Trapani – di Rino Giacalone – Si è vero, quella di oggi è stata lunga conferenza stampa. Il sindaco Giacomo Tranchida dopo il silenzio degli ultimi giorni, ha ripreso fiato e tenuto i giornalisti inchiodati sulle sedie mentre lui, restando in piedi, ha fatto il suo lungo, ma non inutile, monologo, prima di rispondere alle domande.
Ha cominciato con le notizie buone, il nuovo pozzo di prelievo idrico attivato a Bresciana, l’aumento della distribuzione idrica nel centro storico, l’attivazione di una concertazione tecnica (PUA) che coinvolge tanti Comuni della Provincia (capofila Trapani) che è destinata a cambiare la gestione dei servizi, a cominciare da quelli dei parcheggi e della mobilità, in campo c’è piu’ di un finanziamento solo per Trapani pari ad oltre 12 milioni di euro. E parlando di acqua, della necessità di un dissalatore, ha subito svelato il senso metaforico nell’aver dato del “falso come l’acqua salata” al suo ex delfino e assessore Lele Barbara : “quando il dissalatore funzionava nelle condutture invece dell’acqua dissalata entrava quella salata che corrodeva e faceva saltare le condutture“.
Insomma, Barbara non sarebbe stato per Tranchida uno che portava acqua limpida, ma distribuiva “acqua salata”. Così da corrodere l’amministrazione di Palazzo D’Alì. Tranchida lo ha ammesso, ha dato fino all’ultimo fiducia al suo assessore, tanto da mettere spesso in crisi il rapporto con altri assessori, e ha fatto un pubblico mea culpa.
Ha poi smentito di aver denunciato il suo ex assessore “Ho solo rassegnato i fatti all’autorità giudiziaria, ho consegnato documenti, l’ho fatto intanto da libero cittadino e poi per ciò che da sindaco rappresento, ossia un pubblico ufficiale”. “Non ho denunciato nessuno, semmai mi sono anche autodenunciato, chi ne ha titolo vada a verificare se ho avuto rapporti compromettenti anche con esponenti mafiosi”, così per rispondere a chi, come il meloniano Maurizio Miceli, o il neo consigliere di Futuro, Tore Fileccia, hanno fatto in aula consiliare, di tanto in tanto, tirando fuori presunti, con accenni e allusioni, affidamenti fatti ad un imprenditore poi arrestato per mafia, quando era sindaco di Valderice.
Ma la sostanza della conferenza stampa del sindaco Tranchida è di avere detto chiaramente che “dietro la surreale quanto veemente e violenta azione messa in campo si nasconde il tentativo di portare sui banchi di un mercato i consiglieri comunali, a cominciare dai quattro coraggiosi (ex gruppo vicino all’ex assessore Barbara ndr) che non sono andati al mercato e non si sono fatti comprare”.
“Chi pensa – ha proseguito – che i trapanesi siano come delle pecore pronte a seguire il padrone di turno, sbaglia”. “A Barbara ho espresso solidarietà ma gli ho ripetuto che ha sbagliato a fare il cagnolino di Antonini. Strano, si prendeva insulti via social senza mai rispondere“.
Poi dal tavolo parla con tono serio a proposito delle dimissioni dell’ex braccio destro: “o c’è un ricatto o è stato comprato, sempre politicamente parlando”. Ha visto sfumare il suo sogno di candidarsi a sindaco? “Non è l’attuale sindaco che dispone dentro la coalizione, c’è la regola delle primarie. Cosa che non c’è verso i lidi dove è diretto, lì può ottenere penso l’agognata candidatura”. Il messaggio è stato mandato forte e chiaro.
Il sindaco Tranchida può avere anche dei difetti, ma le sue dichiarazioni di oggi sono state fatte con un linguaggio chiaro, domani nessuno potrà esercitarsi con le interpretazioni. Ha esordito facendo la storia, maledetta, di questa città, dalle antiche dominazioni alla presenza inquinante di mafia e massoneria coperta, ed oggi alla domanda se secondo lui questi scenari si stanno riproponendo, ha risposto dicendo “io non sono tenuto da fili e non tengo in mano nessun filo…non ho la palla di vetro ma mi affido al lavoro di chi ha il compito di controllare, ci sono bilanci da leggere a cominciare da quelli delle nostre participate e poi altri”.
