Pizzolungo (Erice) – Si conclude oggi il programma delle iniziative “Non ti scordar di me” che Comune di Erice e Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie, hanno organizzato in occasione del 40° anniversario della strage di Pizzolungo.
Stamattina, nel Parco della Memoria di Pizzolungo Piana di Anchise, laddove avvenne la strage mafiosa il 2 aprile del 1985, si è tenuta la cerimonia di commemorazione delle vittime, Barbara Rizzo, giovane madre, ed i suoi figli, i gemellini Salvatore e Giuseppe Asta, la cui auto fu travolta da un’esplosione che aveva come obiettivo il magistrato della Procura di Trapani, dott. Carlo Palermo.
Come ogni anno, il Comune di Erice ha deposto una corona di fiori sul monumento in ricordo delle vittime cui è seguita la cerimonia, alla presenza di autorità civili, religiose e militari, e dei sindaci di Castellammare del Golfo (Giuseppe Fausto), Custonaci (Fabrizio Fonte), Misiliscemi (Salvatore Tallarita), Paceco (Aldo Grammatico), San Vito lo Capo (Francesco La Sala), Trapani (Giacomo Tranchida) e Valderice (assessore Gianrosario Simonte). Presenti moltissimi cittadini ed i giovani del Consiglio comunale dei ragazzi di Lozzo di Cadore, Santo Stefano di Cadore, San Pietro di Cadore, Sovere e di Paceco, protagonisti del loro gemellaggio.
Al termine della commemorazione solenne, i presenti si sono spostati presso la parrocchia Sant’Anna per assistere ad una santa messa officiata da Don Luigi Ciotti.
Ad aprire la cerimonia, dopo la benedizione del parroco della chiesa Sant’Anna di Pizzolungo, mons. Domenico Giorlando, è stato il sindaco di Erice Daniela Toscano che, tra le altre cose, ha chiesto a gran voce di alzare la testa, allontanare ogni tipo di omertà, paura e rassegnazione. Ha invocato una Sicilia più libera, dove il coraggio non sia più un’eccezione, ma la regola, e dove la dignità non sia più un lusso, ma un diritto inalienabile. «La mafia, la corruzione, l’ingiustizia prosperano nel silenzio – ha detto il sindaco Toscano – ed è per questo che noi dobbiamo fare rumore. Con le nostre voci, con le nostre azioni, con il nostro esempio. La memoria non è un rito sterile: è un atto di resistenza. È una dichiarazione di guerra a chi ancora oggi pensa di poter piegare le nostre terre con il ricatto, con la violenza, con la paura. A voi giovani dico: fate vostra questa lotta. Non lasciate che il passato sia solo una pagina di storia, ma trasformatelo in una missione. Siate sentinelle della giustizia, architetti di un futuro diverso, costruttori di un domani in cui nessuno debba più morire per aver fatto il proprio dovere».
Il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, già primo cittadino di Erice quando, nel 2008, prese il via “Non ti scordar di me”, ha invitato tutti all’impegno, oltre che alla memoria, lungo tutti i giorni dell’anno e non soltanto il 2 aprile.
Il Prefetto Daniela Lupo, ha ricordato ai numerosi cittadini e, soprattutto, ai giovani, l’importanza di scegliere da che parte stare, di non rassegnarsi, di rimboccarsi le maniche per lottare contro ogni genere di sopruso.
È intervenuto anche Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, che lo scorso 21 marzo, proprio in coincidenza col 40esimo anniversario della Strage, ha preso parte alla XXX edizione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, promossa proprio da Libera. Don Ciotti ha richiamato tre parole: continuità, condivisione e corresponsabilità per incoraggiare tutti ad essere cittadini più attivi. «La mafia fa meno rumore ma è ancora presente – ha detto -. Il miglior modo per fare memoria è che tutti noi assumiamo responsabilità, ciascuno per la propria parte».
Molto toccante l’intervento dell’ex magistrato Carlo Palermo, a cui la mattina del 2 aprile del 1985 era diretto l’attentato di Pizzolungo che poi costò la vita a Barbara Rizzo, Salvatore e Giuseppe Asta. Palermo ha richiamato fortemente le istituzioni a far luce sulla strage di Pizzolungo e su altri fatti di mafia, così come sulle possibili connivenze e coperture, che hanno segnato la storia di questo territorio e non solo, e ha fatto anche riferimento alla propria esperienza umana successiva all’attentato.
Margherita Asta, figlia di Barbara e sorella di Giuseppe e Salvatore, ha chiuso la mattinata con le sue parole forti e commoventi. Ha raccontato la propria esperienza di vita successiva all’uccisione dei propri familiari, ed ha parlato della necessità di fare memoria collettiva per costruire il cambiamento.
Le celebrazioni per il 40º anniversario della strage di Pizzolungo proseguiranno nel pomeriggio e si concluderanno stasera con una serie di eventi che coinvolgeranno tutta la cittadinanza: