Trapani
Le Tonnare Dimenticate
Storia, Tradizione e Nostalgia di un'Era Perduta
Trapanioggi9 Febbraio 2025 -
  • La_tonnara_di_Favignana_in_un_dipinto_di_Antonio_Varni

    Le tonnare siciliane, un tempo cuore pulsante dell’economia e della vita quotidiana di molte comunità costiere, oggi giacciono in gran parte abbandonate, testimoni silenziosi di un’epoca che non c’è più. La loro storia si intreccia con la cultura, le tradizioni e i sacrifici di generazioni di uomini e donne che vivevano di pesca e trasformazione del tonno, lasciando un’eredità profonda e struggente.

    L’Origine e il Ruolo delle Tonnare

    Le tonnare in Sicilia hanno origini antichissime. Furono i Fenici i primi a introdurre questo sistema di pesca nelle acque dell’isola, perfezionato poi dagli Arabi nel Medioevo. Il meccanismo della tonnara, con le sue reti a camere, chiamate “isole”, serviva a intrappolare i tonni nel loro percorso migratorio verso il Mediterraneo.

    Ma non era solo una questione di pesca: le tonnare erano vere e proprie economie a ciclo chiuso, con le comunità locali che dipendevano da esse per il lavoro, il cibo e il commercio.  Favignana, Bonagia, San Giuliano Palazzo (Trapani), Scopello: questi nomi evocano ancora oggi il ricordo di un’epoca in cui il tonno rosso siciliano era ricercato in tutto il mondo per la sua qualità ineguagliabile.

    la mattanza a FavignanaLa Mattanza: Rito e Sacrificio

    La “mattanza”, l’ultimo atto della pesca del tonno, era molto più di una semplice cattura: era un rituale, un evento collettivo, un momento di grande tensione emotiva e religiosa. I “tonnaroti”, guidati dal Rais, eseguivano una coreografia crudele ma necessaria, scandita da canti, preghiere e comandi antichi. Il mare si tingeva di rosso e, con esso, la storia di un mestiere tramandato di padre in figlio.

    La tonnara di Favignana fu una delle più importanti e celebri della Sicilia, sotto il controllo della famiglia Florio, che ne fece un simbolo di innovazione e prosperità economica. I Florio, imprenditori visionari, modernizzarono le tecniche di pesca e di conservazione del tonno, creando un fiorente commercio che rese la tonnara un’eccellenza nel Mediterraneo.

    Il Declino delle Tonnare Siciliane

    la tonnara di scopelloCon il progresso tecnologico e le nuove leggi sulla pesca, le tonnare hanno iniziato un lento declino. L’industrializzazione del settore ittico, la pesca intensiva e le restrizioni europee sulla cattura del tonno rosso hanno reso insostenibile il modello delle tonnare tradizionali. Molte di esse sono state chiuse, lasciando dietro di sé solo rovine e ricordi.

    Oggi alcune tonnare, come quella di Favignana e di Bonagia e Scopello, sono state trasformate in musei e centri culturali, mentre altre restano in attesa di un destino migliore. La tonnara di San Giuliano Palazzo, un tempo parte del vasto sistema di pesca siciliano, è oggi quasi dimenticata, ma la sua memoria vive nei racconti dei pescatori e nelle immagini d’epoca che testimoniano la grandezza di un passato che non può essere cancellato. I vecchi tonnaroti raccontano con nostalgia i giorni in cui il pesce fresco arrivava direttamente dalle reti ai mercati di Trapani, quando il profumo del tonno appena pescato inondava le strade e le tavole siciliane.

    Usi e Tradizioni Collegate

    Il tonno non era solo un prodotto commerciale, ma un ingrediente centrale della cucina siciliana. Dalle conserve sott’olio alle bottarghe, fino alla ventresca e al lattume, ogni parte del tonno veniva utilizzata, seguendo antiche ricette tramandate nei secoli.

    banco di taglio del tonno

    Le tonnare hanno dato vita anche a un ricco patrimonio folkloristico: feste patronali dedicate ai santi protettori dei pescatori, canzoni popolari, racconti e leggende legati al mare e ai suoi abitanti. Il legame tra il popolo siciliano e le tonnare non era solo economico, ma profondamente spirituale e comunitario.

    Le tonnare siciliane rappresentano un pezzo di storia che merita di essere ricordato e valorizzato. Non sono solo strutture in rovina, ma simboli di un’identità che rischia di perdersi. Mentre alcuni progetti di recupero stanno cercando di riportarle in vita, resta la consapevolezza che il tempo delle grandi mattanze è ormai passato, lasciando spazio a una struggente nostalgia e al dovere di custodire la memoria di un mestiere e di una cultura che hanno reso la Sicilia unica nel mondo.




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