasione, dopo aver assolto all’obbligo della firma presso la caserma dei Carabinieri, intorno alle 19 si era recato nel bar di via XV Gennaio dove era scattato l’agguato. Due uomini erano sopraggiunti a bordo di una Volkswagen Polo di colore scuro e, mentre uno rimaneva all’interno dell’auto, l’altro aveva esploso alcuni colpi di fucile contro di lui uccidendolo. Le immagini riprese dalle videocamere di due esercizi commerciali dislocati lungo il tragitto compiuto da Salvatore Lombardo per andare a firmare e poi tornare al bar, avevano mostrato che i suoi spostamenti erano stati seguiti dagli assassini la cui identità , però, era rimasta ignota. La svolta nelle indagini su questo “cold case” è giunta dalle attività condotte da Carabinieri e Polizia nell’ambito della ricerca del boss latitante Matteo Messina Denaro. Da alcune intercettazioni è emerso, infatti, che gli appartenenti al clan mafioso castelvetranese sospettavano che fosse Salvatore Lombardo l'autore del furto di un camion di merce ai danni del supermercato Despar di Partanna gestito, di fatto, da Giovanni Domenico Scimonelli di cui, peraltro, Attilio Fogazza è un dipendente. Scimonelli lo scorso 3 agosto, era stato oggetto di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa nell’ambito dell'operazione "Ermes” "per avere fatto parte della famiglia mafiosa di Partanna e posto in essere condotte dirette sia a curare la latitanza di Matteo Messina Denaro sia a consentire al latitante e al reggente del mandamento mafioso di Mazara del Vallo, Vito Gondola, l’esercizio delle rispettive funzioni apicali eseguendo puntualmente gli ordini da costoro impartiti e costituendo - quali raccoglitori e distributori di messaggi da e per il capo latitante - un punto di riferimento della riservata catena di comunicazione epistolare attraverso cui Messina Denaro dirige l'associazione mafiosa". Sulla base dei nuovi elementi emersi la Procura Distrettuale di Palermo ha potuto riaprire le indagini e gli Uffici investigativi di Palermo e Trapani dei Carabinieri e della Polizia hanno acquisito così gli elementi necessari per giungere ai tre arresti. In particolare, si è accertato che Nicolosi e Fogazza avevano trascorso alcuni giorni nel Lazio in compagnia di Scimonelli fino alla sera precedente all’omicidio quando erano tornati a Partanna. Dalle intercettazioni effettuate e dall'esame del traffico sui cellulari dei tre gli investigatori hanno appurato che vi erano state più occasioni, il giorno dell'omicidio, in cui i due killer avevano avuto la possibilità d’incontrarlo. Si è riuscito anche a collocare Scimonelli sulla scena del crimine, con particolare riferimento alle fasi immediatamente precendenti il delitto quando, grazie a Rosario Scalia, teneva sotto controllo gli spostamenti della vittima accertandosi che tutto stesse proseguendo come stabilito. Secondo alcune testimonianze recentemente acquisite, inoltre, gli investigatori hanno riscontrato che Nicolosi e Fogazza avevano la disponibilità di una Volkswagen Polo simile a quella immortalata nelle immagini dei sistemi di videosorveglianza e che i due killer l’avevano nascosta proprio alcuni giorni prima dell’omicidio.
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