Messina – Un altro femminicidio scuote la Sicilia, quello di Sara Campanella, 22 anni, originaria di Misilmeri, uccisa a coltellate in pieno giorno a Messina, davanti a decine di testimoni. Il presunto assassino è un ex compagno universitario, fermato dai Carabinieri dopo ore di ricerche. Il caso ricorda tragicamente l’omicidio di Lorena Quaranta, avvenuto lo stesso giorno cinque anni fa.
Chi ha ucciso Sara era un collega di università. L’avrebbe seguita, poi tra i due ci sarebbe stata una discussione e alla fine lui, innamorato senza essere corrisposto, l’avrebbe accoltellata. Una testimone racconta: “L’ho sentita gridare ‘basta, lasciami’. Poi un uomo ha cercato di rincorrere il killer”. L’ultimo vocale di lei a un’amica: “Il malato mi sta seguendo”.
Da una prima ricostruzione dei fatti, l’indagato ha sferrato due colpi: uno al collo e uno alla scapola.
Sara avrebbe urlato più volte “basta, lasciami”, secondo il racconto di testimoni che hanno assistito al delitto. Uno di loro avrebbe tentato di rincorrere il killer. “Mentre ero in piedi in attesa del bus ho sentito forti grida – ha detto infatti una donna che ha assistito al delitto – e subito dopo ho visto sul marciapiede di fronte una ragazza intenta a fuggire in preda al panico, piangendo in posizione piegata, come in evidente sofferenza”. Poi è arrivato un ragazzo “con un’arma da taglio in mano. Si è allontanato a piedi verso Messina, inseguito da un giovane che era con me alla fermata”.
Il 27enne avrebbe agito per gelosia: fatale una coltellata al collo. Si chiama Stefano Argetino 27 anni originario di Avola. È lui il principale indiziato per l’omicidio di Sara Campanella, la studentessa uccisa a pochi passi dallo stadio Celeste di Messina. I due frequentavano lo stesso corso di laurea in Tecniche di laboratorio biomedico all’Università di Messina. Secondo gli investigatori, il giovane non avrebbe accettato la fine della relazione.
Sara è stata accoltellata da dietro, con un fendente profondo al collo, davanti a numerosi passanti e un autobus pieno di gente. Una scena scioccante, consumatasi poco dopo l’uscita della giovane dal Policlinico universitario.
I Carabinieri del comando provinciale di Messina, guidati dal colonnello Lucio Arcidiacono hanno rintracciato e bloccato nella notte il giovane. Le ricerche sono state intense e continue: la città è stata setacciata fino a quando il giovane non è stato trovato fuori Messina e condotto in caserma.
La madre: “Amore mio, non è vero”. Appena ricevuta la notizia, Maria Concetta Zaccaria, madre di Sara, originaria di Misilmeri per raggiungere l’obitorio del Policlinico. Poco dopo è arrivato anche il padre, Alessandro Campanella, straziato dal dolore. Scene strazianti anche fuori dall’ospedale, dove amici e parenti si sono radunati in lacrime.
“Claudio, il fratello maggiore di Sara, studia Economia a Napoli. È sconvolto”, racconta Lorenzo Romano, amico di famiglia. “Tutti siamo increduli. Non sapevamo nulla di questo ragazzo. Sara era una ragazza solare e buona.”
Esattamente cinque anni fa era accaduto a Lorena Quaranta. L’omicidio di Sara avviene nello stesso giorno in cui, nel 2020, veniva uccisa Lorena Quaranta, studentessa di Medicina originaria di Favara, per mano del compagno Antonio De Pace. Anche allora, la tragedia colpì l’Università di Messina, lasciando un’intera comunità sotto shock.
Ancora una giovane vita spezzata. Ancora un presunto ex che uccide per possesso e rifiuto. Ancora una famiglia distrutta. Mentre le indagini continuano e l’Italia si interroga su come fermare la spirale dei femminicidi, la comunità universitaria e l’intero Paese si stringono attorno alla famiglia Campanella.
Sara Campanella, originaria di Misilmeri, frequentava il terzo anno della facoltà di Tecniche di laboratorio Biomedico nell’ateneo messinese faceva anche la tirocinante proprio nell’ospedale dove è stata portata in fin di vita. Dopo la notizia dell’omicidio, tanti studenti e colleghi della vittima sono andati al pronto soccorso disperati.
Il procuratore capo di Messina, Antonio D’Amato, ha spiegato, nel corso di una conferenza stampa, che “c’erano state delle attenzioni da parte di questo giovane, anche in maniera insistente e reiterata nel tempo”. Tuttavia, ha aggiunto, “allo stato delle indagini, non essendo mai queste attenzioni” diventate “né qualcosa di violento, né di minaccioso, né di particolarmente morboso, evidentemente non avevano destato una particolare attenzione da parte della vittima”. Resta però il fatto, si legge nel provvedimento di fermo, che il giovane “con cadenza regolare importunava la vittima, proponendosi, chiedendole di uscire e di approfondire il loro rapporto, non fermandosi neppure innanzi al rifiuto della ragazza”.