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Morte Francesco Ancona. Archiviato 38 anni fa come suicidio, ora la Procura di Pavia indaga per omicidio
Indagata la moglie ed un amico di famiglia
Redazione2 Agosto 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    Mortara (Vigevano) – La Procura di Pavia ha riaperto il caso legato alla morte di Francesco Ancona all’epoca 48enne, di Castellammare del Golfo, trovato morto sul ciglio della strada per Ceretto la mattina dell’11 febbraio 1987 con il cranio fracassato,  Accusata di aver ucciso il marito con la complicità di un amico, la moglie Giovanna Navarra di Castellammare del Golfo. Alla notizia della riapertura delle indagini i quotidiani della provincia Pavese stanno dando grande risalto in queste ore.

    Si riapre così dopo 38 anni, con un avviso di accertamenti tecnici irripetibili da svolgere in questi giorni, il caso della morte di Francesco Ancona.

    Nel cimitero di Castellammare del Golfo dove riposavano le spoglie dell’operaio c’è stata la riesumazione della salma che saranno portate a Medicina legale di Milano, dove il 6 agosto partiranno gli accertamenti con tre periti della procura.

    Così dopo 38 anni,  si riapre un caso finito archiviato all’epoca come suicidio, ma che ora il pubblico ministero pavese Alberto Palermo tratta come omicidio, con indagini curate dalla polizia di Stato anche con il servizio centrale operativo di Roma che sta riaprendo molti “cold case”.

    Indagati per il delitto, con un’accusa di omicidio aggravato ancora tutta da dimostrare in un eventuale giudizio,  la moglie Giovanna Navarra, ora 74enne e residente a Castellammare del Golfo, e Domenico Scarfò, un 70enne che risulta residente a Vigevano che  all’epoca frequentava la casa degli Ancona a Mortara.

    I due indagati sono accusati di omicidio aggravato in concorso tra loro e con soggetti terzi (non specificati).

    La famiglia di Ancona era arrivata dalla Sicilia a Mortara, in una casa vicino alle scuole elementari, da pochi anni: il muratore aveva lasciato orfani tre figli, all’epoca minorenni. Secondo le ricostruzioni giornalistiche dell’epoca, nel pomeriggio del 10 febbraio 1987, un martedì, Ancona e la moglie erano usciti in auto. Avevano percorso poche centinaia di metri, parcheggiando alla stazione di Mortara. Poi erano saliti sul treno delle 17.38 per Vigevano.

    Francesco Ancona doveva sbrigare una pratica per una vertenza con un datore di lavoro alla Camera del lavoro di Vigevano, in quel periodo era disoccupato. Mentre la moglie, doveva svolgere una commissione a Vigevano. Alle 19 circa Giovanna Navarra, all’epoca non c’erano i cellulari ma solo le cabine, aveva telefonato alla Camera del lavoro per sapere se il marito fosse ancora lì e le fu risposto che si trovava ancora nell’ufficio. Allora la moglie si era incamminata verso la stazione di Vigevano, facendo un’altra chiamata al sindacato: dalla Cgil le avevano risposto dicendo che il marito era uscito. Così la donna era arrivata in stazione. Ma non aveva visto arrivare il marito. Allora era salita sul treno delle 20.22 per Mortara, pensando poi di trovare Francesco a casa, ma lì il 48enne non c’era, era sparito.

    Già quella sera la donna era andata a denunciare la scomparsa ai carabinieri di Mortara. Nessuna traccia del marito nemmeno nella notte, così la mattina seguente era tornata dai carabinieri. Il corpo dell’uomo era stato trovato poco prima delle 12 a lato della strada per Ceretto, secondo i primi riscontri era già morto da alcune ore.

    Non solo il sospetto di avere ucciso il marito, Francesco Ancona, 38 anni fa, con la complicità di un amico dell’epoca. Nella vita di Giovanna Navarra, la donna di 74 anni ora indagata dalla Procura di Pavia per omicidio volontario, c’è un’altra ombra: nel 2023, secondo quanto ricostruito da un processo, cercò di assoldare un killer per far uccidere suo figlio, Antonino Ancona, di 53 anni, che a suo dire la maltrattava.

    Il piano fallì perché il sicario, alla fine, si tirò indietro e proprio questo fallimento evitò alla donna una condanna, perché quell’idea, per quanto criminale, rimase a livello di intenzione e non si concretizzò in un omicidio, nemmeno tentato.

    Ma da quelle indagini, e in particolare da alcune intercettazioni telefoniche, sono emersi sospetti sulla morte del marito, bollata 38 anni fa come suicidio. Si spiega così la riapertura delle indagini sulla morte di Francesco Ancona, che si riteneva ormai archiviata.

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