Castellammare del Golfo
Morte Francesco Ancona. A Milano iniziati gli accertamenti medico-legale. La vedova “Non ho ucciso mio marito”
Ancona era stato trovato morto 38 anni fa nel pavese, la Procura all'epoca archiviò come "suicidio", oggi le nuove indagini
Laura Spanò8 Agosto 2025 - Cronaca
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    Castellammare del Golfo – di Laura Spanò – A Milano presso l’Istituto di medicina legale mercoledì è stato riaperto il feretro di Francesco Ancona, riesumato dal cimitero di Castellammare del Golfo, per i nuovi accertamenti medico-legali, così come stabilito dalla Procura di Pavia, a coordinare l’inchiesta è il Pm Alberto Palermo, che ha riaperto il caso sulla morte dell’operaio.

    L’autopsia e gli esami sono stati affidati al medico legale Cristina Cattaneo, al tossicologo Domenico Di Candia e l’antropologa Debora Mazzarelli. I risultati, attesi entro tre mesi, dovrebbero essere determinanti per arrivare alla verità.

    Francesco Ancona è l’operaio di 48 anni, che viveva a Mortara, trovato morto l’11 febbraio 1987 sul ciglio della strada per Ceretto-Robbio, con profonde ferite al cranio e tracce di veleno nello stomaco.

    Gli indagati

    Due gli iscritti nel registro degli indagati: la vedova Giovanna Navarra, 77 anni che da alcuni anni è tornata a vivere a Castellammare del Golfo, e un amico di famiglia, Domenico Scarfò, 70 anni che vive a Vigevano. Ma secondo il pm Palermo ci sarebbero altre persone coinvolte non ancora identificate.

    Il legale di Giovanna Navarra

    «La mia assistita – dice l’avvocato Vito Coppola legale della vedova – non ha nominato un consulente di parte, dunque al momento non abbiamo elementi su quanto è avvenuto a Milano. Il passo più importante ora è l’esito degli accertamenti. Da lì capiremo se può nascere un rinvio a giudizio oppure se si arriverà, come immaginiamo, a una archiviazione del caso».

    All’epoca il caso fu archiviato come suicidio: secondo la ricostruzione della Procura, Francesco Ancona, si sarebbe avvelenato e poi si sarebbe gettato volontariamente contro una betoniera. Una spiegazione che non ha mai convinto familiari e conoscenti. Dopo 38 anni quei dubbi rimasti in sospeso potrebbero presto essere risolti. La Procura di Pavia ha riaperto il caso nel 2023. Per l’accusa Navarra e Scarfò avrebbero avvelenato Ancona, poi lo avrebbero colpito alla testa, cosparso di benzina e investito con una betoniera per inscenare un suicidio. A spingere alla riapertura, nuove testimonianze e intercettazioni che hanno portato la procura a ipotizzare un omicidio premeditato.

    Si difende la vedova

    Si difende la signora Navarra e lo fa attraverso il suo avvocato Vito Coppola, che l’aveva già difesa nel 2023 dall’accusa di avere pianificato l’omicidio del figlio, Antonino. «Sono innocente, con la morte di mio marito non c’entro, era depresso. Sono estranea alla morte di mio marito. Scarfò? Lo conoscevo, è venuto anche al funerale, tra noi c’è stata una relazione ma molto dopo la morte di mio marito». «La mia assistita – spiega l’avvocato Coppola – ha seri problemi di salute, essendo quasi completamente cieca, e il figlio è da tempo disoccupato. Una situazione familiare molto delicata. Non conosciamo ancora gli atti di questa indagine».

    L’abitazione della donna perquisita

    L’abitazione a Castellammare dove vive la donna con il figlio, è stata perquisita: gli agenti della squadra mobile hanno trovato sette valigie piene di carte, vecchi documenti e biglietti manoscritti. È stato tutto sequestrato.

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