Trapani
Mare inquinato a Trapani. M5S: «accumulo di acqua piovana o accumulo di bugie?»
Una parte del mare dei trapanesi sta morendo, giorno dopo giorno, per “accumulo di bugie”. Bugie, omissioni, indifferenza.
Redazione24 Luglio 2025 - Attualità



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    Trapani – Così viene tradita la città dei due mari. Nei giorni scorsi, a Trapani, si è consumata l’ennesima ferita inferta al nostro mare: consistenti tracce di liquami sono state rilevate nello specchio d’acqua antistante il Litorale Nord, di fronte l’ex isola ecologica. Un’area frequentata ogni giorno da cittadini e turisti, eppure vittima di una grave e cronica mancanza di interventi da parte della amministrazione comunale di Giacomo Tranchida, che è vero che ha ereditato questo grave vulnus, ma che nulla ha fatto in otto anni per porre rimedio a quanto puntualmente denunciato dal M5S, dentro e fuori l’aula consiliare. Anzi, sminuendo le denunce del gruppo M5S, gli allora assessori Safina e Romano, e lo stesso sindaco, hanno sempre attribuito gli sversamenti ad “accumulo di acqua piovana”.

    Goletta Verde

    A confermare l’allarme arriva anche il recente dato diffuso da Goletta Verde di Legambiente, che nel corso del suo monitoraggio 2025 ha classificato tre su quattro punti analizzati nel territorio trapanese come “fortemente inquinati”. Tra questi, proprio il punto sul lungomare Dante Alighieri, presso il pennello davanti all’ex isola ecologica, risulta tra le situazioni più critiche dell’intera regione. Il dato, raccolto tra la fine di giugno e l’inizio di luglio, denuncia l’inefficienza strutturale del sistema di depurazione e la mancata messa in sicurezza degli scarichi a mare.

    Il gruppo territoriale M5S

    Il Gruppo Territoriale del Movimento 5 Stelle Trapani-Erice torna a porre l’accento su questa condizione che mette a rischio non solo la salute pubblica, ma anche la vocazione turistica e ambientale del capoluogo. «L’Amministrazione oggi come allora appare immobile e inadempiente – dichiara la coordinatrice del Gruppo Territoriale Francesca Trapani – rispetto alla qualità delle acque e allo sversamento dei reflui a pochi metri dalla riva, in violazione della normativa vigente, che impone lo scarico ad almeno un miglio e mezzo dalla costa».

    «Eppure – continua Francesca Trapani – i segnali d’allarme, insieme alle nostre denunce avrebbero dovuto spingere almeno a ricercare una soluzione, pur nelle ristrettezze e nella difficoltà dei bilanci comunali. Ora, per l’ennesima volta i dati diffusi da Legambiente parlano chiaro. Adesso serve una risposta concreta, definitiva, almeno in termini progettuali e un cronoprogramma per far sapere ai trapanesi come e quando si intende intervenire».

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