Lo scontro vero è fuori dall’aula consiliare con il patron degli Shark Valerio Antonini: “con questi atteggiamenti da ciociaro non incanta nessuno, i trapanesi sono attenti e Trapani non è in vendita. Io non sono abile a giocare e non sono solito al gioco, e lavoro ogni giorno non pensando a fare dispetti”. Barbara ha sostenuto post dimissioni che la revoca della concessione all’uso del Palazzetto dello Sport è frutto di “rivalse personali di Tranchida”. “Ci sono norme da rispettare, non lavorare con presunte vendette”.
E ancora “il noto rispetto al non noto nasconde qualcosa e non mi scandalizzerei se scoprissi che non fosse solo politica il comprare consiglieri. Questa sarà una città strana ma il popolo quando le cose le capisce apre gli occhi”.
E quindi questione PalaShark. “Ho sentito parlare di una delibera che non esiste, il mio ex assessore mi ha detto di averne recuperato il testo in un pc della segreteria al Comune, ma le cose vere sono quelle che nessuno ha sfrattato nessuno, nessuno è andato a prendere le chiavi nonostante a giugno qualche ex imponeva di operare in tal modo, financo dal 14 agosto c’è una mia direttiva che tutela la maglia granata per giocare nell’impianto “Daidone”, ci sono i miei datati atti d’indirizzo politico, che presto verranno resi noti, che sostengono come l’impianto deve essere affidato prioritariamente a chi indossa la maglia granata.
La famosa delibera? “Il segretario generale deve fare un atto ricognitivo, poi il nostro pensiero è quello di sempre, chiedere parere anche all’Anac (autorità anticorruzione) e alla Corte dei Conti. Ma nessuno oggi è stato cacciato via dal Palazzetto, abbiamo sentito semmai il contrario dal presidente Antonini, è lui che ha detto di voler andare via. Se il Comune ha degli obblighi però li deve rispettare, come un qualsiasi cittadino anche il privato imprenditore deve pagare le pendenze con il Comune, questo mi pare è da tempo chiaro a tanti”. Barbara ha detto che la rottura si è determinata sulla eventuale decadenza della convenzione: “Non c’è un solo scritto, non c’è una sua sola parola che mi ha permesso di cogliere questa sua posizione. Io continuo a sostenere che quando le cose non si possono fare non si fanno”.
Le ingiurie contro Barbara allo stadio. “Ho provato un forte dolore, una delusione, ho espresso solidarietà mentre c’era chi in Giunta avrebbe preferito il silenzio. Non si ingiuriano le persone e soprattutto quando rappresentano una istituzione”. La protesta dei tifosi? “Quando le cose non si possono fare non si fanno” riferendosi alla concessione di un locale alla tifoseria: “Vengano qui i tifosi a trovarmi e ne parliamo, penso che al Palazzetto uno spazio d’accordo con il concessionario lo si possa trovare, penso anche allo stadio dove la proprietà è del Libero Consorzio e con il quale sarebbe facile avere una interlocuzione, chiedo scusa ai tifosi se impegni presi, non da me, non si sono concretizzati, ma non possiamo fare quello che non si può fare. Ma da qui a passare alle ingiurie è cosa folle”.
Crisi politica, si risolve? “Ho una interlocuzione con il gruppo di Trapani Tua (vicini all’assessore regionale Turano ndr), così come con il gruppo dei quattro giovani coraggiosi”. Nubi all’orizzionte? “Non ne vedo, faremo il chiarimento anche sulla redistribuzione delle deleghe, una volta completata la Giunta, e continueremo il cammino, se ne facciamo una ragione, c’è un popolo che capisce e ha scoperto certi mezzucci”.