Trapani
Mediterranea per la Ong “Sostanzialmente si contesta solo di non aver seguito gli ordini”
Ancora morti nel Mediterraneo, soccorsi circa 250 migranti
Laura Spanò2 Settembre 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    Trapani –  Dopo una settimana la prefettura di Trapani ha notificato al comandante e all’armatore della nave Mediterranea, della omonima ong, che si trova ormeggiata nella banchina del porto, sessanta giorni di fermo e una multa per 10 mila euro.

    Uno dei provvedimento più pesanti mai applicati

    «Uno dei più pesanti provvedimenti in applicazione del decreto Piantedosi – fanno sapere dalla ong – che in questi tre anni abbiano colpito le imbarcazioni della flotta civile di soccorso: cioè la nave in catene per due mesi». La nave era sbarcata a Trapani la sera del 23 agosto scorso ed aveva sbarcato 10 migranti, soccorsi nel canale di Sicilia, disobbedendo all’ordine di raggiungere Genova, dopo reiterate inutili richieste di riassegnazione del porto. «Ma le onde erano altre quasi tre metri e la Liguria non era raggiungibile», spiegano dalla Mediterranea. Due giorni dopo Mediterranea era stata fermata. Ora a distanza di una settimana dalla Prefettura è arrivata la comunicazione con i dettagli sul periodo di fermo e i motivi dello stop. E non è escluso che possa essere preludio prima della confisca. Quella effettuata da nave Mediterranea era la prima missione. “Quello che non si tiene assolutamente in considerazione è la non lesività della condotta di nave ed equipaggio e che le persone portate a Trapani fossero vittime del reato”, spiega l’avvocato della Ong Cristina Cecchini. La motivazione del provvedimento, osserva, è quanto meno lacunosa. “Sostanzialmente si contesta solo di non aver seguito gli ordini”.

    Intanto nel Canale di Sicilia altri morti

    – Il suo viaggio verso un futuro migliore si è fermato in mare, in quello stesso mare che dovrebbe unire i popoli e invece li continua a dividere e che è diventato un grande cimitero, il Mediterraneo. Lui al momento non ha un nome, ma è l’ultima vittima di un esodo senza fine. Il barcone sul quale viaggiava assieme ad altri 51 compagni è stato soccorso dai militari della guardia costiera. La vittima potrebbe essere morta per le inalazioni di idrocarburi respirati nel corso della traversata a bordo del natante di 10 metri e poi caduta in mare, il suo corpo è stato recuperato dai militari. Era bengalese così come alcuni dei migranti soccorsi, gli altri sono egiziani, eritrei, etiopi, siriani e sudanesi, con loro 2 donne e un minore.

    L’arcivescovo di Agrigento Alessandro Damiano

    Sono stati sbarcati sul molo Favarolo a Lampedusa che come ha avuto modo di dire giusto qualche giorno fa, l’arcivescovo di Agrigento, Monsignor Alessandro Damiano, in occasione del sit in per la Mediterranea ferma a Trapani. “Quel molo Favaloro che tutti conoscono – disse l’arcivescovo Damiano –  che immaginano enorme, ma che in realtà è solo una striscia di cemento precaria, però porto di salvezza”.

    I migranti soccorsi

    I migranti soccorso a largo di Lampedusa si trovano ora all’hotspot di contrada Imbriacola, mentre la salma nella camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana dove verrà sottoposta ad ispezione cadaverica. Ma oltre a questo con 51 migranti, sono stati quattro gli sbarchi a Lampedusa. Nell’hotspot dell’isola al momento ci sono 730 ospiti. A partire dalla mezzanotte di lunedì sono stati quattro gli sbarchi e 219 i migranti arrivati. Sugli ultimi 4 barconi c’erano gruppi di persone originarie del Sudan, Bangladesh, Egitto, Eritrea, Etiopia e Somalia. Nella tarda mattina di ieri 74 ospiti sono stati trasferiti con il traghetto di linea sulla terraferma.

     

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